Una bambina e i suoi genitori raccontano un’esperienza vissuta nel programma di Shorashim
L’esperienza al Giardino dei Giusti è stata molto particolare perché è strano trovarsi sulle macerie della Milano bombardata. Però è anche molto interessante perché il giardino ha una grande storia ed è tutto da scoprire. Anche le attività che abbiamo fatto erano molto interessanti e secondo me giuste sia per i bambini più piccoli sia per quelli più grandi.
Queste prevedevano due storie molto profonde: una di Giorgio Perlasca, un uomo che salvò molti ebrei a Budapest, e l’altra di un semino che non riusciva a crescere perché il terreno dove era capitato non era abbastanza fertile. Un giorno arrivò un uccellino che gli raccontò di uomini e donne giuste. Ogni anno con queste storie diventava sempre più grande fino a diventare un albero.
Collegato a questa storia per terra abbiamo realizzato un albero di carta e pezzi colorati; come ultima attività abbiamo piantato un seme. Io consiglio di andare a visitare il Giardino dei Giusti perché è ottimo per fare una passeggiata in mezzo ad alberi piantati per le persone giuste che hanno aiutato o salvato persone indifese.
Carola, 11 anni
L’altra sera, sul balcone, mi sono chinata per bagnare il vasetto che ci hanno regalato alla fine della mattinata al Giardino dei Giusti. Questo piccolo recipiente di terracotta, per ora, contiene solo terra e un semino. L’ho guardato interrogativa ma al tempo stesso con dolcezza, e ho pensato che nella sua semplicità, simbolicamente, rappresenta e chiude la nostra esperienza con Shorashim. Quando abbiamo deciso di proporre a nostra figlia questo percorso abbiamo pensato ad uno spazio di crescita e di scoperta, uno spazio dove conoscere e sentire le proprie radici. E così è stato.
Ha avuto modo di vivere un’esperienza arricchente e formativa attraverso il gioco, la creatività, la relazione con i coetanei e i madrichim, la musica, la lingua e le gite. Come per il vasetto e il suo prezioso contenuto, anche per un bambino poter mettere radici significa essere saldi eppure aperti al crescere, significa poter creare un’appartenenza eppure sviluppare autonomia.
Micaela e Sergio