Ma che c’entra la Mindfulness con la ricerca del lavoro?

JOB news

di Dalia Fano, responsabile di JOB


Alcune riflessioni a seguito del Workshop di JOB “Strumenti e strategie per una ricerca attiva e consapevole del lavoro”

 

Quando abbiamo ideato il workshop appena concluso, sapevamo di proporre qualcosa di non convenzionale. Fermarsi e fare ‘pausa’ nel mezzo di un processo stressante e ansiogeno come cercare lavoro può sembrare contro-intuitivo. Tuttavia, la sfida era proprio questa: dimostrare che integrare la pratica della Mindfulness in un workshop sulla ricerca del lavoro può essere un primo passo verso un approccio più consapevole di sé.

 

Cosa si intende per Mindfulness

Mindfulness è una parola inglese che significa consapevolezza, una consapevolezza particolare, non facile da descrivere a parole perché si riferisce a un’esperienza diretta. Tra le possibili descrizioni è diventata “classica” quella di Jon Kabat-Zinn, uno dei pionieri di questo approccio:

Mindfulness significa portare attenzione in un modo particolare e cioè: con intenzione, al momento presente, in modo non giudicante

Si fonda su pratiche formali, come il portare attenzione ad un oggetto, al respiro così com’è, momento dopo momento, alle sensazioni corporee, ai suoni circostanti o anche alle attività incessanti che attraversano la mente, come pensieri in forma di parole, immagini, dialoghi interni, pianificazioni, ecc…  di cui spesso non abbiamo consapevolezza, ma che hanno il potere di generare emozioni, spesso negative.

Questa pratica, se costante, non è fine a sé stessa: i benefici si riversano nel quotidiano, influenzando il modo in cui affrontiamo le diverse situazioni anche quelle che ci generano stress o disagio. La consapevolezza coltivata durante la pratica formale si traduce in una maggiore capacità di rispondere, anziché reagire, agli eventi della vita.

La Mindfulness quindi non è una tecnica per rilassarsi, un modo per non pensare o una soluzione “quick fix” ai problemi, ma un’attitudine che si sviluppa e radica nel tempo, con una pratica costante.

Un approccio che consente di entrare in contatto più profondamente con le proprie esperienze e di affrontare i fatti della vita con più attenzione, equilibrio e chiarezza mentale. Si porta attenzione all’esperienza del momento, così com’è, senza aggiungerci un giudizio, un commento. Una nuda attenzione, spogliata dalla narrazione concettuale.

Studi neuroscientifici hanno dimostrato come questa pratica, se praticata costantemente, può migliorare la gestione dello stress, aumentare la concentrazione e favorire un maggiore equilibrio emotivo. Questo non significa eliminare l’ansia o il disagio, ma riconoscerli e apprendere a rispondere in modo più consapevole a quello che ci accade, senza esserne in balia.

Tecniche di imaging cerebrale, come la risonanza magnetica funzionale (fMRI), hanno evidenziato modifiche in aree del cervello, in particolare la corteccia prefrontale e l’amigdala, che influenzano la capacità di prendere decisioni e rispondere alle sfide quotidiane.

 

Un percorso esperienziale

L’obiettivo era quello di offrire uno spazio per fare una prima esperienza, integrando un’attitudine più consapevole insieme agli altri strumenti pratici, nel processo spesso stressante e altalenante della ricerca del lavoro.

Il workshop è stato così un progetto “pilota”, un primo passo per esplorare come la Mindfulness possa supportare i partecipanti non solo nel cercare lavoro, ma anche nell’affrontare i cambiamenti con maggiore chiarezza e lucidità.

Un grazie speciale va ai partecipanti, che si sono messi in gioco con curiosità e apertura, nonostante le difficoltà legate alla pressione di trovare lavoro.

Ed un ringraziamento particolare va anche a Rodgy Guerrera, esperta head-hunter, che ha arricchito le simulazioni di colloquio con preziosi suggerimenti pratici.

 

Strumenti concreti per affrontare il cambiamento

Nel workshop, i partecipanti hanno lavorato sul concetto di Curriculum consapevole: trasformando il CV da semplice elenco di esperienze passate a una descrizione più attuale di sé, che comunichi chiaramente il proprio ruolo professionale, evidenziando i successi e i risultati apportati ma anche la direzione, dove si vuole andare. Con l’utilizzo di una serie di domande abbiamo stimolato una prima riflessione per individuare il “perché” del nostro ruolo professionale, il purpose che ci muove e motiva nel lavoro, quel motore che va oltre il portare a casa lo stipendio.

Una maggiore consapevolezza di sé non solo rende il Curriculum più chiaro ed efficace, ma aiuta ad affrontare i colloqui con più sicurezza, valorizzando competenze e gli obiettivi professionali.

Abbiamo poi introdotto il tema dell’Intelligenza Artificiale, con indicazioni pratiche su come utilizzarla in qualità di “assistente” anche nel processo di ricerca del lavoro, illustrando esempi pratici sul suo utilizzo. Abbiamo esplorato come i chatbot generativi (Copilot, Gemini, ChatGPT, ecc.) possano supportare la redazione di CV personalizzati, la preparazione di colloqui e il miglioramento delle lettere di presentazione. Tuttavia, abbiamo sottolineato l’importanza di verificarne l’accuratezza, ricordando che questi strumenti non sostituiscono il giudizio umano né garantiscono sempre risultati corretti, veritieri o contestualizzati.

Abbiamo poi visto come utilizzare in modo proattivo i social, in particolare LinkedIn, il social professionale per eccellenza, per migliorare il proprio “brand” professionale e condurre una ricerca più mirata ed efficace delle opportunità. Un approccio più strategico ai social aiuta ad ottimizzare la ricerca.

Le simulazioni di colloquio, accompagnate da feedback pratici, hanno offerto un’importante opportunità e spunti per migliorare la presentazione di sé e del proprio curriculum.

 

Obiettivi futuri

Infine, per chiudere il percorso, abbiamo parlato di obiettivi futuri, utilizzando l’approccio degli obiettivi S.M.A.R.T. come un possibile strumento per arrivare a definire concretamente un piano d’azione concreto e realizzabile. Definire obiettivi Specifici, Misurabili, Accessibili (Achievable), Rilevanti (cioè per noi significativi) e definiti nel Tempo.

Se l’obiettivo che ci diamo è chiaro e specifico sarà più facile iniziare a lavorarci e raggiungerlo. Un obiettivo misurabile permette di monitorare i propri progressi. Un obiettivo realistico e raggiungibile evita di creare stress e frustrazione. Un obiettivo rilevante per noi, significativo, è motivante. Se ci diamo un tempo, una deadline, siamo più determinati e motivati.

Si tratta di una “traccia” possibile, una cornice che ci invita a non disperderci, sempre rivedibile e aggiustabile.

 

La sinergia tra Mindfulness e ricerca del lavoro

Integrare la Mindfulness nella ricerca del lavoro non è solo un approccio innovativo, ma rappresenta anche un cambiamento di paradigma nel modo in cui affrontiamo le sfide professionali. La ricerca del lavoro è spesso un processo carico di incertezze, ansie e pressioni. non è solo un processo tecnico e lineare, focalizzato su competenze, strategie e risultati tangibili; integrare la Mindfulness sposta l’attenzione verso un approccio più olistico, in cui la consapevolezza di sé, delle proprie emozioni e aspirazioni gioca un ruolo centrale. Non è solo una questione di cosa fare, ma di come affrontare l’intero processo, con equilibrio e intenzionalità.

In questo contesto, la Mindfulness suggerisce un approccio per navigare queste difficoltà con maggiore consapevolezza.

 

La consapevolezza come risorsa

La Mindfulness ci insegna a tornare ad essere presenti nel momento, a osservare i nostri pensieri e riconoscere le emozioni, e gli schemi con cui siamo soliti reagire quando siamo sotto stress, con una consapevolezza senza giudizio. Questo approccio può trasformare radicalmente anche il modo in cui ci rapportiamo alla ricerca del lavoro. Invece di essere sopraffatti dalle preoccupazioni per il futuro o dai rimpianti per il passato, possiamo apprendere a concentrarci su ciò che possiamo fare adesso, momento per momento, per avanzare verso la destinazione che ci siamo dati. Il fallimento, l’errore è solo un passo in più quando c’è la giusta consapevolezza.

 

Gestione dello stress

Abbiamo visto da vicino cosa è lo stress, una reazione fisiologica, di allarme e la differenza tra stressori esterni ed interni:

Pensieri, preoccupazioni ed emozioni possono essere cause importanti di stress, indipendentemente dal loro grado di aderenza alla realtà. La ruminazione mentale aggrava ulteriormente il carico di stress, che se protratta nel tempo diventa cronico.

Quando siamo presenti, e sappiamo ritornare ad essere presenti siamo più lucidi e capaci di prendere decisioni ponderate, invece che reattive.

 

Autenticità e fiducia in sé stessi

Essere consapevoli di sé significa anche riconoscere e accettare le proprie capacità e i propri limiti. Questo porta a una maggiore autenticità, che è un aspetto apprezzato in un colloquio conoscitivo. Quando ci presentiamo in modo autentico, siamo più convincenti e ispiriamo maggiore fiducia. La Mindfulness, se praticata e praticata, ci aiuta a costruire questa fiducia in noi stessi, rendendoci più sicuri nelle nostre interazioni professionali.

 

Creare uno spazio di riflessione

La Mindfulness crea uno spazio di riflessione che ci permette di valutare le nostre scelte e strategie con maggiore chiarezza e meno reattività. Questo è fondamentale nella ricerca del lavoro, dove è importante adattare continuamente il proprio approccio in base ai feedback ricevuti e alle nuove opportunità che si presentano.

Tra lo stimolo e la risposta c’è uno spazio.

 In questo spazio dimora il nostro potere di decidere come rispondere.

Nella nostra risposta risiedono la crescita e libertà.

Viktor E. Frankl [1]

 

Conclusione

In sintesi, l’integrazione della Mindfulness nella ricerca del lavoro non è solo un modo per gestire meglio lo stress, ma rappresenta un approccio che può migliorare la nostra efficacia.

Una maggiore attenzione e consapevolezza ci permette di affrontare la ricerca del lavoro con strategia e intenzionalità, trasformando ogni sfida e difficoltà in un’opportunità di crescita personale e professionale.

Il percorso verso nuove opportunità raramente è lineare, ma ogni azione, se intrapresa con maggiore consapevolezza, può contribuire a migliorare e realizzare il nostro progetto professionale.

[1] Psichiatra, neurologo e filosofo sopravvissuto ai campi di sterminio

 

 

Foto in alto: Jon Kabat-Zinn, uno dei pionieri di questo approccio.
Ringraziamenti: WEF
Copyright: World Economic Forum / Benedikt von Loebell