Ampia, luminosa, moderna

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Apre la Residenza Arzaga.

L’inaugurazione ufficiale della Residenza Arzaga, “Raoul e Graziella De Picciotto”, già “Guastalla-Battino”, si è svolta nel tardo pomeriggio di giovedì 22 maggio. È stato possibile visitare la struttura, le camere, gli impianti: l’elemento caratterizzante è la luce che domina gli spazi ampi e chiaramente improntati alla massima efficienza, donando calore e allegria. Roberto Jarach, presidente della Commissione di controllo del progetto, che ha seguito quindi tutto l’iter della realizzazione, ha letto un messaggio del sindaco Moratti, per poi ringraziare tutti coloro che hanno contributo a rendere reale un sogno nato da un’idea di Cobi Benatoff, già alla fine degli anni Ottanta, progettato inizialmente da Eugenio Gentili Tedeschi e poi dagli architetti Savio e Fedele. Hanno parlato poi Cobi Benatoff, Leone Soued, Raoul De Picciotto, mentre Yoram Ortona ha letto un messaggio del presidente Ucei Renzo Gattegna. È stata poi scoperta la targa “Residenza Arzaga – Raoul e Graziella De Picciotto” e apposta all’ingresso la mezuzà dal rabbino capo rav Alfonso Arbib.

Gli interventi

Roberto Jarach, past president della Comunità e presidente della Commissione di controllo del progetto: Trova oggi concreta realizzazione una “visione” nata nel lontano 1992 con Presidente Cobi Benatoff, trasformata in pre-progetto concreto dal Prof. Arch. Eugenio Gentili Tedeschi ed in progetto esecutivo dall’Arch. Andrea Savio.
Oltre 13 anni per dare inizio ai lavori e meno di 36 mesi per portarli a termine. Il cantiere è stato aperto il 6 maggio 2005.
Imprese e ditte di primo livello, di elevata professionalità che in tempi, che definirei da primato, ci permettono oggi di consegnare alla Comunità Ebraica di Milano una struttura moderna, efficiente e rispondente alle più avanzate normative nel campo dell’assistenza agli anziani.

Ma ciò che ha realmente determinato la trasformazione della “visione” nella realtà di oggi è stata la generosità di Raoul De Picciotto, al quale va la riconoscenza ed il ringraziamento di tutta la Comunità Ebraica: al termine della cerimonia scopriremo la targa che intitola a lui ed a sua moglie Graziella la “Residenza Arzaga”.
Personalmente, dapprima come Vice Presidente della Comunità nel periodo di studio ed ottenimento delle licenze, poi come Presidente nel periodo di assegnazione delle gare di appalto ed infine nella veste di Presidente della Commissione di controllo del progetto, ho seguito tutto l’iter di questa grande opera e dovrei ora ringraziare le decine di persone che a vario titolo e livello si sono adoperate per giungere alla odierna cerimonia.
Permettetemi di accomunarli tutti in un unico generale ringraziamento per la professionalità e la disponibilità dimostrata, nei fatti, da ciò che avete visto oggi e presto vedremo in attività.
Non posso comunque esimermi dal presentarvi oggi alcune persone chiave (e non me ne vorranno quelli che non menzionerò singolarmente) che chiamo qui accanto a me: gli Architetti Savio e Fedele – Progettazione e direzione lavori; l’ing.R. Sciaky consulente tecnico della Comunità, l’Impresa Marcora General Contractor che, assente il titolare, è rappresentata dall’ing. Bachshmid, l’Ing.Darbesio ed il geom. Lorenzi responsabili del cantiere, le ditte Piazza e Socotis che hanno realizzato gli impianti.

A tutti, presenti e non presenti, va il mio personale apprezzamento e ringraziamento per la collaborazione e da parte di tutta la Comunità, sono certo, arriverà il riconoscimento per la qualità del lavoro svolto.
Permettetemi di concludere questo mio intervento con una nota molto personale: per chi ha dedicato tanti anni alla Comunità, con dedizione ed attaccamento, ciò che ha fatto in questa occasione Raoul e ciò che hanno fatto in precedenza Solo e Robert sono la dimostrazione della sensibilità di una intera famiglia alle esigenze della nostra realtà, piccola dimensionalmente, ma vitale e radicata sul territorio, che dal susseguirsi di gesti come questo trova sempre nuova forza e slancio verso il futuro.
Oggi ci troviamo a ringraziare Raoul e Graziella, ma non dimentichiamo la Fondazione Sorani, il Fondo Goren Goldstein e le altre numerose iniziative che le hanno precedute, e soprattutto riconosciamo al volontariato in tutte le sue espressioni il merito di aiutare gli amministratori nel loro difficile compito.
L’insieme di queste dimostrazioni interne di attaccamento all’istituzione è quello che poi ci apre tante porte nelle istituzioni pubbliche sempre così pronte ad ascoltare le nostre esigenze ed a dimostrarci apprezzamento e stima: anche ad esse vogliamo qui esprimere il più sentito ringraziamento.

Messaggio del Sindaco Letizia Moratti: Cari amici, oggi è un giorno importante, in cui la vostra comunità, così profondamente legata alla nostra città inaugura un nuovo centro per anziani, moderno e tecnologico. L’impegno e la dedizione verso gli altri è una caratteristica che vi contraddistingue e che rafforza la tradizione di Milano da sempre capitale del volontariato.
La vostra cultura è motivo di orgoglio per tutti noi.
Il vostro radicamento sul territorio, il modo con cui avete a cuore ogni giorno l’educazione e l’insegnamento dei giovani, come pure il rispetto e l’amore per gli anziani, sono un esempio straordinario per tutta la nostra Città. La vostra presenza è garanzia di crescita civile per il grande ruolo sociale, culturale e di memoria storica che svolgete, soprattutto a vantaggio delle nuove generazioni. Grazie a voi e alla vostra testimonianza, Milano, l’Italia, il mondo, possono tramandare la memoria di un passato che mai più dovrà tornare.
Il centro che inaugurate è soltanto una delle bellissime iniziative della Comunità Ebraica nella nostra Città.
Ringrazio dunque voi per questa testimonianza e rivolgo un sincero augurio di buon lavoro a tutti coloro che operano all’interno di questa nuova casa.

Raoul De Picciotto: Signori e signore. È con grande onore che mi pregio di rivolgere un saluto alle autorità e a tutti i presenti per la loro partecipazione all’inaugurazione della nuova Casa di riposo della Comunità ebraica di Milano. Non sono nato a Milano ma mi considero milanese di adozione. Sono arrivato a Milano nel 1959 e quindi appartengo alla comunità da quasi cinquantanni. La comunità ed insieme ad essa, la città, di cui la stessa fa parte, mi hanno accolto con grande senso di ospitalità e di generosità ed hanno consentito a me ed alla mia famiglia, in tutti questi anni, di realizzare le nostre aspirazioni nella vita privata e nel lavoro. A Milano ho conosciuto mia moglie che insieme a me porge il benvenuto a tutte le persone che ci sono vicine in questo momento particolare. In segno di riconoscenza per tutto quanto Milano e la Comunità ebraica ci hanno dato, ci è parso naturale dare un contributo alla realizzazione di questo progetto che è destinato alle attuali, ma anche alle future generazioni di anziani della comunità, con l’auspicio che possano trovare un ambiente confortevole dove vivere, ritrovarsi in un clima sereno ed attento alle esigenze di ciascuno. Vorrei infine ricordare con questa iniziativa i miei genitori, Edmondo e Olga, ricordare i loro insegnamenti di vita e dire loro che sono sempre presenti nel mio cuore. Infine un grazie a tutti quelli che hanno lavorato alla realizzazione di questo progetto e un cordiale shalom a tutti.

Leone Soued, presidente della Comunità: La sempre più difficile gestione delle scadenze quotidiane, l’esigenza di difendere i servizi che le nostre comunità sono in grado di offrire agli iscritti con sempre maggiore difficoltà, di combattere l’assimilazione, di fornire istruzione e cultura, di aiutare i più deboli. Tutti noi, amministratori comunitari, ci troviamo di fronte ogni giorno alla pressione di scelte improrogabili, a emergenze che rischiano di stringerci in una morsa.

Salvaguardare le esigenze di una minoranza in una società sempre più complessa e diversificata non comporta solo un sacrificio per le nostre energie. Significa anche talvolta ridurre la nostra possibilità di fare dei grandi progetti e di guardare lontano.

Per tale motivo giungo a questo giorno di festa, a questo giorno in cui si inaugura la nuova Residenza per gli anziani della nostra Comunità, con un profondo senso di soddisfazione. Grazie alla straordinaria generosità di un donatore il Dottor Raoul De Picciotto che è oggi qui fra noi e che ha voluto impegnare risorse ingenti per un grande progetto, la Comunità ebraica di Milano compie oggi un progresso storico. La nuova casa di riposo che inauguriamo ora, infatti, non è solo una struttura d’accoglienza d’avanguardia, ma costituisce anche l’occasione di ripensare la nostra maniera di vivere la Comunità.

In questo momento di gioia, vorrei cogliere l’occasione per ringraziare chi mi ha preceduto alla guida di questa Comunità. Un debito particolare abbiamo tutti nei confronti di Cobi Benatoff. II suo lavoro è stato ripreso e proseguito con coerenza da Emanuele Fiano e Roberto Jarach nel corso dei loro mandati. Dal canto mio spero di aver offerto alla Comunità le energie sufficienti per portare a termine un’operazione che si è rivelata molto complessa e delicata. Un grazie di cuore a tutti i componenti del Consiglio della Comunità che hanno portato il loro contributo di idee e di competenze.

Un grazie particolare, inoltre, lo dobbiamo tutti alle maestranze e alle aziende che hanno consentito la realizzazione di questa nuova struttura e a tutti i dipendenti e ai collaboratori della Comunità Ebraica di Milano che ci sono stati a fianco nei lunghi mesi di lavori, dall’apertura del cantiere, nel 2005, a oggi.

Il lavoro di tutti ci mette in condizione di raccogliere le sfide che il futuro ci riserva senza tradire i valori di rispetto e di solidarietà che il Popolo ebraico si tramanda di generazione in generazione.

Messaggio del presidente Ucei Renzo Gattegna: Avrei voluto essere personalmente presente fra voi in questo momento di festa e mi scuso della mia assenza, determinata da giornate difficili e da una missione in Israele cui ho ritenuto di non potermi sottrarre. Desidero in ogni caso starvi accanto con questo mio breve saluto, per partecipare, seppure a distanza, alla vostra gioia. E anche per congratularmi del compimento di un opera destinata a lasciare il segno non solo nell’ambito della Comunità di Milano, ma anche dell’intera realtà ebraica italiana.

Oggi noi siamo chiamati a gestire soprattutto strutture realizzate, spesso con grande cura e dedizione, dalle generazioni che ci hanno preceduto. Abbiamo ricevuto un’eredità straordinaria, beni e strutture progettati e portati a compimento dalle generazioni passate con intelligenza, coraggio e lungimiranza. E la nostra sfida è quella di saperla gestire correttamente ed utilmente.

È invece molto raro, e molto arduo, che si riesca a costruire nei tempi nostri opere di grande respiro e di grande impegno. L’inaugurazione delle nuove strutture di assistenza e di questa Casa di riposo di Milano, di conseguenza, non chiude solo il cerchio di un’operazione estremamente complessa e sofferta che la Comunità milanese ha avuto il coraggio di affrontare, migliorando i propri livelli di assistenza e salvaguardando il proprio patrimonio. Ma dimostra che la presenza della minoranza ebraica in Italia, nonostante le mille difficoltà quotidiane che ci troviamo ad affrontare, porta ancora in sé gli enzimi della costruzione e della progettualità.

Gli anziani della Comunità potranno godere di una migliore assistenza di elevatissima qualità, all’avanguardia rispetto agli standard europei vigenti. E tutta la Comunità, rendendo loro tale doveroso servizio, ritroverà nello sforzo di questa nuova realizzazione, quei valori ebraici di rispetto nei confronti delle categorie più fragili che caratterizzano il nostro sentire e la nostra cultura.

C’è ancora spazio per costruire, quando i valori ebraici della solidarietà e della fiducia nel futuro continuano a restare vivi.