Claudio Morpurgo è il nuovo presidente dellUnione delle Comunità Ebraiche Italiane.
È stato eletto nella riunione di Consiglio del 26 febbraio dopo le dimissioni date da Amos Luzzatto per gravi motivi di salute.
I Consiglieri Ucei avevano respinto le dimissioni del presidente Luzzatto, ipotizzando di poter arrivare alla naturale conclusione del mandato quadriennale e al Congresso già fissato a Roma per il 2-4 luglio con una gestione transitoria di un ufficio di presidenza.
Luzzatto, pur con molto dispiacere, ha però confermato la propria decisione di dover lasciare lincarico di presidente, da lui ricoperto negli ultimi otto anni. Secondo lo Statuto dellUcei, lEnte non può rimanere con la presidenza vacante.
I Consiglieri, prendendo perciò atto delle dimissioni irrevocabili di Luzzatto dalla sua carica, hanno nominato il nuovo presidente. La scelta è caduta per naturale continuità sul vice presidente in carica Claudio Morpurgo, che accettando lincarico, ha dichiarato di porsi come obiettivo di traghettare lUnione solo fino al Congresso di luglio, nel solco della continuità.
Claudio Morpurgo è in assoluto il più giovane presidente Ucei. Nato a Trento nel 1969, vive e lavora a Milano. Avvocato del lavoro, partner della sede italiana di un importante studio legale internazionale, è stato per tre anni presidente dellUnione Giovani Ebrei Italiani (Ugei). Da otto anni è consigliere dellUnione delle Comunità, nel primo mandato con la carica di assessore allinformazione e membro di Giunta, e come vice presidente e assessore allorganizzazione dal 2002 a oggi.
(ANSA) – ROMA, 27 feb – Claudio Morpurgo, nuovo presidente
dell’Unione delle Comunita’ Ebraiche Italiane (UCEI) lo
sottolinea con forza: la sua elezione e’ nel segno della
continuita’ e nell’unita’.
“E’ vero – dice nella sua prima
intervista – nell’ultimo congresso sono stato eletto in una
componente diversa da quella di Amos Luzzatto, ma in questi anni
queste due componenti, che non sono maggioranza e minoranza,
hanno governato insieme”. Poi aggiunge: “ci sara’ continuita’
nella gestione rispetto all’impostazione di Luzzatto. Ho
collaborato con lui in un rapporto umano molto intenso, sono
molto legato a lui, al tipo di gestione dell’Unione e dalla
figura dell’ebraismo che ha impersonato nella sua presidenza.
“Perche’ – spiega – al di la’ degli schieramenti, negli ebrei
italiani c’e’ la piena consapevolezza che l’unita’ piu’ profonda
e’ la nostra comune identita’ e questa non la metteremo certo a
rischio”.
36 anni, responsabile del dipartimento del lavoro di un importante studio legale anglo-americano con sede a Milano,
sposato senza figli, Morpurgo e’ una novita’ anche per la sua
eta’: nessuno prima di lui e’ arrivato cosi’ giovane al vertice
dell’Unione. E’ stato eletto ieri a larga maggioranza, ma –
vuole precisare – senza nessun voto contrario: sul suo nome e’
stata trovata l’intesa che non era certa scontata nei giorni
precedenti. Anzi, in molti avrebbero scommesso in un interim
dell’ufficio di presidenza per gestire l’UCEI fino al congresso
elettivo di luglio.
“Non me l’aspettavo di certo: e’ un evento scaturito da una
situazione improvvisa, nata – dice – dalle condizioni di salute
di Luzzatto. Ma una cosa vorrei sottolineare: gli schematismi
del dibattito politico italiano non sono ‘tout court’
applicabili alla dimensione ebraica. C’e’ una diversa
sensibilita’ all’interno dell’Unione, e, ripeto, c’e’ la
consapevolezza che una gestione unitaria sia imprescindibile”.
“Sono stato vice presidente di Amos Luzzatto e mi onoro di
proseguire la sua impostazione”, aggiunge tagliando corto sulle
considerazioni che vedono nella sua presidenza un cambio di
maggioranza che porta alla massima carica il centrodestra al
posto del centrosinistra. Per questo Morpurgo mette in risalto i
punti in comune del suo predecessore: “la presenza ebraica in
una societa’ civile deve essere intensificata, non attraverso
gli schieramenti partitici quando piuttosto ancorata ad alcune
fondamenta della stessa societa’ civile e con essa condivisi. Mi
riferisco al principio di laicita’ dello Stato e al
multiculturalismo.
Solo le identita’ forti, come quella ebraica,
costituiscono cellule essenziali di un modello di convivenza
civile nel momento in cui si sviluppa il dialogo”. Morpurgo
annuncia che ha intenzione di perseguire alcuni obiettivi: tra
questi sia una riorganizzazione interna dell’UCEI sia la
preparazione stessa del congresso. “Credo fermamente – dice –
nel fatto che debba essere salvaguardato e incentivato un
modello associativo incentrato sul ruolo delle Comunita’.
L’UCEI
non e’ un soggetto isolato rispetto al territorio ma un soggetto
ulteriore di coordinamento e di rappresentanza istituzionale che
puo’ funzionare soltanto quando le varie Comunita’ sono messe in
condizioni di funzionare. Inoltre occorre rendere sempre piu’
vicini alla vita comunitaria i giovani e gli ebrei piu’ lontani.
Una buona impostazione deve avere come obiettivo principale
quello di rafforzare le strutture educative e le modalita’ per
riconoscersi attivamente nella nostra identita’ e tradizione”.
Morpurgo dà grande importanza al dialogo con le altre
confessioni, quella musulmana compresa. “Senza mai dimenticare
pero’ – sottolinea – che questo e’ possibile quando i soggetti
che si confrontano sono liberi di essere se stessi e rifiutano
forme di sopraffazione l’uno verso l’altro”.
Morpurgo non vuole
per il momento commentare episodi come le bandiere di Israele
bruciate nelle manifestazioni. “Lo Stato ebraico – sottolinea
pero’ – e’ centrale per l’identita’ ebraica moderna e italiana.
Israele e’ spesso un motivo per sentirsi ebrei oggi. Per noi e’
un legame che va approfondito nell’azione, devono essere trovate
forme maggiori di collegamento, di partecipazione a questa
dimensione internazionale che e’ la piu’ affascinante e ricca
del mondo ebraico”.
Infine l’antisemitismo. Morpurgo per eta’
non ha conosciuto l’epoca buia delle persecuzioni razziali, come
invece hanno fatto sia Amos Luzzatto, sia prima ancora Tullia
Zevi, entrambi ex presidenti dell’UCEI. Tuttavia sa che
“l’antisemitismo e’ un male che cova sempre all’interno di
societa’ conflittuali come quella attuale: e’ chiaro che laddove
e’ difficile concepire un livello di convivenza laico, laddove
la multiculturalita’ e l’incontro tra le diversita’ avviene in
forme conflittuali, tendono a riemergere vecchi schemi
stereotipi come quelli antisemiti. In questo senso non bisogna
tacere che l’antisemitismo, che pure ha come oggetto una
minoranza specifica e modalita’ particolari, e’ espressione di
una piu’ ampia tendenza razzista che nega l’importanza
costitutiva dell’incontro fra diversi che e’ alla base dello
stare insieme”.
Massimo Lomonaco