di Roberto Zadik
Domenica 27 giugno, presso il Tempio Centrale di via Guastalla si è tenuta una sentita cerimonia in ricordo della tragedia accaduta poco più di un mese fa, sulla funivia del Mottarone in cui morirono 14 persone, fra cui parte della famiglia Biran. Presenti all’iniziativa, organizzata dalla Comunità ebraica milanese, diverse personalità istituzionali e i parenti di Amit Biran e di sua moglie Tal Peleg z’’l., fra questi il padre di Tal e il marito della sorella di Amit.
A cominciare la serie di discorsi il presidente della Comunità Milo Hasbani che ha specificato “abbiamo voluto organizzare questo incontro di preghiera soprattutto per ringraziare tutti quelli che sono intervenuti nella tragedia del Mottarone. Conosco bene quella zona e mi sono visto crollare tutto quanto nel giro di pochi secondi”. Il presidente ha proseguito ricordando la collaborazione per realizzare l’evento fra la Comunità milanese e quelle di Torino e di Vercelli “che sono state coinvolte in questo disastro”. “Venerdì sono tornato da Israele – ha ricordato – dove ho incontrato il futuro presidente dello Stato Itzhak Herzog che mi ha pregato di ringraziare tutte le autorità e quelli che hanno dato una mano e di presentare le condoglianze ai parenti delle vittime”.
Raccontando questo complicato periodo e la solidarietà mostrata da tanta gente , il presidente ha sottolineato il successo “delle raccolte fondi effettuate da Fondazione Scuola e dalle Comunità di Milano e tutte le Comunità ebraiche italiane; devo dire che c’è stata una partecipazione fenomenale e una vicinanza che non ci aspettavamo”.
Ringraziando il sostegno dei Vigili del Fuoco, dei Carabinieri, la Protezione civile, la Croce Rossa, gli alpini, i Sindaci di Stresa, Verbania e Baveno egli ha riassunto il programma della mattinata, dando la notizia che “Eitan sta meglio, stiamo facendo di tutto seguendo molto discretamente un ragazzo in una situazione delicata che ha perso i genitori e il fratellino”.
Molto emozionante l’intervento del rappresentante dei Vigili del Fuoco che ha ricordato come “in quel momento ho sentito il peso delle anime delle persone che ci hanno lasciato, avevamo dato il massimo ma mi sentivo mancare il fiato. Se avessi corso di più con l’automezzo, se se se. Poi ho capito che forse ero lì non per salvare corpi ma per salvare anime e il peso di ogni anima mi spinge ancora di più a salvare il mondo”.
Fra i momenti centrali della cerimonia di commemorazione, i discorsi del padre di Tal Peleg e del marito della sorella di Amit. Entrambi hanno ringraziato coloro che hanno salvato la vita a Eitan cercando di stargli vicino e di accudirlo in questo periodo così difficile. A questo proposito il marito della sorella di Amit ha espresso la propria gratitudine in maniera molto sentita e dettagliata. Egli ha ringraziato una lunga lista di persone dai “membri dell’Ospedale Regina Margherita, dove Eitan era ricoverato, i medici e gli infermieri che hanno fatto un vero miracolo nel salvargli la vita e al supporto istituzionale dei presidenti delle Comunità di Milano, Torino e Vercelli e di Roma e i loro rappresentati nonché alla presidente Ucei . C’è stata solidarietà a tutti i livelli, dall’Ambasciatore di Israele, Dror Eydar, ai rabbini della Comunità di Torino Di Porto e a tutti quelli che sono stati vicini”.
In conclusione dell’iniziativa il discorso del Rabbino Capo, Rav Alfonso Arbib che ha sottolineato come “in questi giorni i giornalisti mi chiedevano di parlare rispondevo che non avevo granché da dire. Questo perché davanti a una tragedia di questo genere tutte le parole sono sempre inadeguate e qualunque parola che diciamo è una parola di troppo”, ha spiegato, collegandosi al passo biblico della “morte incomprensibile dei figli di Aronne il Sacerdote che quando sono morti i figli è stato zitto. Penso che dovremmo esercitare il silenzio. Nonostante questo, ringrazio tutti coloro che si sono impegnati allo stremo delle loro forze per salvare la vita dell’unico superstite, Eitan. Credo che siamo piombati in un buio profondo ma le persone che si sono dedicate alla salvezza sono uno spiraglio di luce e tutti noi abbiamo bisogno di questo per coltivare un po’ di speranza”.
Successivamente l’assessore alla Cultura della Comunità ebraica Gadi Schoenheit ha letto la lista delle 14 vittime e il Rabbino Capo ha intonato una serie di Salmi in memoria delle vittime e una preghiera per “augurare a Eitan una guarigione completa”. Tutto si è concluso con una visita guidata della sinagoga condotta da Daniela Di Veroli, coordinatrice del Memoriale Shoah che ha illustrato ai presenti alcune tematiche riguardo all’ebraismo e ai suoi insegnamenti.