di Redazione
Commozione e riconoscenza. Questi i sentimenti che hanno caratterizzato l’incontro tra la Comunità ebraica e i rappresentati dell’Esercito Italiano, nel centro comunitario il 27 marzo.
L’occasione è stata data da un episodio occorso in via Eupili, una mattina di febbraio: R. C. si stava recando alla sinagoga per la preghiera di Shabbat quando ha avuto un malore. Uno dei militari di sorveglianza al tempio, il Caporale Maggiore Gianmarco Gargano è subito intervenuto con le pratiche di primo soccorso e ha chiamato l’autoambulanza. La sua prontezza ha consentito ai sanitari di trovare R. ancora in vita e portarlo in ospedale. Purtroppo lì le sue condizioni si sono aggravate e non è stato possibile salvargli la vita. Ma resta il gesto, rapido, spontaneo e qualificato, solidale ed efficiente, del Caporale Maggiore che la famiglia ha voluto incontrare e ringraziare personalmente nel corso della cerimonia nel centro comunitario di via Sally Mayer, alla presenza di una rappresentanza autorevole dell’Esercito.
Il responsabile della Sicurezza della Comunità, Doron G., ha introdotto la cerimonia esprimendo con commozione la gratitudine di tutta la CEM per l’operato delle forze dell’ordine e dell’Esercito nella protezione dei luoghi dell’ebraismo milanese. “Una collaborazione che è ormai fratellanza – ha detto – lavoriamo tutti con l’obiettivo che non accada mai nulla di grave e pericoloso. Nonostante le notizie che ci giungono dall’Europa, qui ci sentiamo sicuri grazie al vostro impegno che è fatto con il cuore e la testa e in questo modo fa davvero la differenza”.
Il co-presidente Milo Hasbani ha letto la lettera di ringraziamento che è stata poi consegnata al Caporale Maggiore Gargano in cui si sottolinea la sintonia tra il gesto del militare e la prescrizione ebraica di tutelare la vita umana. Il co-presidente Raffaele Besso ha invece letto un testo di una compagna di scuola ex eupilina, in cui si ricorda lo scomparso, la sua personalità buona e generosa. A. C., a nome della famiglia ha ringraziato il soccorritore e tutti i militari per il loro prezioso e insostituibile lavoro.
Ha poi preso la parola il Generale Cittadella, comandate della Task Force del raggruppamento tattico stradesicure Lombardia, che ha voluto dare un plauso anche ai ragazzi della Sicurezza della CEM per la collaborazione costante. E ha detto: “Porterò la vostra gratitudine a tutti i militari della Caserma Santa Barbara, che si avvicendano nell’incarico di sorveglianza, perché traggano dalle vostre parole la necessaria motivazione a svolgere un compito non facile. Spesso sono ragazzi e ragazze che vengono da lontano e hanno bisogno di rafforzare la consapevolezza del valore del loro lavoro. Leggo i rapporti degli interventi a Milano e vedo che un buon 25 per cento riguardano azioni di supporto, a vario titolo, alla cittadinanza. Credo che tutto questo rientri nell’approccio che abbiamo nel contatto con la gente”.
A proposito del Caporale Maggiore Gargano, originario di Palermo e di stanza nella Caserma di Palmanova in Friuli ha aggiunto: “Purtroppo il suo intervento non è stato sufficiente, ma ha compiuto con prontezza un’azione di emergenza, grazie alla sua preparazione. Ha conseguito il brevetto di soccorritore militare di terzo grado, dopo un tirocinio molto difficile al quale si accede volontariamente. Vengono mostrate, prima dell’addestramento, situazioni e scene di guerra davvero dure da sopportare e solo pochi riescono a proseguire il corso. Gargano ha avuto la freddezza di intervenire in modo efficace”.
“Grazie quindi ai militari che rendono sicure le nostre sedi, – ha concluso Doron – pur nella difficoltà ad accettare il contesto che vede, in Italia, nel 2018, la necessità di proteggere cittadini italiani, nelle Scuole e nelle Sinagoghe, solo perché di fede ebraica”.
Il testo della lettera consegnata al Caporale Maggiore Gianmarco Gargano
I Presidenti Milo Hasbani e Raffaele Besso, il Consiglio e tutta la Comunità Ebraica di Milano si uniscono nel ringraziare il C.le Magg. Gianmarco Gargano per aver prestato immediato soccorso al Sig. C. mentre si accingeva a raggiungere la Sinagoga per la preghiera del sabato mattina, dimostrando encomiabile solidarietà umana e senso di responsabilità.
Prestando le prime cure e poi chiamando i soccorsi, ha fatto sì che il Sig. C. venisse rianimato e giungesse ancora in vita in ospedale.
Le Forze Militari circondano e proteggono i nostri luoghi e le persone con assoluta dedizione. Ad esse, per l’opera che svolgono in modo così attento e professionale, dobbiamo tanta riconoscenza e gratitudine.
Il caso del C.le Magg. Gargano ha dimostrato che la nostra Comunità viene protetta con grande rispetto per il valore della vita. Nel Deuteronomio è scritto “Io ho posto davanti a voi il bene e il male, la morte e la vita, e tu sceglierai la vita”. L’atto del C.le Magg. Gargano tocca i nostri valori più profondi ed è per noi estremamente significativo.
Il popolo ebraico pone la vita davanti ad ogni cosa e basa i suoi principi etici e morali sulla sua tutela. Per questo chi si prende cura di una vita ha un grandissimo merito, come scritto nel Talmud:
Chi salva una vita , salva il mondo intero.
Milano, 27 Marzo 2018
Milo Hasbani
Raffaele Besso
Presidenti Comunità ebraica di Milano
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