di Nathan Greppi
Procedere con cautela per quanto riguarda l’ospitare i profughi ucraini, ma attivarsi nell’aiutare quelli già presenti e donare il maggior numero di beni di prima necessità: questo, in sintesi, è il pensiero maggiormente condiviso che è emerso durante la riunione dei rappresentanti di tutti gli enti e le associazioni legate alla Comunità Ebraica di Milano, tenutasi la sera di lunedì 14 marzo nella Sala del Consiglio presso la sede della Comunità. La riunione, incentrata proprio sul coordinare le strategie per aiutare i profughi e fare il punto della situazione su ciò che è già stato fatto, è stata presieduta dal Vicepresidente UCEI Milo Hasbani.
Hasbani ha introdotto la discussione spiegando che “per il momento non abbiamo questa grande emergenza di arrivi che hanno altri paesi europei, ma tra qualche giorno l’avremo anche qui in Italia.” Ha spiegato che già nei primi tempi avevano preso contatto con un gruppo di ebrei ucraini per farli venire nel nostro paese, ma questi hanno cambiato idea e sono andati in Germania. L’Italia attira poco i rifugiati, che preferiscono andare in nazioni europee più ricche o, nel caso degli ebrei, in Israele.
Parlando invece di ciò che la Comunità ha già fatto, ha raccontato che ha ospitato una ragazza di 29 anni scappata dall’Ucraina e di religione ebraica. Mentre la madre di questa stava facendo l’Aliyah, la Comunità l’ha ospitata per diversi giorni per poi trovarle una sistemazione presso una famiglia. In ogni caso, la Comunità offrirà un rimborso spese agli iscritti che accoglieranno dei profughi in casa propria. Chiunque fosse interessato ad avere maggiori informazioni, può scrivere al seguente indirizzo e-mail: emergenza.ucraina@ebraicamilano.it.
Al di là delle buone intenzioni espresse da quasi tutti, ci sono stati anche inviti al pragmatismo: il rappresentante della sicurezza ha fatto un invito alla prudenza sia per quanto riguarda la gestione degli appartamenti a disposizione, sia per verificare esattamente chi sono le persone che verranno accolte.
Un altro problema messo in luce è il fatto che molti degli ucraini che arrivano non solo non parlano l’italiano, ma spesso neanche l’inglese, e pertanto è necessario che i membri della Comunità che parlano il russo si rendano disponibili come interpreti (il che in parte è già stato fatto). Anche per questo è emersa la proposta di costituire una task force per aiutare i profughi a mettersi in regola con l’aiuto di persone preparate che parlano la loro lingua.
Un’altra iniziativa avrà luogo il 27 marzo, quando il Memoriale della Shoah di Milano organizzerà una raccolta di beni di prima necessità. In generale, le raccolte verranno fatte in collaborazione con i City Angels e altre associazioni di volontariato che già in passato hanno collaborato col Memoriale in situazioni simili.