Telemedicina in Comunità: più vicini, più sicuri

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di Paolo Castellano

Innovazione e assistenza domiciliare per gli anziani della comunità. Intervista a Luciano Bassani. Da molti anni, in Israele le cure domiciliari fanno parte di una precisa strategia per affrontare le emergenze. Oggi il progetto di assistenza domiciliare riguarda gli anziani della CEM

In base alle ricerche dell’Istituto Superiore di Sanità, tra i paesi maggiormente sviluppati l’Italia è quello in cui la popolazione sta invecchiando più rapidamente. Gli esperti stimano che nel 2050 gli over 65 comporranno il 35,9% della società, con un’aspettativa di vita intorno agli 82 anni. Per questo, anche all’interno della Comunità ebraica di Milano, ci si domanda come assistere gli anziani di oggi e di domani per garantire ai propri membri una buona qualità di vita, minacciata costantemente da diversi fattori: solitudine, difficoltà economica e problemi di salute. Per queste ragioni, Bet Magazine ha intervistato Luciano Bassani, assessore alla RSA e al Welfare, riguardo a un progetto comunitario legato all’assistenza domiciliare degli anziani, autosufficienti e no.

Quali sono gli obiettivi generali dell’iniziativa?
Il progetto dell’assistenza domiciliare riguarda tutti gli anziani della Comunità. È un progetto elaborato da tempo, abbiamo incominciato a lavorarci nel 2017. Ci siamo ispirati al modello israeliano che abbiamo approfondito insieme ad alcuni medici israeliani e italo-israeliani durante una conferenza qui a Milano. Già allora ci eravamo resi conto che per dare il necessario supporto alla popolazione anziana che ha un posto di rilievo nella vita ebraica e non farlo diventare un problema sociale era necessario pensare a cure efficaci e metodi sanitari alternativi per poter gestire un ampio numero di anziani non in ospedale ma a casa.Tuttora le strutture ospedaliere infatti sono prese d’assalto e sature di persone affette da patologie croniche. Dunque, quando è possibile, i pazienti vanno assistiti a domicilio. Infatti, sappiamo benissimo che molti anziani affollano gli ospedali poiché si sentono abbandonati, rallentando gli interventi in urgenza. Dobbiamo evitare tutto ciò e siamo sempre più convinti che le malattie croniche devono essere gestite a domicilio.

Quando cita il modello israeliano, a cosa si riferisce?
Già da molti anni, in Israele le cure domiciliari fanno parte di una precisa strategia per affrontare eventuali emergenze: attacchi terroristici, invecchiamento della popolazione o epidemie. Le intuizioni della Sanità israeliana si sono rivelate lungimiranti soprattutto durante la recente pandemia da Covid-19. Per questo motivo, mi piacerebbe organizzare un evento con esperti del settore come il presidente del Movimento Kibutzim d’Israele Gavri Bal Gil e il luminare di psicogeriatria Iaacov Gindin.

In che modo la CEM ha cercato di replicare l’approccio israeliano alle cure domiciliari?
Innanzitutto, questo progetto nella prima fase (ancora in fieri) è stato avviato con il finanziamento dell’UCEI. Grazie a questi contributi, abbiamo acquistato degli smartwatch Samsung per monitorare i più importanti parametri vitali dei nostri anziani. I dispostivi elettronici da polso possono misurare la pressione, la saturazione dell’ossigeno nel sangue ed evidenziare aritmie tramite una registrazione elettrocardiografica. Inoltre, questi smartwatch sono in grado di segnalare eventuali cadute. I pazienti devono inviare taluni parametri dello smartwatch a una centrale operativa di una start-up israeliana che registra ed elabora i dati degli orologi e li inoltra a un medico che li analizza. Inoltre, se si verifica un’emergenza, il medico viene immediatamente allertato con una notifica e a quel punto chiama il paziente valutando i parametri ricevuti con relativo contesto clinico. Tuttavia in una fase avanzata di sperimentazione clinica ci piacerebbe implementare ulteriormente questa iniziativa attraverso un call-center attivo h24 che interagisca con i singoli pazienti in caso di necessità.

In che modo può essere implementata l’assistenza domiciliare degli anziani della CEM?
Come assessore alla RSA e ai servizi sociali del Welfare, mi impegnerò nel trovare ulteriori finanziamenti per offrire a quanti più anziani possibile un’assistenza domiciliare continua ed efficiente. In futuro potremmo sia implementare gli smartphone sia acquisire ulteriori apparecchi medicali in modo da aumentare il numero di pazienti in contatto con un call-center, che non solo rileva i parametri in continuo ma che, in caso di emergenza, può interagire con il medico curante e il paziente.