di Redazione
L’anno che si è appena concluso è stato un anno complicato in cui però la Scuola ebraica di Milano non si è mai fermata. Anche sul fronte delle materie ebraiche è stato un anno molto ricco, in cui sono stati avviati importanti progetti grazie alla collaborazione con EFI – Educating for Impact, consorzio di enti no-profit di tutto il mondo, che opera sotto la supervisione dei Ministeri israeliani per la diaspora e l’educazione, e che ha scelto, 3 anni fa, la Scuola ebraica di Milano fra quelle in Europa da sostenere con progetti e finanziamenti. (Nonostante il triennio scada quest’anno, a causa del rallentamento dovuto alla pandemia proseguirà ancora un anno).
“Un primo importante fronte su cui si è lavorato è la formazione degli insegnanti per tutti gli ordini di scuola, dall’asilo alle superiori, sia per ebraico che per ebraismo – spiegano Dalia Gubbay e Monique Sasson, Assessore e Vice Assessore alle materie ebraiche e i progetti internazionali. La partecipazione e l’interesse degli insegnanti sono stati molto intensi e soddisfacenti”.
Parallelamente, è stato introdotto un nuovo metodo all’avanguardia di lingua ebraica, Bishvil haivrit, in terza media e in prima liceo, che include materiale cartaceo e digitale, prodotto da Matach, leader mondiale nella formazione per lo studio della lingua ebraica. “È stata espressa la volontà di estenderlo anche a tutte le classi per dare ai ragazzi una perfetta padronanza della lingua – spiegano -. L’obiettivo è comunque continuare a portarlo avanti anche quando verrà meno il sostegno di EFI”.
Inoltre, è stato creato un nuovo curriculo di ebraismo per le medie ed è in fase di ultimazione quello per le superiori, grazie al grande impegno del coordinatore per le materie ebraiche Daniele Cohenca e di Joseph Salvadori.
- Vedi anche: EFI, prezioso sostegno per la Scuola ebraica
Progetti multidisciplinari
Quest’anno, poi, le materie ebraiche sono state oggetto di progetti di lavoro interdisciplinare, nella convinzione che sia importante mettere in relazione gli insegnamenti dell’ebraismo con le altre discipline. “A Channukkà, ad esempio, le terze medie sono state coinvolte nella costruzione di una Channukia elettrica, grazie anche al coinvolgimento dei docenti di arte – la prof. Matilde Orlandi, e di matematica – il prof. Riccardo Cabrini – spiega Monique Sasson – . Il risultato è stato molto positivo: i ragazzi, molto provati dall’assenza prolungata dalla scuola dovuta alla pandemia, hanno partecipato con interesse e trasporto”.
A fine maggio, poi, sempre le terze classi della secondaria di primo grado hanno creato, in collaborazione con la prof. Orlandi, delle ‘opere d’arte’ partendo da alcune mishnaiot dei Pirké Avot, le Massime dei padri.
Ad esempio: “Qual è la retta via che l’uomo deve scegliere? Qualunque, purché sia bella per chi la percorre e per le altre persone”. Questa frase è molto profonda e spiega che per assumere delle decisioni occorre rispettare noi stessi e allo stesso contempo anche gli altri. Un’altra Mishna commentata è ” Stai attento alla Mizvà più facile come a quella più difficile, poiché non puoi sapere da dove arriverà il compenso delle Mizvòt.” Questo è un invito a non scegliere tra Mizvot e privilegiare l’adempimento di una o dell’altra. Inoltre, sono state presentate delle immagini ispirate ad un Pasuk contenuto nella Beracha di Ahavat Olam: ” E metti nel nostro cuore la capacità di capire, comprendere, ascoltare imparare ed insegnare, custodire e mantenere tutte le parole dello studio della Tua Torah con amore”. Ad esempio: una Megillah con raffigurate 4 persone che rappresentavano 4 generazioni e che insegnavano ai propri figli con amore (Lelamed Be Ahava).
Tutte queste opere sono esposte in quello che è stato chiamato il “Museo del pensiero e delle azioni”, uno spazio permanente situato al piano delle medie che vedrà, anno dopo anno, esibiti i nuovi lavori. “L’intenzione è infatti quella di continuare con questo progetto esperienziale che i ragazzi hanno apprezzato molto”, precisa Sasson.
Libri, volontariato e preghiera
Un’altra importante iniziativa di quest’anno è stata la distribuzione ai ragazzi di quarta e quinta liceo, ai docenti e al personale non docente del volume Gli ebrei nella storia e nella società contemporanea di Franca Tagliacozzo e Bice Migliau (edito da Odoya). Inoltre, sono state consegnate ai ragazzi le Meghillot Ester donate l’anno scorso da Giuntina ma distribuite in ritardo a causa della pandemia.
Sul fronte del volontariato, i ragazzi sono stati coinvolti in un’operazione di solidarietà congiunta mirata a portare la cena del venerdì di Channukkà a un centinaio di persone. All’iniziativa, organizzata dall’assessorato ali servizi sociali e dal Volontariato Federica Sharon Biazzi, hanno aderito con entusiasmo tutti i catering kasher della città e numerosi volontari. “I ragazzi della scuola hanno realizzato die biglietti di auguri da consegnare con i pasti – spiega Gubbay – a sottolineare ancora una volta la vicinanza di tutta la Comunità in un momento difficile”.
Una novità nata in emergenza, ma che si vuole fare continuare nel futuro sono i 20 minuti di tefillà mattutina. “Con lo scaglionamento degli orari di ingresso si era creata la possibilità di far fare ai bambini delle medie la preghiera dalle 8.10 alle 8.30 con l’aiuto die ragazzi del liceo”, spiega Gubbay.
Progetti futuri: internazionalizzazione e coinvolgimento dei genitori
Molti sono i progetti in cantiere sia sul fronte delle materie ebraiche che su quello dei progetti internazionali.
Verrà avviato, in seconda e terza media, l’insegnamento di cultura ebraica in inglese, secondo l’approccio CLIL, e verrà potenziato in tutte le medie lo studio della storia ebraica, anche con l’intervento di esperti esterni.
Inoltre, sarà avviato il progetto ‘Portiamo Israele a scuola’ che mira a mappare l’edificio scolastico, dando ai corridoi i nomi delle città israeliane e alle classi i numeri civici. “La mappatura sarà fatta dalle superiori, mentre la primaria e la secondaria di primo grado aiuteranno nella grafica – spiegano Gubbay e Sasson -. Inoltri, gli allievi delle superiori seguiranno progetti di iediat haeretz, cioè di approfondimento della conoscenza della città, creando dei pannelli storici accanto alle vie (corridoi)”.
Altro importante progetto, realizzato sempre con EFI, è Debate, una competizione a livello internazionale che vede coinvolte diverse scuole ebraiche: Milano, Sofia, Atene, Budapest, Copenaghen, Helsinki e Leeds. I ragazzi verranno divisi in gruppi multinazionali e a ognuno verrà dato un tema da approfondire in vari dibattiti e su cui elaborare un’esposizione in inglese: il gruppo ritenuto il migliore da una commissione Efi vincerà un viaggio ad Atene.
Sempre sul fronte internazionale, verrà ripreso il progetto Erasmus di scambio internazionale, interrotto a causa del Covid. Riprenderà anche, se possibile, il viaggio delle quarte in Israele, così come quello in Polonia, e ripartirà anche il progetto Net@ del Keren Hayesod e Histadruth, con l’arrivo di due nuovi tutor israeliani.
“Da settembre, poi, vogliamo riattivare un gruppo di genitori che aiutino la scuola anche in un miglioramento dell’estetica che comunichi di più l’identità ebraica – spiegano -. La partecipazione dei genitori è senz’altro importante per cercare di migliorare sempre di più la nostra scuola”.
Continuerà poi la partecipazione della nostra scuola alle iniziative ORT, nelle quali negli ultimi due anni ha raggiunto risultati importanti, vincendo, nel 2020 il primo premio del concorso internazionale con il progetto JAsk, e quest’anno il secondo premio con BreathCar. I progetti di Pcto Ort sono supportati da una formazione dei docenti attraverso dei webinar per gestire in maniera consapevole e ottimale le fasi del progetto sia dal punto di vista metrologico che dei contenuti. Inoltre, nell’ambito della formazione internazionale è stato quest’anno offerto un corso dedicato alla leadership a cui ha partecipato un docente della nostra scuola.
“Grazie al progetto EFI e a tutti gli insegnanti della nostra scuola possiamo puntare sempre più in alto, aprendo la nostra scuola al mondo e proiettando i nostri ragazzi nel futuro con una forte consapevolezza della loro identità e cultura ebraica”, concludono Dalia Gubbay e Monique Sasson.