Rav David Lau agli studenti della scuola ebraica: “Siete anelli di una lunga catena, avete la responsabilità di continuarla”

Scuola

di Ilaria Myr
“Ognuno di voi ha tante potenzialità dentro di sé, in ognuno c’è il patrimonio genetico di Avraham e Sara, Yizhak e Rivka, e Yaakov, Lea e Rachel. Avete in voi la possibilità enorme di fare del bene che viene dai nostri antenati. Non sprecatela”. È un discorso molto ispirazionale quello che ha fatto Rav David Lau, rabbino capo askenazita di Israele, ai ragazzi dei licei della Scuola ebraica di Milano martedì 14 marzo 2023, durante la sua visita alla comunità ebraica di Milano.

Figlio di Rav Ysirael Meir Lau (ex rabbino capo askenazita prima del figlio e oggi rabbino capo di Tel Aviv), Rav David Lau è riconosciuto come personalità di grande spessore, come ha sottolineato anche Rav Alfonso Arbib, rabbino Capo di Milano, accogliendolo. “Rav Lau ricopre il più alto livello del mondo ebraico dal punto di vista rabbinico ed è il punto di riferimento di tutto il mondo ebraico – ha dichiarato – Per noi è un grande onore avere la possibilità di ascoltare una lezione di Torà da un Rav che viene da Israele, perché, come sostengono i hahamim, l’aria di Israele è particolare e si può sentire solo da qualcuno che viene da lì”.

Dopo il saluto del rabbino capo e del dirigente scolastico Marco Camerini, Rav Lau si è rivolto direttamente ai giovani. Riportando un aneddoto personale di quando era ragazzo, ha stimolato i ragazzi a lavorare sulle proprie potenzialità. “Ognuno di voi ha tante potenzialità dentro di sé, in ognuno c’è il patrimonio genetico di Avraham e Sara, Yizhak e Rivka, e Yaakov, Lea e Rachel. Avete in voi la possibilità enorme di fare del bene che viene dai nostri antenati. Non sprecatela”.

Parlando della vicina festa di Pesach, Rav Lau ha spiegato come essa è il compleanno del popolo ebraico “che da schiavo è diventato libero.  Per uno schiavo non è importante quale sia il suo potenziale, dal momento che deve obbedire solo al padrone, mentre l’uomo libero può esprimersi. Non perdere quindi il vostro potenziale, esprimetelo, e siate sempre orgogliosi di essere nipoti e pronipoti dei padri e delle madri di Israele. Ricordatevi sempre che siete l’anello di una lunga catena e avete la responsabilità di collegarvi agli anelli precedenti e preparare quelli successivi. Se riuscirete a osservare la tradizione e legarvi a questa catena, anche i vostri nipoti e pronipoti saranno orgogliosi di esserne parte”.

Da sinistra, Rav Alfonso Arbib e Rav David Lau

 

Spazio poi alle domande. Rispondendo poi a chi gli ha chiesto di cosa si occupa nel dettaglio il rabbino Capo di Israele, ha risposto: “Mi viene da rispondere: cosa non si occupa? Segue tutte le questioni ebraiche, i problemi di alachà legati alla kasherut, ai matrimoni, e una quantità enorme di altre cose. Ad esempio, quando c’era il Coronavirus dovevo rispondere a tante domande sul pregare in sinagoga, se farsi il vaccino, se bruciare (come si era parlato a un certo punto) i cadaveri. Tutte le domande degli ebrei di tutto il mondo arrivano al  rabbino capo di Israele”.

Alla domanda (inopportuna) su che cosa pensi degli omosessuali, Rav Lau ha dato una risposta molto chiara: “quando vado a casa di qualcuno mi faccio un’idea della sua personalità e del suo contesto famigliare guardando i mobili del salotto, i libri che ha in biblioteca e le foto che ha esposte. Ma e poi mai sono entrato e mai entrerò nella sua camera da letto, quelli sono affari suoi”.

Al preside, che ha chiesto come coinvolgere oggi i ragazzi in ambito educativo, ha commentato: “nell’educazione hanno un ruolo la scuola, che porta alla costruzione di personalità, e le famiglie, che con essa devono collaborare. Ma anche gli studenti hanno un compito: riuscire a usare nella vita di tutti i giorni quello che viene dato loro a scuola in termini di conoscenze e valori”.

Ma il rabbino capo di Israele ha anche un ruolo politico? “Grazie a D-o no! – ha risposto -. Ma non significa che non venga interpellato. Per questo ho proposto al premier Nethanyahu di stabilire come regola che come quando si propone una legge, oltre ai pareri degli esperti dei vari ambiti (economico, scientifico, ecc..), venga anche chiesta quella del rabbinato, che rappresenta i valori ebraici all’interno dello stato di Israele. Tuttavia, io sono e rimango il rabbi9no di tutti, della maggioranza e dell’opposizione”.

Infine due parole sull’attualità israeliana. “Molti qui pensano che in Israele sia in corso una guerra civile. Cosa devo rispondere? Come spiegare che non è così?”, gli ha chiesto la professoressa Michal di ebraico.
“In Israele ci sono 10 milioni di persone e anche sono in centinaia di migliaia a manifestare contro la riforma giudiziaria, non significa che c’è una guerra civile – ha risposto -. In Israele tutti possono esprimere le proprie opinioni e questa è una benedizione. Pensiamo ai tefillin: nella scatola che si mette sulla testa i testi sono divisi in quattro parti, mentre in quella del braccio sono tutti insieme. Questo significa che con il pensiero, rappresentato dalla testa, possiamo essere diversi e avere opinioni differenti, ma nell’azione (il braccio) dobbiamo ritrovare l’unità. Il popolo ebraico è un tutt’uno e ha sempre trovato al suo interno l’unità, nonostante le divisioni. Sono convinto che succederà ancora”. Infine, ha ribadito l’importanza di Israele per gli ebrei. “Se pensate di lasciare Milano, non andate da nessun’altra parte: venite a casa, in Israele”.