di Roberto Zadik
Mercoledì 7 febbraio nell’Aula Magna Benatoff della Scuola della Comunità ebraica si è tenuto l’interessante incontro “Speed career” (Carriera veloce) dove una serie di professionisti, dall’informatica alla criminologia, alla finanza all’editoria, ha messo a disposizione dei ragazzi delle Superiori la sua professionalità dando consigli, raccontando esperienze di vita e confrontandosi collettivamente e individualmente. Organizzata dalla docente Vanessa Kamkhagi e da Irith Alcalay e dalla Scuola, l’iniziativa è stata preceduta da saluti e interventi sia del Dirigente scolastico Agostino Mele che di Giacomo Sassun, docente di Matematica, che ha sottolineato “l’importanza di questo evento di interscambio fra scuola e lavoro sia qui in Italia che in Israele”.
A questo proposito Sassun ha dato alcune informazioni sul test psicometrico che sarà il “prossimo 28 marzo e che si potrà sostenere in inglese con alcune parti fondamentali che saranno in italiano e chi si iscriverà entro il 16 febbraio pagherà 80 euro invece dei 200 previsti per l’iscrizione”.
Subito dopo ha parlato la co-organizzatrice dell’evento, la Alcalay, che ha sentitamente ringraziato i vari relatori “per aver generosamente concesso la loro professionalità e il loro tempo” invitando i ragazzi a essere curiosi e intraprendenti nel lavoro e nella vita. Subito dopo spazio ai relatori, una quindicina di persone, appartenenti ai settori e agli ambiti professionali più disparati. Fra i tanti nomi, Fabio Farhi esperto di marketing e Strategic Business Development fino alla psicoterapeuta Paola Vallani, al sociologo e criminologo Salvatore Licata famoso per diverse apparizioni televisive, da Giulia Pesaro docente di Economia e ricercatrice, fino a Claudia Segre della Global Thinking Foundation, fino a Roberto Devalle, Direttore Generale Publishing De Agostini Scuola.
Riassumendo il leit motiv della giornata è stato un appello ai giovani di “essere flessibili, curiosi, desiderosi di apprendere e pronti a raccogliere le sfide del futuro” come ha specificato il primo relatore della mattinata Fabio Farhi. Altra caratteristica fondamentale secondo lui e altri è quella di non aver paura di affrontare nuove esperienze. In questo senso ha raccontato di quando iniziò a lavorare a Parigi dopo una laurea in Economia ho ricevuto un’offerta di lavoro per una ditta tedesca. L’informatica era ancora agli albori, non sapevo assolutamente come sarebbe andata ma alla fine è andata bene. Il mio è un settore difficile e molto competitivo dove se non sei la prima azienda ma la seconda già non conti niente”.
Passando alla psicologia e alla psicoterapia, molto efficace anche l’intervento di Paola Vallani che illustrando la sua attività in cui si occupa sia di terapie per gruppi che individuali, si è soffermata sull’importanza del “rispetto per gli altri, della pazienza e dell’empatia che questo lavoro splendido e complesso mi hanno insegnato in questi anni.” Mostrando una serie di immagini delle sue attività nel suo studio che comprendono sia momenti di introspezione e di analisi psicologica e caratteriali e molti “fanno molta fatica a lasciarsi andare” che attività di gioco e di interazione fra pazienti. Giorgio Alcalay Ingegnere elettronico dove nella sua lunga esperienza lavorativa e umana, è passato dall’impiantistica occupandosi di pompe e impianti di erogazione alla meccanica. Rivolgendosi alle classi ha specificato “dovete imparare bene l’inglese, scegliere una facoltà scientifica, avere fiducia nei vostri mezzi e essere pratici e determinati”.
Così sono continuate le altre testimonianze che hanno alternato, dalle 9 alle 13, interventi davanti alla platea con incontri e domande individuali a stretto contatto coi ragazzi. Fra le tante storie, racconti di vita e lavorativi e consigli, molto interessanti anche le testimonianze del sociologo e criminologo Salvatore Toti Licata che ha focalizzato la propria attenzione “sull’importanza della comunicazione, della cura delle relazioni e dell’adattamento ai cambiamenti che vengono trascurati da molta gente ma tutti abbiamo a che fare con le persone e ogni lavoro si basa sui rapporti sociali e umani” mentre Claudia Segre della Global Thinking ha raccontato la sua storia fra sacrifici, impegno e carriera bancaria e poi di Presidente della sua società leader nel campo della Finanza e del banking sui mercati internazionali. Mettendo in luce soddisfazioni, ma anche difficoltà, parentesi biografiche, nata da una famiglia sefardita poi trasferitasi in Piemonte a Saluzzo, la Segre ha raccontato interessanti aneddoti personali come il fatto che “per sfuggire alle persecuzioni la sua famiglia fosse fuggita in Africa” e che “per lungo tempo ho condotto una vita dura lavorando e studiando, esordendo come donna in un mondo come quello economico-finanziario guidato da uomini”. Tanti ostacoli, una vita da pendolare e una brillante carriera finanziaria. Ai ragazzi ha detto “siete voi a fare la differenza, nessuno vi regala niente e non esistono scorciatoie”. Tanti discorsi, interventi, discorsi e emozioni e regole pratiche e semplici date da professionisti in ogni disciplina. Notevole anche l’intervento di Roberto Devalle, della De Agostini scuola. “Tratto un settore che per voi non è molto simpatico” ha ironizzato alludendo ai libri scolastici e ha subito messo in luce il suo interesse per tutto quello che riguardasse il business e il management. “Ho iniziato nel 1979 subito dopo la Laurea in Economia e poi sono andato a lavorare, non mi fermavo mai e cercavo di abituarmi a sfide e cambiamenti nel settore editoriale di ieri e di oggi”. Ai ragazzi ha dato una serie di regole e punti di riferimento importanti. “E’ fondamentale” ha detto “conoscere le vostre priorità, parlare chiaro, senza troppi aggettivi o giri di parole e molti CV li scarto per come sono scritti, documentarvi e aggiornarvi sempre e cercare di fare qualunque cosa nel modo migliore”. Insomma una mattinata costruttiva e pratica e conclusa da Valentina Asquini, che a 27 anni è stata la relatrice più giovane e Project Assistant di Italia Camp, attività che si occupa di innovazione e nuovi progetti. In conclusione, la professoressa Kamkhagi molto soddisfatta dell’evento ha sottolineato nuovamente la centralità per gli studenti e i giovani della curiosità, dell’intraprendenza e del cambiamento come “opportunità e non come minaccia”.