di Ilaria Myr
(Nella foto, da sinistra la preside Esterina Dana, l’assessore alla scuola Davide Hazan, l’esperta del MIUR Vanna Monducci, e la coordinatrice didattica Claudia Bagnarelli)
Costruire le linee guida per una programmazione complessiva di tutto l’istituto scolastico, che vada dalla scuola dell’infanzia al percorso delle superiori: questo l’obiettivo primario dell’importante progetto avviato nelle Scuole della Comunità Ebraica dall’ottobre di quest’anno e presentato il 20 gennaio nell’Aula Magna Benatoff della Scuola.
Sviluppato in collaborazione con esperti del MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) e finanziato da Fonder (Fondo Enti religiosi), il progetto è frutto della normativa vigente sul sistema scolastico italiano e prevede la costruzione di un curricolo verticale, ovvero la programmazione di un percorso didattico organico che assicuri la continuità dell’apprendimento nei passaggi fra i vari ordini di scuola.
In pratica, da ottobre a oggi, sotto la guida dell’esperta Vanna Monducci, dirigente dell’istituto C. Bassi di Castel Bolognese (Ravenna) e dirigente scolastico del Miur, un gruppo di lavoro costituito da docenti della Scuola ha analizzato e studiato tutto il materiale normativo a oggi esistente sulla materia: questo comprende sia le indicazioni del Ministero dell’Istruzione italiana, sia i quadri di riferimento forniti dall’Unione Europea agli Stati membri per i sistemi di istruzione.
“In questi mesi sono stati riordinati in progressione i traguardi di competenza richiesti per ogni percorso scolastico, così come indicati dal Ministero – spiega Vanna Monducci -. Partendo da macro-competenze per ogni area disciplinare, il gruppo di lavoro, costituito da 12 docenti, ha successivamente elaborato degli obiettivi specifici per ogni annualità di corso. Questa prima fase del progetto, che si è svolta da ottobre a dicembre, ha previsto 35 ore di formazione della commissione di lavoro, che ha a sua volta coinvolto gli altri colleghi nella definizione degli obiettivi annuali”.
Gli strumenti messi a punto in questi mesi hanno dunque un duplice obiettivo: da un lato mettere ‘a sistema’ un progetto formativo della scuola, dettagliato anno per anno, che copra tutti i percorsi scolastici; dall’altro, serviranno come base per la valutazione di tutti i soggetti coinvolti, come previsto dalla legislazione: quindi, gli studenti, l’istituto scolastico, i docenti, la Direzione. Mentre i traguardi dei primi sono già misurati sia internamente alla scuola con gli strumenti di valutazione in uso presso gli insegnanti, sia mediante le valutazioni esterne standard effettuate dall’Invalsi, per una valutazione dell’istituto è attualmente in fase di elaborazione un questionario destinato agli insegnanti, agli studenti e ai loro genitori. Infine, da febbraio procederà alla individuazione di metodi, strumenti e indicatori per valutare le pratiche di insegnamento dei docenti, anticipando, in un certo senso, quanto si prevede nel piano per la performance, non ancora attivo sul territorio nazionale.
E’ proprio su questo fronte della valutazione che la nostra Scuola mette a segno un primato nazionale. “La Scuola Ebraica è infatti la prima in Italia ad avere già iniziato questo percorso – aggiunge Monducci -, mentre altre 300, che partecipano al progetto VALeS, sono nella fase iniziale. Un bel motivo di orgoglio”.
Sull’onda dell’innovazione
L’iniziativa fin qui analizzata si inserisce nel più ampio quadro del percorso di evoluzione che da dieci anni caratterizza il mondo dell’istruzione in Italia e all’estero e che pone al centro non più solo le conoscenze, ma anche le competenze che si acquisiscono sulla base delle prime (imprescindibili e ineliminabili). Già dal 1999, con il Regolamento per l’autonomia scolastica, in Italia viene richiesto alle scuole di esplicitare il Curricolo che, come si legge sul sito del Ministero, “è espressione della libertà di insegnamento e dell’autonomia scolastica e al tempo stesso esprime le scelte della comunità professionale docente e l’identità dell’istituto scolastico”. Le nuove Indicazioni nazionali del 2012, e le precedenti Linee guida per i Licei e gli Istituti tecnici e professionali hanno posto in rilievo la necessità di rivedere e riprogettare l’intera offerta formativa della scuola. Mentre nel 2013 è stato introdotto il regolamento sulla valutazione (le misure di accompagnamento di questo provvedimento sono al momento in fase di elaborazione).
“Mentre una volta esisteva un programma dettagliato da svolgere in classe e sulla conoscenza di questo venivano valutati i ragazzi, oggi c’è un approccio più olistico e a 360 gradi – spiega la preside Esterina Dana-. Dal 2000 il Ministero dà delle indicazioni – non più prescrittive come un tempo – sulla base delle quali ogni docente costruisce un programma che implica naturalmente i saperi essenziali e ineliminabili, ma che tiene anche conto delle esigenze e delle attitudini di ogni studente: la personalizzazione del piano di studi è infatti una delle novità principali di questo nuovo approccio”.
A monte di tutto ciò, vi è l’idea che la missione della scuola oggi sia prima di tutto quella di formare delle persone che vivono nel mondo che ci circonda e che, grazie alle conoscenze e agli strumenti che vengono dati loro durante gli anni scolastici, sono in grado di muoversi al suo interno e di diventarne protagonisti. E, per quello che riguarda la Scuola Ebraica, vi è anche la convinzione che gli insegnamenti della tradizione ebraica siano una preziosa base e delle solide fondamenta per educare gli adulti di domani.