di Ester Moscati
Gennaio, tempo di iscrizioni a Scuola. Un atto che non è un semplice dovere burocratico, ma si traduce in una scelta di vita, che può determinare il futuro dei propri figli e, nel caso della Scuola della Comunità ebraica di Milano, il futuro della stessa comunità. Sì, perché lo slogan “Non c’è Comunità senza Scuola” non è solo una bella frase, ma una realtà. «Una realtà che tante piccole comunità ebraiche in Italia hanno purtroppo toccato con mano – dice la preside Esterina Dana – Oggi è ancora più vero e importante, perché il problema demografico è affar serio. Non si tratta solo di comunità che si svuotano per assimilazione o alyià, ma proprio di un calo del numero degli ebrei che vivono a Milano. Per questo l’iscrizione alla Scuola ebraica non è una semplice scelta individuale, ma dovrebbe essere percepita come un atto di responsabilità collettiva. Iscrivere i propri figli alla Scuola della Comunità significa guardare al futuro, guardare ai giovani, alla speranza, al popolo ebraico».
È pura passione quella che si percepisce parlando con Esterina Dana; passione per il suo lavoro, per la sua scuola, per i ragazzi. Continua: «È in una scuola ebraica che si formano gli ebrei. Tutti devono mettersi in gioco, perché solo insieme, docenti, Consiglio della Comunità, genitori e ragazzi, ce la possiamo fare. È una scelta di vita e non di morte, volere una Scuola ebraica di tutti, inclusiva. È molto semplice: i giovani ebrei sono il futuro del popolo ebraico, e i giovani ebrei si formano qui».
Nel freddo mare dei numeri di bilancio, c’è una certezza: «Le parole scuola, cultura, educazione non sono costi. Sono investimenti. Questo dovrebbe essere molto chiaro a tutti: la Scuola deve ‘vivere’, non ‘sopravvivere’. La Comunità dovrebbe fare quest’anno il ‘sacrificio’, anche in presenza di un numero esiguo di iscritti ad un indirizzo del Liceo, di tenere comunque aperte tutte le opzioni. Perché l’effetto domino può essere tragico».
Ma è importante sottolineare che la scelta di iscrivere i propri figli alla Scuola della Comunità ebraica è prima di tutto una scelta di qualità. «La nostra è una buona scuola – dice ancora Esterina Dana – spesso non si conoscono bene all’esterno tutti i nostri progetti, le attività, i gemellaggi, l’innovazione. Come non c’è l’esatta percezione di che cosa si rischia, per tutti, se la Scuola venisse depotenziata.
La nostra è una scuola viva, capace di promuovere e motivare le eccellenze, come pure di rispondere alle domande di supporto oggi definite dalla sigla Bes, bisogni educativi speciali, dalle dislessie ai problemi di apprendimento e concentrazione. Contemperare le due esigenze è una sfida che vinciamo ogni giorno. Abbiamo un corpo insegnante preparato, in molti casi eccellente, con docenti creativi, appassionati, motivati, nonostante il sistema educativo italiano non sia certo di supporto alla loro professionalità».
Quali scelte si offrono ai ragazzi che dovranno iniziare il liceo nel settembre del 2014?
«Uno Scientifico molto avanzato, dove si lavora molto sulla sperimentazione. Grazie ad alcuni insegnanti che lavorano con enorme passione, le ricadute positive vanno anche sul liceo Linguistico e sul Tecnico. La sperimentazione è stata sempre una caratteristica della nostra Scuola, già con i progetti ORT, dai contenuti sostanziosi.
Poi siamo sempre attenti e pronti a cogliere le innovazioni che vengono dal Ministero, come il Clil (Content and Language Integrated Learning), cioè l’insegnamento di discipline non linguistiche in lingua straniera. L’anno scorso abbiamo insegnato Storia dell’Arte in francese, quest’anno alcuni moduli di Matematica e Storia dell’Arte in inglese. E questo anche alla Scuola Media per moduli di Scienze sperimentali. C’è poi il progetto Teatro in francese, ideato da Vanessa Kamkhagi, nell’ambito del progetto LAIV, finanziato dalla Fondazione Scuola e dalla Cariplo. Tutto nasce spesso dalla passione e dalle idee dei nostri insegnanti, che credono nella scuola e nei ragazzi».
Oltre al Liceo Scientifico, opzione Scienze Applicate, gli studenti possono scegliere un Liceo Linguistico che offre l’insegnamento di cinque lingue, con le corrispondenti letterature; il Tecnico – amministrazione, finanza e marketing con opzione Relazioni Internazionali, dove si studia anche ebraico commerciale, volendo tener conto del fatto che molti dei nostri ragazzi vanno poi a lavorare o a proseguire gli studi in Israele. Il focus è quindi sempre sulla vita ebraica e le scelte che in questo contesto si realizzano.
La Scuola della Comunità persegue poi progetti di condivisione con le altre scuole, ebraiche e no, in Italia e all’estero. «C’è il progetto di Visual Math con un liceo in Ucraina; scambi con la Scuola ebraica di Torino; il piano regionale Generazione Web per l’informatica; il progetto iTech promosso da Indire che ha coinvolto un’intera classe. Il filmato, inserito su You Tube, ha reso la Scuola ebraica promoter dell’uso didattico del digitale, e il progetto PP&S che ci vede attualmente coinvolti in una sperimentazione integrata tra logica, matematica e informatica. Insomma, i nostri ragazzi sono protagonisti attivi della Scuola», dice ancora la preside Dana.
E l’idea di portare il Liceo a 4 anni, promossa dal Ministero? «È un progetto che può avere dei vantaggi, sul piano del risparmio di costi e su quello dell’ingresso anticipato all’Università o nel mondo del lavoro che porterebbe i nostri ragazzi in linea con i coetanei stranieri. Ma ci sono anche problemi organizzativi per quanto riguarda il monte-ore. Il Ministero prevede 5 ore in più alla settimana per compensare l’anno tagliato, ma noi 5 ore in più le facciamo già, per ebraico ed ebraismo. È un progetto da valutare seriamente».
I bambini, alla Scuola della Comunità ebraica, possono entrare al nido e uscire al liceo. È già al nido si può parlare di eccellenza. «È accreditato, con ottime educatrici e una rigorosa attenzione al benessere dei piccoli – spiega Claudia Bagnarelli, dirigente didattica di nido, scuola dell’infanzia e scuola primaria – Attenzione peraltro che viene riservata a tutti i bambini, con un monitoraggio costante della loro condizione psicofisica, delle eventuali difficoltà, e che possano esprimersi».
Né il nido né la scuola dell’infanzia sono dei “parcheggi”, tutt’altro. Insegnanti abilitate e qualificate, lavorando in piccoli gruppi, sono in grado di dare il massimo per valorizzare le potenzialità dei bambini negli anni fondamentali della loro formazione intellettiva e caratteriale. Non va sottovalutato poi il fatto che le rette per questi primi ordini di scuola sono davvero simboliche.
E alla primaria?
«Il progetto centrale di novità di quest’anno è la collaborazione con il British Council per il potenziamento dell’inglese. Nato da un’idea di Daniele Schwarz, si è sviluppato grazie all’impegno delle moròt, in particolare della coordinatrice Diana Segre. Finanziato dalla Fondazione per la Scuola, ha raddoppiato le ore di inglese per le prime e le seconde elementari, dove si lavora divisi in piccoli gruppi.
Ma tutta la Scuola primaria è eccellente e lo dimostrano i risultati Invalsi, che abbiamo adottato da prima che diventassero obbligatori, e che sono positivi, anno dopo anno.
La didattica è supportata dalle Lim, le lavagne interattive multimediali, un ormai imprescindibile strumento che le morot hanno imparato ad integrare egregiamente e che consente di alzare la qualità della didattica. Grande merito alle morot della primaria che hanno adottato e integrato le nuove tecnologie. Per l’ebraico, ad esempio, sono un supporto fondamentale al metodo Tal Am. Oggi i bambini escono dalla quinta con una buona conoscenza della lingua, con capacità di comprendere ed esprimersi correttamente.
Ma le Lim servono anche ad insegnare già ai piccoli l’approccio critico alle informazioni e alla tecnologia. Le capacità tecniche sono superiori nei bambini che nelle maestre, ma queste, con le competenze pedagogiche e con la loro esperienza didattica possono aiutarli e guidarli in questo mondo. La grande forza della Scuola ebraica è che sa coniugare la tradizione e i valori dell’ebraismo con il futuro, le tecnologie e le innovazioni in ogni campo. E questo è indispensabile con bambini vivaci, dei quali va continuamente tenuta sveglia l’attenzione. Un altro progetto che portiamo avanti da anni con successo è il Teatro con Sabra Del Mare per i più piccoli, dai 4 anni, e poi con la regista Eleonora Dall’Ovo.
Stiamo lavorando poi alla costruzione del curriculum verticale, trasversalmente, dalla scuola dell’infanzia a metà liceo. Pensiamo che ci verrà richiesto, perché diventerà obbligatorio anche per le scuole paritarie, e cerchiamo di anticipare, come abbiamo fatto con l’Invalsi
Quest’anno esce l’unica sezione di quinta, mentre abbiamo da formare due prime, quindi i numeri ci fanno ben sperare per il futuro».
«La nostra scuola è la “scuola pubblica” della Comunità di Milano. – dice l’assessore alle Scuole Davide Hazan – È la scuola di tutti che permette ai figli degli iscritti che la frequentano dal Nido al Liceo di diventare degli ebrei adulti, pienamente integrati nella società circostante». È una Scuola però che ha ormai cinquant’anni e diversi problemi strutturali «Per questo oggi una delle priorità è affrontare la ristrutturazione degli impianti e dei locali, chiedere agli esperti un progetto architettonico ad hoc per ottimizzare gli spazi e, contestualmente, far partire una raccolta fondi mirata proprio sul rinnovo dei locali. Stiamo procedendo a declinare qualcosa di operativo riguardo a questo piano. Con l’inizio dell’anno richiederemo ai fornitori le offerte per cominciare a eseguire le migliorie infrastrutturali necessarie alla scuola, con l’obbligo di cominciare i lavori dalla prossima primavera.
L’altra idea è quella di lavorare su un piano strategico; grazie all’attività di presidi e insegnanti è quasi pronto il “curriculum della scuola” che verrà presentato nel corso di questo mese di gennaio e sarà la base per la scuola del futuro. Ci vuole un gruppo di lavoro, formato da esperti di alto spessore, che lavori nei prossimi sei mesi per delineare le guide per la scuola di domani. Sarà una scuola orientata al futuro, all’innovazione ma con le radici ben piantate nella sua storia e questi esperti avranno un obiettivo chiaro: redigere un documento strategico per la scuola da qui ai prossimi tre-cinque anni».
Novità per la Scuola: nasce il Gruppo Horim-Genitori
di Ilaria Myr
Con due riunioni, tenutesi il 24 novembre e il 18 dicembre, si è ufficialmente costituito il gruppo di lavoro di genitori Horim. Nato per iniziativa dei rappresentanti dei Consigli d’Istituto delle Scuole della Comunità Ebraica di Milano, in accordo con il neo-assessore alla Scuola Davide Hazan, il gruppo Horim ha l’obiettivo di fornire suggerimenti per riuscire a migliorare vari aspetti della nostra scuola, non interferendo in alcun modo con l’ambito didattico. L’invito a partecipare è stato inviato, con una mail ai primi di novembre, a tutti i genitori degli studenti della scuola. Il gruppo è a oggi costituito da circa 30 genitori volontari, ma è aperto a chiunque abbia voglia di dare il proprio contributo alla scuola.
Il lavoro del gruppo verterà principalmente su tre aree:
A) Valorizzazione e miglioramento della comunicazione di tutte le buone pratiche e i progetti d’eccellenza che la scuola ha già in essere
B) Proposte e supporto concreto a progetti nuovi o esistenti per quanto attiene la sfera “parascolastica” (solo per fare degli esempi: potenziamento extracurriculare delle aree linguistiche per tutti gli ordini scolastici, raccolta di informazioni sulle opportunità post liceali in Italia e all’estero, etc).
C) Impegno comune per mantenere aperta in maniera costante e sviluppare ulteriormente la comunicazione tra le istituzioni e gli utenti tra Ragazzi-Genitori-Scuola-Assessorato-Comunità.
Chiunque fosse interessato a partecipare, è pregato di scrivere alla mail del proprio ordine scolastico: Liceo: ioaiutoilicei@gmail.com; Medie: ioaiutolemedie@gmail.com; Asilo Nido/Materna/Elementari: ioaiutolelementari@gmail.com