Cento opere d’arte realizzate da donne e uomini imprigionati nei campi di concentramento, relegati nei ghetti o sfruttati nei campi di lavoro in mostra al Deutsches Historische Museum di Berlino, nell’ambito dell’esposizione “Arte e Olocausto”, organizzata da Yad Vashem, che si concluderà il prossimo 3 aprile. L’occasione è il cinquantenario del ristabilirsi delle relazioni tra gli ebrei, che finalmente il 25 gennaio 1966 avevano il loro Stato, e la Germania dal cupo passato hitle
riano.
“Dietro queste opere si nascondono tanti destini”, ha detto il presidente del museo Alexander Koch, “persone, nomi che sono dimenticati”. I quadri, realizzati tra il 1939 e il 1945, sono parte della collezione del memoriale della Shoah Yad Vashem.
Molti degli artisti non sono sopravvissuti ai campi di concentramento. Gli schizzi e i quadri documentano la brutalità della vita nei lager, ritraggono i volti dei prigionieri o rappresentano scene immaginarie come panorami sul mare, un sogno di fuga dalla violenza nazista di quegli anni.
All’inaugurazione della mostra The Art of The Holocaust ha partecipato la cancelliera Angela Merkel che ha incontrato l’unica artista ancora vivente, Nelly Toll.
Nascosta con la madre presso una famiglia polacca durante la seconda guerra mondiale, Nelly è autrice di alcuni sorprendenti acquerelli raffiguranti una Cenerentola che, invece di sposare il principe, viene invitata da una potente principessa ad ascoltare, nel palazzo reale, la musica di una grande pianista – una trasposizione artistica delle fiabe russe e di sua madre Rozia.