di Michael Soncin
Pittori, scultori, architetti e fotografi hanno animato con la loro arte, durante la prima metà del Novecento la città di Karlsruhe, situata nel sud-ovest della Germania. Artisti ebrei che hanno contribuito a caratterizzare l’espressionismo tedesco, che si distingue – anche – per la travolgente tempesta di colori, fatta di pennellate dalle sature cromie acide, colori che sembrano fondersi sulla tela, come cera di candela.
E proprio a Karlsruhe fino al 12 settembre 2021 è possibile visitare presso la Städtische Gallerie la mostra dal nome: Verborgene Spuren. Jüdische Künstler*Innen und Architekt* Innen 1900-1950, ‘Tracce nascoste: Pittori e architetti ebrei a Karlsruhe, 1900-1950’.
Furono infatti molti gli artisti ebrei che nei primi anni del XX secolo hanno vivificato nei suoi molteplici aspetti espressivi il panorama culturale di questa città. Questo fino a quando nel 1933, il regime totalitario della Germania nazista fece calare su di loro l’oscurità, un buio mirato ad escluderli per sempre, una discriminazione sistematica, che come ben sappiamo li costrinse, come tutti gli ebrei d’Europa, a tentare di fuggire per mettersi in salvo, cercando invano di scappare alle deportazioni antisemite, che portarono ad uno sterminio che uccise 6.000.000 di ebrei.
Gli ebrei a Karlsruhe furono importanti anche per il ruolo svolto nel campo della musica e del teatro. Ma perché molti vennero attratti da questa città? La calamita fu senz’altro per la rinomata e ampia offerta culturale, fatta di eccellenti facoltà universitarie ed accademie artistiche, di cui anche le donne potevano fare parte.
La missione principale della Städtische Gallerie e di riaccendere le lanterne, illuminando una storia che non solo è stata dimenticata, ma che in parte è andata perdendosi. E lo fa in un’esposizione completa con un parterre di 24 artisti. Chi nacque a Karlsruhe, chi di passaggio o chi venne per studiarci, ma indubbiamente tutti essi lasciarono il proprio sigillo al bracciale artistico della città. “Charms” come la pittrice Sonia Terk Delaunay, nativa di Odessa, cittadina ucraina fortemente permeata di ebraismo; la fotografa Liselotte Greschebina, nata a Karlsruhe che riuscì ad affermarsi pienamente in Israele.
Inoltre, un’altra protagonista dell’esposizione, anche lei nativa nella già citata cittadina tedesca è Emma Dessau Goitein, pittrice e xilografa, discendente di un’antica famiglia di rabbini ungheresi. Ella visse parte della sua vita in Italia, principalmente tra Bologna e Perugia, distinguendosi oltre come artista anche per il ruolo di attivista nel sionismo italiano. Le sue opere si trovano nelle collezioni private di tutto in mondo e in celebri musei come il British Museum di Londra.
Artisti singolari, fautori di un’arte che graffia nelle sfere più intime dell’essere umano, un inconscio che, tremando, emerge negli occhi dell’osservatore, rappresentando così l’incontro diretto con l’animo dell’artista che direttamente si posa sull’anima di chi per un istante si sofferma a guardare le loro opere.
Dipinti, disegni, stampe, sculture, fotografie, progetti architettonici e documenti storici. Sono i pezzi in mostra, testimonianza dell’enorme contribuito che il mondo ebraico ha dato alla storia dell’arte nella maniera più diversificata possibile.
A fare da cornice alla mostra, vi è un dettagliato catalogo in lingua tedesca – con in copertina raffigurato un quadro di Hanns Ludwig Katz, esponente di spicco dell’espressionismo tedesco – dal titolo: Verborgene Spuren: Jüdische Künstler*innen und Architekt*innen in Karlsruhe, editore Michael Imhof Verlag edizioni, pp. 256, euro 39,95.
https://www.youtube.com/watch?v=uenqmyWY7Ow&t=185s
Elenco completo degli artisti in mostra: Ellen Auerbach, Robert Curjel, Sonia Delaunay-Terk, Emma Dessau-Goitein, Benno Elkan, Richard Fuchs, Liselotte Grschebina, Leo Haas, Fritz Hirsch, Hilde Hubbuch, Mely Joseph, Rudolf Joseph, Leo Kahn, Hanns Ludwig Katz, Anna Klein, Fritz Landauer, Ludwig Levy, Rudolf Levy, Edith Moos, Emil Pottner, Ludwig Schwerin, Klara Vogel-Gutman, Fritz Wermer, Gustav Wolf.