Particolare del dipinto Grassano come Gerusalemme (GAM Torino)
di Michael Soncin
Carlo Levi nel panorama del ‘900 merita senz’altro di essere collocato tra i grandi. Un dettaglio – per quanto evidente – che alcuni critici del passato non sono stati all’altezza di cogliere. Una percezione che invece oggi sta riemergendo sempre più, e che vede nell’anniversario dei 120 anni dalla nascita, diverse iniziative in memoria di una figura chiave dell’ebraismo italiano.
I dipinti in esposizione al GAM
“Figura per certi versi di stampo rinascimentale mentre per altri europeo in termini profondamente innovativi, Carlo Levi (Torino 1902- Roma 1975) ha posto le basi di un dibattito sulla dicotomia Nord/Sud fuori dagli schemi economici o antropologici, oggi più che mai attuale”.
Alla Galleria d’Arte Moderna – GAM di Torino fino all’8 maggio 2022 la mostra CARLO LEVI. Viaggio in Italia: luoghi e volti, curata da Elena Loewenthal e Luca Beatrice, mette in risalto due costanti nella sua prolifica produzione artistica: il tema del ritratto ed il tema del paesaggio.
Trenta le opere esposte, tutte in genere olio su tela, realizzate tra il 1923 e il 1973, in cui è possibile notare le varie fasi del suo stile, che partono con un esordio più ‘oggettivo’, proseguono con un tono più espressionista, per volgere poi dopo la II Guerra Mondiale, ad un moderno realismo.
L’autoritratto a letto, cornice del percorso espositivo
Tra questi ricordiamo l’autoritratto Il letto (A letto), scelto come immagine della mostra, appartenente alla fase iniziale del suo percorso, un piccolo dipinto olio su tela del 1929, di un Carlo Levi giovanissimo, scelto alla Biennale di Venezia nel 1930. Già lì s’intravede il talento anche nelle vesti di pittore. «Qui Carlo Levi – spiega Luca Beatrice – sta per approcciare il gruppo de i 6 di Torino [il gruppo di sei artisti che si formarono alla scuola di pittura privata di Felice Casorati], la prima fase della sua pittura, forse la più conosciuta nella sua città natale. Comincia così una straordinaria avventura di un intellettuale, di un artista, che seguiremo nel corso dei decenni».
Grassano come Gerusalemme, un “paesaggio lunare”, raccontato da Elena Loewenthal
C’è poi Grassano come Gerusalemme, dipinta nel 1935, che ha una storia curiosa raccontata da Elena Loewenthal: «Realizzato all’inizio del suo anno di esilio, di confino in Lucania (dopo Grassano fu trasferito ad Aliano), questo quadro ha una strana affinità con un’altra esperienza di disegno di Carlo Levi. Quando era in carcere sotto il regime fascista (una delle tre volte in cui fu in carcere), chiese dei colori per continuare a dipingere anche in prigione, ma gli furono negati. Allora si fece portare del blu di metilene – che ha proprietà coloranti -, e con quello che in realtà è un medicinale, disegnò, su dei foglietti di carta, dei ritratti e delle nature morte. Grassano come Gerusalemme, infatti, in parte è dipinto con i colori della terra, in senso materiale. Lui prese della terra e la usò per dipingere questo paesaggio dei calanchi, struggente, nel quale abitò per un anno e che lo colpì moltissimo, perché è un paesaggio lunare. Qui vi portò anche Pier Paolo Pasolini».
Intellettuale a tutto tondo
I fratelli, altra opera, s’ispira al famoso capolavoro letterario Cristo si è fermato a Eboli, romanzo autobiografico pubblicato nel 1945, che racconta la sua condanna al confino per la sua attività antifascista; o ancora La casa Bombardata del 1942.
Medico, scrittore, pittore, intellettuale, giornalista, protagonista della vita politica, molti i campi in cui egli spaziò. Uno degli obiettivi dell’esposizione è di ripensare, rivalutare la sua figura di personaggio poliedrico perché, come scrive Loewenthal: “Se al Sud, e in particolare nella sua Lucania, è diventato una sorta di canone antropologico del territorio e della umanità che lo abita, all’altro capo del Paese è da troppo tempo uscito dall’agenda culturale”.
Catalogo della mostra al GAM di Torino. A cura di Elena Loewenthal e Luca Beatrice, Carlo Levi Viaggio in Italia: luoghi e volti, Silvana Editoriale, testo bilingue italiano e inglese, pp. 72, illustrazioni 45, euro 16,00 (In copertina il dipinto autoritratto “A letto”).
La mostra nelle antiche ghiacciaie
Sempre a Torino negli spazi delle antiche ghiacciaie del Mercato Centrale ha aperto il 2 aprile la mostra Il viaggio di Carlo Levi, visibile al pubblico fino al 2 maggio 2022. Tra i presenti all’inaugurazione, l’accademico Stefano Levi Della Torre, nipote dell’artista e Daniela Fonti, presidente della Fondazione Carlo Levi. L’allestimento di snoda attorno al libro Cristo si è fermato a Eboli, che diventò anche una pellicola cinematografica nel 1979. Tra i pezzi esposti gli adattamenti filmografici, fotografici e fumettistici. Uno spazio è dedicato alle riprese del film, in occasione dei 100 anni dalla nascita del noto regista Francesco Rosi. Presenti dei ritratti di Carlo Levi, reportage di fotografi nazionali ed internazionali.