di Roberto Zadik
Molto si è parlato delle stranezze e delle opere di un pittore straordinario come il genio del surrealismo Salvador Dalì, personaggio stravagante, brillante e lunatico. Amico del regista Luis Bunuel e del poeta Garcia Lorca, Dalì visse una vita eccessiva e piena di aneddoti, scrisse libri, fu non solo pittore ma anche scultore, foto
grafo e disegnatore.
Questo geniale e versatile artista nasconde però tanti segreti. Uno di essi sono le opere ispirate a Israele e alla storia del popolo ebraico che egli realizzò nel 1968. A dare la notizia il sito Times of Israel che ha approfondito la pubblicazione, dopo la storica vittoria dello Stato ebraico nella Guerra dei Sei Giorni, di una serie di litografie che Dalì avrebbe creato ispirato dal contributo di Marc Chagall quando decorò le vetrate della Sinagoga dell’Ospedale Hadassah di Gerusalemme. Pubblicate dalle edizioni Shorewood, l’editore commissionò a Dalì una serie di opere grafiche intitolate “Aliyah Suite” e collegate alla parola “Aliyah” che significa “salita verso Israele”. Realizzate su carta con inchiostro di china, si tratta di immagini splendide che però sono state pubblicate in copie molto limitate e dimenticate col trascorrere del tempo.
Ma quali sono i soggetti e gli argomenti di questi lavori rari e preziosi? Si tratta di 25 litografie pubblicate in 250 serie grazie alle quali l’artista guadagnò 150mila dollari pagati dall’editore e da “Israel Bonds”, fondo di sostegno a Israele con sede a New York. Le opere sono una sorta di storia emotiva del popolo ebraico per immagini, dagli anni dell’esilio Babilonese fino alla Guerra d’Indipendenza e alla nascita d’Israele passando per la Diaspora e la Shoah. Un lavoro intenso e suddiviso per tappe ben precise nelle quali l’artista spagnolo rappresentò anche episodi religiosi e mischiando storia, tradizione ebraica, religione creando un qualcosa di unico e di estremamente suggestivo.
Legato alla sua compagna Gala che rifiutò totalmente le proprie origini ebraiche, queste litografie rivelano l’insospettabile curiosità di Dalì per il popolo e la terra d’Israele, nonostante l’artista, fra le sue tante esternazioni, espresse più volte opinioni monarchiche e simpatie verso la dittatura di Francisco Franco. Estremamente rigorose e precise, queste illustrazioni spiccano per il mix di emotività e sobrietà e vennero eseguite da Dalì con sorprendente rigore, dimostrando che nonostante il suo bizzarro carattere, questo artista sapeva impegnarsi a fondo e in questo caso egli creò una cronologia coerente e assolutamente solida della storia ebraica e del suo tormentato percorso attraverso le epoche. Fra le opere più significative di questa raccolta, la raffigurazione “Aliyah” in cui vi è un ragazzo avvolto nella bandiera di Israele, “Out of the depths” chiamata così dal testo di un Salmo, dove Dalì rappresenta l’orrore dei lager nazisti con un gruppo di ebrei recintati nel filo spinato dei lager e l’immagine “Hatikvah” con un ragazzo che balla in uno spartito di note. Significativo anche il lavoro “A moment in History” in cui l’artista illustrò la dichiarazione d’Indipendenza di Israele, in quel 14 maggio 1948 rappresentando David Ben Gurion assieme ai capi dell’Haganà.
Nella collezione non mancano anche immagini gioiose col popolo ebraico che balla vicino alla Menorah nell’opera “Ora Hora”, belliche, come la battaglia sulle colline di Gerusalemme e altamente spirituali religiose e spirituali che rappresentano la circoncisione in “The Covenant”. Un’antologia di lavori per scoprire un lato ignoto del grande Dalì che seppe stupire e spiazzare fino alla sua morte, avvenuta a 85 anni il 23 gennaio 1989.