“Donna nuda seduta”, l’opera di Schiele trafugata dai nazisti, è stata riconsegnata agli eredi di Fritz Grünbaum

Arte

di Pietro Baragiola

Un’altra opera dell’artista austriaco Egon Schiele è stata restituita venerdì 26 luglio agli eredi di Fritz Grünbaum, il cabarettista e collezionista d’arte ebreo a cui i nazisti l’avevano sottratta durante la Seconda Guerra Mondiale.

L’opera, intitolata “Donna nuda seduta”, è un disegno del 1918, realizzato meno di un anno prima della morte di Schiele, e raffigura Edith, la moglie dell’artista.

Per diversi anni questo disegno è stato custodito dalla famiglia Papanek, ebrei austriaci che erano riusciti a fuggire dalle persecuzioni naziste del 1938, spostandosi prima in Francia e poi in America, e che, decenni più tardi, avevano acquistato l’opera senza conoscerne l’origine. Negli ultimi anni, indagando sulla sua provenienza, i Papanek hanno contattato gli eredi di Grünbaum e hanno deciso di provvedere personalmente alla restituzione del disegno per “fare la cosa giusta”.

Alla cerimonia di restituzione, tenutasi venerdì nell’ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan Alvin L. Bragg, erano presenti gli eredi di entrambe le famiglie. “I Papanek e i Grünbaum sono stati profondamente colpiti dall’Olocausto ma vi sono sopravvissuti” ha affermato Bragg durante l’evento. “È particolarmente toccante essere qui oggi al loro fianco e vorrei personalmente ringraziare la famiglia Papanek per la disponibilità a collaborare pienamente nel restituire quest’opera d’arte.”

“Donna nuda seduta” è l’undicesima opera riconsegnata alla famiglia Grünbaum che, solo da settembre 2023, è tornata in possesso di ben tre disegni modernisti da musei statunitensi e collezioni private, diventando oggi il più grande caso americano di restituzione di opere d’arte trafugate durante l’Olocausto.

 

La vita di Fritz Grünbaum

Nato il 7 aprile 1980, Franz Friedrich Grünbaum è stato un noto cabarettista, scrittore, attore e regista della Vienna tra le due guerre. Suo padre era un grande collezionista e mercante d’arte della città di Brno, in Moravia, e lui negli anni ’30 è diventato un importante antinazista, facendo sentire la sua voce sia durante le sue esibizioni pubbliche, sia scrivendo per un quotidiano di Vienna.

Dopo l’invasione tedesca dell’Austria il 12 marzo 1938, Fritz, come molti altri ebrei, ha cercato di fuggire dal Paese e trovare rifugio in Cecoslovacchia ma, malauguratamente, è stato respinto al confine. Ha deciso allora di rimanere nascosto in attesa di un’altra opportunità di fuga ma, prima che questa si palesasse, è stato arrestato dalle autorità naziste, imprigionato a Vienna e deportato nel campo di concentramento di Dachau.

Ad eccezione di un breve periodo a Buchenwald, Grünbaum è rimasto a Dachau fino alla fine della sua vita, morendo di tubercolosi nel gennaio 1941.

La sua collezione di opere d’arte è stata completamente trafugata dai nazisti e conteneva oltre 400 pezzi tra cui 81 opere di Schiele.

 

L’opera dei Papanek

L’arte di Schiele era considerata “degenerata” e contraria all’ideologia del regime nazista, per questo motivo il curatore personale di Adolf Hitler era stato incaricato di venderne le opere all’estero e utilizzare i proventi per finanziare lo sforzo bellico.

Quando Grünbaum è stato fatto prigioniero a Dachau nel 1938 è stato obbligato a firmare un foglio per consentire ai nazisti di impossessarsi della sua collezione d’arte.

Entro il 1956 la maggior parte della collezione di Grünbaum si trovava in una casa d’aste svizzera dove il proprietario era solito falsificare costantemente i documenti di provenienza delle opere che riceveva in modo da sostenere di averle ottenute legalmente. I disegni poi sono stati venduti a Otto Kallir, un mercante d’arte ebreo di New York e fondatore della Galerie St. Etienne, che commerciava prevalentemente in arte trafugata dai nazisti.

Nel 1961 Kallir ha venduto “Donna nuda seduta” ai coniugi Helene ed Ernst Papanek per la cifra di 4000 dollari. I Papanek ai tempi erano psicologi di spicco che erano fuggiti dall’Austria negli Stati Uniti rimanendo sempre un passo avanti all’invasione dei nazisti, dai quali erano riusciti a salvare centinaia di bambini ebrei.

Nel 1969 Helene ed Ernst hanno regalato il disegno al figlio Gustav e, da allora, l’opera è rimasta appesa nel salotto di casa diventando parte della famiglia. Si dice che quando la moglie di Gustav, Hanna, si ammalò e fu costretta a letto per diversi giorni fece spostare il disegno in camera sua.

Nessuno aveva la minima idea di avere davanti un’opera trafugata dai nazisti.

Dopo la morte di Gustav, avvenuta nel settembre 2022, i suoi parenti hanno iniziato le ricerca sulla provenienza del disegno finché il genero, Rocco Orlando, ne ha riscoperto ufficialmente l’origine, attribuendone l’appartenenza ai famigliari di Fritz Grünbaum.

“Crediamo fermamente che restituire il disegno ai Grünbaum sia la cosa giusta da fare” ha dichiarato Orlando in un’intervista rilasciata alla Jewish Telegraphic Agency. “Una cosa di cui siamo grati è che Gustav e Hanna non sono mai stati a conoscenza del passato nazista dell’opera e sono riusciti a godersela in casa per 40 anni senza che diventasse un costante ricordo dei traumi della Seconda Guerra Mondiale.”

Ora il disegno sarà venduto dalla rinomata casa d’aste Christie’s e il ricavato verrà destinato alla Fondazione Grünbaum Fischer “per sostenere giovani artisti di talento che vengono da contesti svantaggiati”, come ha affermato l’erede della famiglia Grünbaum, Paul Reif, durante la cerimonia.

“Christie’s è entusiasta di fare la sua parte nella crescente eredità di Fritz Grünbaum e dei suoi eredi. Oggi un’altra opera d’arte appartenuta a Fritz viene giustamente restituita alla sua famiglia e, in quanto casa d’aste con il più grande dipartimento di restituzione al mondo, Christie’s non vede l’ora di battere questo pezzo nel prossimo futuro” ha affermato Marc Porter, presidente e responsabile delle restituzioni di Christie’s, durante la chiusura dell’evento.