Le opere riguardanti gli ebrei, infatti, si soffermano sulla salvezza del popolo da quel progetto genocida. L’esibizione che ha aperto al pubblico dall’11 settembre è stata notevolmente ispirata dall’impegno umanitario di Chuine Sugihara, diplomatico giapponese residente in Lituania che ha emesso migliaia di visti verso il Giappone, salvando in questo modo oltre seimila ebrei nel culmine dei massacri della Shoah. Come ha sottolineato la curatrice del Museo, la Dott.ssa Etty Glass Gissis, “questa esibizione intende trasferire un messaggio universale di umanità, comprensione e tolleranza, oltrepassando qualunque differenza culturale, storica e comportamentale, attraverso il contributo di alcuni grandi artisti giapponesi appassionati di narrativa ebraica.”
Opera principale della mostra è l’opera Il Mare del tempo (nella foto) realizzata da un artista famoso a livello internazionale come Tatsuo Miyajima, nato nel 1957. Realizzata con il contributo di oltre 300 persone, principalmente i discendenti dei sopravvissuti salvati da Sugihara, si tratta di una installazione distribuita su uno spazio di cinquanta metri quadri e formata da 300 luci che simboleggiano le varie prospettive individuali delle persone rispetto a quanto accadde a quell’epoca e al salvataggio avvenuto grazie all’eroico contributo di Sugihara. Un’opera fortemente simbolica che intende evidenziare il potere della tolleranza e dei valori umani come “antidoto” all’odio verso l’altro che animava il nazismo.
“Gli accadimenti dell’Olocausto” ha proseguito ” contengono lezioni universali che meritano la comprensione da parte di tutti i popoli e le culture e speriamo che attraverso la prospettiva inedita dell’arte giapponese, venga offerto un nuovo inquadramento di questa tragedia e dell’eroismo e della solidarietà che lega gli ebrei e i giapponesi”. L’esibizione si conclude con l’attualità con un approfondimento delle attuali relazioni fra popolo ebraico e giapponese ed essa è stata resa possibile attraverso il sostegno di donatori in Israele e nel mondo. Il Museo Tikotin è situato a Haifa sulle pendici del Monte Carmelo e la prima collezione di arte giapponese apparteneva al collezionista ebreo olandese Felix Tikotin. La sua collezione e lui stesso, sopravvissero alla Shoah ed egli decise di spostare la sua collezione in Israele ed essa divenne la base per l’attuale Museo intitolato a suo nome.