L’arte di Silvio Wolf, a Parma e San Vito al Tagliamento, prende forma con delle installazioni site-specific 

Arte

di Michael Soncin
E fu sera e fu mattina”, non c’è forse frase più famosa di questa nella Torah. Infatti, è ben noto il valore della luce nell’ebraismo. Proprio la luce che irradia, alternanza del buio tempestoso delle tenebre, è uno degli elementi presenti nelle opere di Silvio Wolf, artista conosciuto per le sue installazioni site-specific.

Una personalità dello stile eclettico. Nato a Milano nel 1952, ha studiato filosofia e psicologia in Italia e fotografia e arti visive a Londra. Oggi Wolf vive e lavora tra Milano e New York: a Milano è  membro della facoltà presso l’Istituto Europeo di Design IED, mentre a New York è Visiting Professor presso la School of Visual Arts SVA. 

Per vivere un’esperienza immersiva, nella sua visione creativa, ha da poco realizzato due installazioni: Essere e Divenire. Un Viaggio all’Origine dell’Immagine, della Vita, dentro lo spazio di Borgo delle Colonne a Parma, fino al 22 dicembre 2024; I Nomi della Luce. Rivelazione e Occultamento dell’Immagine presso l’Antico Ospedale della Confraternita dei Battuti, a San Vito al Tagliamento (Pordenone), fino al 12 gennaio 2025.

I Nomi della Luce

I valori multipli della luce

Quale valore, quale significato ha la luce nelle sue creazioni?
«Direi che la luce ha valori multipli. Nella realizzazione delle mie installazioni è senz’altro una forma di scrittura. È il mezzo principale con il quale io scrivo le mie immagini, che hanno una base, una rilevanza fotografica. Realizzo immagini a partire da dati di realtà, catturandoli attraverso l’azione fotografica. Ci sono delle entità fisiche, materiali. Il mio lavoro è quello di costituirle virtualmente. Mi piace molto l’idea di immagine dello strappo, come lo è nel caso degli affreschi».

 A differenza della tecnica dell’affresco, nel suo caso è la luce che permette quello che lei definisce “strappo”?
«Sì. È la luce che mi permette questo strappo, non lo scalpello, non il pennello, infatti la adopero a questo scopo. Inoltre, in entrambe le installazioni, la luce è anche soggetto, non è solo mezzo. Ad esempio, nell’installazione di Parma, Essere e Divenire, la luce rende visibile lo spazio. Tutte le opere sono retroilluminate, la luce ha funzione attivatrice, rendendole visibili, creando al tempo stesso la percezione visiva dello spazio. L’installazione è costituita da una serie di opere di diversi linguaggi: ci sono le immagini, date dalla fotografia, la luce e il suono, altra componente molto importante. Mentre nell’istallazione I Nomi della Luce a San Vito al Tagliamento, la luce addirittura è resa visibile perché al primo piano ho illuminato quelle parti di intonaco mancanti. Come se fossero stati degli affreschi strappati».

Un’opera quindi che si costruisce nel dialogo delle due parti, nata dall’installazione, effimera perché ha durata limitata nel tempo. Rimarranno le foto, che diventeranno a sua volta un ulteriore mezzo di espressione.
«Il rapporto presenza-assenza si collega alla luce divenendo immagine. Sono molto suggestionato dagli spazi. Prima di fare un intervento, vado direttamente sul luogo, lo studio, l’osservo. Guardo le immagini che c’erano e al tempo stesso mi immagino quelle che potevano essere esistite un tempo e ora non ci sono più. Quello che io voglio fare è riportarle alla luce. L’assenza è resa visibile. La presenza e l’assenza sono due aspetti di un unico percorso. Il mio progetto, la mia missione è di rendere visibile le cose».

Essere e Divenire

Come mai hai scelto questi due luoghi?
«La domanda è difficile. In un certo modo sono io che vengo scelto. C’è una persona, un curatore che mi invita a realizzare la mia opera in un luogo. In questi luoghi prende vita una simbiosi: l’opera è luogo, il luogo è trasformato dai segni che vi ho apportato e non è più com’era prima».

L’immagine che valore ha per lei?
«Per me l’immagine può avere più strati, può essere letta in diversi modi, soprattutto a partire da quella letterale, in particolare se sono immagini fotografiche. Queste immagini diventano metafore, simboli, entrando a far parte di altri percorsi».

Clicca qui sotto per maggiori informazioni dei rispettivi eventi

Essere e Divenire. Un Viaggio all’Origine dell’Immagine, della Vita
Parma, presso Borgo delle Colonne, 28 – 43121. Fino al 22 dicembre 2024. 

 I Nomi della Luce. Rivelazione e Occultamento dell’Immagine
San Vito al Tagliamento (Pordenone), presso Antico Ospedale di S. Maria dei Battuti. Fino al 12 gennaio 2025 press 

SilvioWolf.com

Nella foto in alto: installazione I Nomi della Luce