di Ilaria Ester Ramazzotti
Pietre preziose: alla scoperta della proporzione divina del diamante, con un nuovo geniale “taglio”
Ci sono cose che piacciono a tutti, ma non tutti sanno perché. I girasoli e le rose, per esempio. Ma anche le piramidi egizie, il Partenone di Atene o Palazzo Vecchio a Firenze. E le opere di Leonardo Da Vinci, dalla Gioconda all’Uomo vitruviano. «È per l’armonia di ciò che vediamo – introduce Bobak Nasrollahi Moghadam, appartenente alla comunità persiana milanese -, poiché la percezione umana mostra una naturale attitudine verso le proporzioni costruite con la sezione aurea, universalmente considerata come espressione di bellezza perfetta». Gemmologo e imprenditore nel settore dei diamanti, con una lunga tradizione famigliare alle spalle, ci racconta della sua scoperta e proposta: il Leonardo Da Vinci Cut.
Si tratta di un modo di tagliare il diamante grezzo secondo la sezione aurea, il rapporto aureo o “proporzione divina”, che nell’ambito delle arti figurative e della matematica si riferisce al numero irrazionale 1,6180339887, definito da Euclide e poi studiato e applicato fra gli altri da Leonardo Da Vinci.
«L’uomo vitruviano è rappresentato secondo la perfetta proporzione, la stessa che si rileva nei semi del girasole o nella distanza dei petali opposti nel fiore della rosa, pari a 1,618 – prosegue Bobak Nasrollahi Moghadam -. Anche in architettura esiste una infinità di esempi di proporzione aurea. Nella successione di Leonardo Fibonacci, il Leonardo pisano nato duecento anni prima di Leonardo Da Vinci, dividendo ogni numero per quello precedente il risultato è sempre 1,618. Anche questo ha contribuito a far trasparire l’importanza di questo numero nei secoli». Appassionato di Dante e di Leonardo Da Vinci, spiega di avere avuto «la fortuna di studiare alla scuola ebraica sperimentale sotto la presidenza di Paola Sereni, ma anche di aver viaggiato molto per lavoro», avendo modo di approfondire la cultura rinascimentale e leonardiana.
«Ho in particolare avuto la fortuna di leggere il De Divina Proportione di Da Vinci e Luca Pacioli, che illustra sessanta poliedri in sezione aurea. L’occhio mi è caduto su quello che sembrava un vecchio taglio di diamante e mi è venuta l’idea di tagliare un diamante grezzo secondo il rapporto aureo. Altri due poliedri del volume appaiono infatti come il mio Leonardo Da Vinci Cut. Così Leonardo, seppur senza saperlo, questo taglio l’aveva già immaginato».
Partendo dalla gemma grezza e tagliandola seguendo la traccia dei disegni dei poligoni del De Divina Proportione, Bobak Nasrollahi ha dato così forma al primo taglio di diamante “secondo Leonardo”. «Un risultato bello e brillante – ricorda -, ma non ero ancora in grado di stabilire se avessi scoperto qualcosa di importante. Poi ho ricevuto dei riconoscimenti e i certificati gemmologici IGI e GIA ad Anversa e in America. Sono anche ambasciatore di Palazzo Vecchio e del Comune di Vinci in Toscana, che ha riconosciuto il valore del progetto e dato il suo patrocinio. Al Museo Leonardiano a Vinci è oggi esposto il Leonardo Da Vinci Cut quale “nuova scoperta sul genio toscano”.
Una scoperta che ritengo importante proporre anche ai ragazzi delle scuole – conclude -. Come società, inoltre, finanziamo borse di studio per formare giovani restauratori e mi piacerebbe far restaurare qualcosa di Leonardo. Il prossimo 2 maggio 2019 saranno passati 500 anni dalla sua morte e per l’occasione vorrei proporre a Firenze e a Vinci qualche evento importante, magari anche a Milano, dove fu così attivo, perché ancora oggi possiamo imparare così tanto da quell’uomo, grazie alla tecnologia, che è come se fosse tuttora vivo».