di Nathan Greppi
Negli ultimi mesi sono stati più di 6000 coloro che hanno visitato la mostra Ritratti Sefarditi: Dal passato al presente (Retratos Sefardies in spagnolo), tenutasi nel Museo Diocesano de Arte Sacro di Orihuela, nel sud della Spagna. La mostra, tenutasi dal 6 marzo al 23 ottobre, è stata ideata dal pittore spagnolo Daniel Quintero, nato nel comune di Malaga e di origini sefardite.
Il museo dove è situata la sua collezione è situato nel Palazzo Episcopale di Orihuela. Essa è stata pensata per far dialogare ebrei e cristiani, e anche per mettere in luce la storia degli ebrei spagnoli, che secondo l’artista è poco conosciuta. La collezione consiste in 13 dipinti, che secondo Quintero “offrono una visione positiva della relazione tra due religioni derivate dalla stessa radice.”
“Penso che questa sia la prima mostra con un tema solamente ebraico in un museo cattolico”, ha dichiarato martedì 25 ottobre in un’intervista al Jerusalem Post. Il suo obiettivo era di tenere in vita il ricordo della storia degli ebrei sefarditi, e di suscitare l’interesse nei visitatori affinché leggessero e imparassero di più sull’argomento.
“La mostra cerca soprattutto di suscitare la curiosità delle persone e di incoraggiarle a imparare e a indagare sui dieci secoli di cultura sefardita in Spagna, scomparsi nel 1492,” ha dichiarato Quintero, riferendosi al decreto con cui Isabella di Castiglia costrinse gli ebrei spagnoli a scegliere tra la conversione e l’esilio.
Quintero ha trascorso 25 anni della sua vita a lavorare a questo progetto. Il suo scopo non era solo di mostrare l’età d’oro della vita ebraica in Spagna ma anche mettere in luce la vita di quegli ebrei che vivono nella società spagnola contemporanea, per fare un affresco di un mondo che esiste tutt’oggi anche se in forme diverse.
La nascita di questa mostra è stata resa possibile anche grazie a José Antonio Martinez, direttore del museo e amico di vecchia data di Quintero. Martinez, che si interessa molto del dialogo interreligioso, ha raccontato l Post che la mostra intende anche rafforzare i legami tra ebrei e cattolici. “Io credo che ebrei e cristiani si stiano avvicinando. Entrambi hanno subito persecuzioni,” ha dichiarato, riferendosi alle persecuzioni dei cristiani che avvengono tuttora in varie parti del Medio Oriente. Domenica 23 ottobre la mostra si è chiusa con un concerto di 45 minuti caratterizzato sia da musica cattolica che da musica popolare ebraica, pensato come un sforzo per “riconciliare le due culture, cristiana ed ebraica, che hanno vissuto insieme per secoli nella città di Orihuela.”
La mostra è stata accompagnata anche da letture di libri in lingua ladina e da lezioni di cucina sefardita. “L’interesse sta crescendo, e questo è ciò che mi rende davvero felice,” ha dichiarato Quintero. “La chiesa non solo lo accetta, ma lo accetta con piacere”.