“Una soluzione giusta ed equa”: il Kunstmuseum di Basilea risarcisce le eredi di un’opera di Pissarro venduta durante le persecuzioni naziste

Arte

di Pietro Baragiola
Giovedì 14 novembre il Kunstmuseum di Basilea, in Svizzera, ha dichiarato che risarcirà le eredi del defunto imprenditore tessile ebraico Richard Semmel per un dipinto di Camille Pissarro venduto sotto il giogo delle persecuzioni naziste durante la Seconda Guerra Mondiale.

Il dipinto La Maison Rondest, l’Hermitage, Pontoise del 1875 rimarrà parte della collezione permanente del Kunstmuseum di Basilea e sarà esposto nel suo edificio principale, in cambio le eredi riceveranno una somma pattuita da entrambe le parti.

“Una soluzione giusta ed equa” hanno affermato le eredi nel comunicato stampa rilasciato dal museo. L’importo esatto del risarcimento non è stato rivelato ma è stato confermato che il denaro proviene dal fondo di acquisizione e non incide sul bilancio del museo.

La storia dell’opera

La Maison Rondest, l’Hermitage, Pontoise è stato donato al museo all’inizio del 2021. Faceva parte della collezione del defunto Dr. Klaus von Berlepsch e doveva fungere da prestito in occasione della mostra delle opere di Pissarro.

Tuttavia, ancor prima dell’apertura della mostra, von Berlepsch ha cambiato idea e ha deciso di donare completamente l’opera al Kunstmuseum.

Al momento della donazione, però, sia il museo che von Berlepsch non erano a conoscenza dell’intera storia del dipinto. Solo dopo che il quadro è entrato a far parte della collezione del Kunstmuseum, l’istituzione svizzera ha ricercato da prassi la sua provenienza e ne ha trovato la descrizione sul sito web www.lostart.de, anche se con titolo diverso e privo di immagine.

“Grazie alle informazioni trovate sul sito, è stato possibile constatare che il dipinto era stato proprietà dell’imprenditore Richard Semmel che ha dovuto venderlo per far fronte alle persecuzioni naziste del 1930” hanno affermato i portavoce del Kunstmuseum nel comunicato.

La vita di Richard Semmel

Richard Semmel era il proprietario di un’azienda berlinese di biancheria, la Arthur Samulon, che ha capitanato come unico azionista dal 1919.

Nel giugno del 1933, Semmel e sua moglie sono emigrati nei Paesi Bassi, liberi dall’occupazione nazista, per fuggire dalle persecuzioni razziali.

L’imprenditore è riuscito a trasportare con sé gran parte della sua collezione d’arte, composta da oltre 100 opere, compreso il dipinto di Pissarro che è stato venduto all’asta ad Amsterdam nel giugno del 1933.

Secondo il Kunstmuseum di Basilea, il ricavato della vendita delle opere d’arte è servito a Semmel per mitigare le difficoltà finanziarie della sua azienda a Berlino ed è stato speso per far fronte agli stipendi, alle tasse e al rimborso dei debiti.

In quegli anni, infatti, l’Organizzazione Nazionalsocialista delle Cellule di Fabbrica, un sindacato di lavoratori controllato dal Partito Nazista, ha ordinato che, nonostante la Arthur Samulon avesse ridotto notevolmente la sua attività, Semmel non avrebbe potuto licenziare i suoi dipendenti e, così, è stato costretto a pagarli e a tenere in piedi la compagnia, mentre lui fuggiva all’estero.

“Dal punto di vista degli eredi di Semmel, le vendite delle opere d’arte sono state dunque una perdita di beni causata direttamente dall’ascesa nazista” hanno affermato i portavoce del museo nel comunicato. “Richard Semmel sarebbe potuto restare in Germania solo a rischio della vita. Ha dovuto utilizzare i proventi della vendita dei suoi dipinti per mantenere in attività la propria azienda da lontano e quindi i suoi guadagni sono confluiti direttamente nel Reich tedesco di Berlino.”

Sono questi i motivi per cui il Kunstmuseum e la Kunstkommission (Commissione per l’arte) hanno concordato nel ritenere giustificato il risarcimento degli eredi.

Semmel e sua moglie non hanno mai avuto figli e, una volta fuggiti negli Stati Uniti, hanno vissuto in povertà e in condizioni di salute precarie.

Dopo la morte della moglie, l’imprenditore ha nominato sua erede Ilse Kauffman, la figlia di una conoscente berlinese, ed oggi le due discendenti di Kauffman sono le destinatarie del risarcimento del Kunstmuseum.

Negli ultimi anni sempre più musei, tra cui la National Gallery of Victoria di Melbourne, hanno restituito alcune delle proprie opere d’arte alle eredi di Semmel, mentre altri hanno preferito concordare con le sorelle Kauffman un risarcimento per tenere le opere all’interno delle proprie esposizioni.

“Come rappresentanti del Kunstmuseum siamo orgogliosi di poter conservare per sempre l’opera di Pissarro nella nostra collezione e siamo lieti che le eredi di Semmel siano soddisfatte della nostra soluzione” hanno concluso i portavoce del museo nel comunicato.