di Marina Gersony
Un’Anna Frank come non si era mai vista: la ARD, il principale e più vecchio gruppo radiotelevisivo pubblico in Germania, trasmetterà il 18 febbraio un film-documentario sulla giovane simbolo della Shoah, che con il suo diario ha commosso milioni di persone in tutto il mondo. Intitolato Meine Tochter Anne Frank (“Mia figlia Anna Frank”), è interpretato dalla diciottenne Mala Emde con la regia di Raymond Ley. Si tratta del primo e grande adattamento cinematografico tedesco sulla storia tragica della ragazza morta a Bergen-Belsen nel marzo del 1945, a 15 anni.
A ben vedere sono numerosi i film e i libri che ripercorrono la breve vita di Anna di cui si pensava di sapere ormai tutto. In realtà il nuovo docu-film trasmesso dall’emittente tedesca in occasione del 70° anniversario della sua morte, aggiunge elementi nuovi sulla vita e sulla sua personalità.
Attraverso il punto di vista di suo padre Otto Frank (interpretato da Götz Schubert), unico sopravvissuto della famiglia alla Shoah, per la prima volta gli sceneggiatori hanno potuto completare il famoso Diario. Hanno ricostruito la vita della ragazza inserendo le annotazioni decennali del padre scomparso nel 1980, troppo intime e personali per essere pubblicate a suo tempo. Quando il padre lesse il diario di Anne dopo la guerra, rimase profondamente colpito nello scoprire alcuni aspetti della figlia che mai avrebbe immaginato. Fra di loro si era instaurato un rapporto un po’ conflittuale, tipico tra un padre e una figlia adolescente; un rapporto come tanti se ne vedono oggi. Anche se la situazione allora era estrema.
Non solo: il filmato si avvale di materiale d’archivio nuovo, fotografie inedite e soprattutto delle rarissime testimonianze di persone ancora in vita che hanno avuto modo di conoscere Anna a scuola o incontrarla nel campo di sterminio.
Si tratta di una ricostruzione precisa, assicurano gli sceneggiatori, nel pieno rispetto della realtà storica che mette in luce il rapporto toccante tra un padre e una figlia molto speciale, partendo dall’infanzia felice a Francoforte per proseguire nel nascondiglio di Amsterdam fino alla morte nel famigerato Lager della piccola Anna: una ragazza coraggiosa, forte e fiduciosa nonostante i tempi disperati; un’adolescente vivace e piena di talento per la scrittura che non ha mai smesso di desiderare, amare, scherzare, discutere con i genitori e soprattutto sognare.