di Michael Soncin
L’interesse per la lingua dei fratelli Singer, di Shoylem Aleykem e di molti altri straordinari scrittori che hanno raccontato un mondo, in gran parte cancellato dalla Shoah ma vivo e vibrante nelle loro pagine, sembra non conoscere sosta. Dal 13 al 30 agosto, per esempio, presso la Freie Universität Berlin (l’Università libera di Berlino) si terrà un corso di lingua e letteratura yiddish, organizzato da La maison de la Culture Yiddish, il più grande centro europeo d’insegnamento e diffusione della cultura yiddish in Europa, con sede a Parigi.
Il programma si annuncia molto ricco e variegato. Durante le tre settimane, gli studenti, senza limiti d’età, provenienti da tutto il mondo, avranno l’imbarazzo della scelta per quanto concerne le molteplici attività didattiche offerte. Oltre alla classica metodologia d’apprendimento frontale, sono infatti previsti workshop, conferenze e proiezioni di film.
Il corso, che si articola su cinque livelli e che ha quasi registrato il tutto esaurito, è sotto la direzione pedagogica di Yitskhok Niborski, uno dei maggiori conoscitori al mondo della materia. Niborski, oltre ad aver scritto diverse poesie in lingua yiddish e tradotto numerose opere, è titolare di un dottorato di letteratura yiddish sull’opera poetica di Aaron Zeitlin.
Per chi non avesse la possibilità di partecipare quest’anno, va ricordato che questo genere di attività è proposto ciclicamente, per consentire di approfondire non solo quanto iniziato nei precedenti corsi, ma anche per migliorare la propria conoscenza della materia, chiarendo e risolvendo eventuali dubbi, anche considerata la numerosa presenza di autodidatti in questa disciplina.
Si tratta di un’opportunità non solo rivolta agli studenti, ma anche a coloro che intendono insegnare questa materia, offrendo loro, durante lo stesso periodo, dei seminari appositi. Se volete saperne di più, non vi resta che tenere d’occhio il sito de La maison de la Culture Yiddish.
Che diagnosi facciamo invece, sul territorio italiano, alla lingua parlata dagli ebrei ashkenaziti, con la quale lo stesso Chagall si divertì a scrivere dei componimenti? Secondo Marisa Ines Romano, docente di lingua e letteratura yiddish presso l’università di Bari e curatrice dell’unico “corso per principianti” pubblicato in lingua italiana, Yiddish, lingua letteratura e cultura, di Sheva Zucker, edito da Giuntina (pp. 310, euro 17,00) gode di un’ottima salute!
Va poi ricordato – come scrive la stessa Marisa Ines Romano – che i primi libri in yiddish, la principale lingua degli ebrei europei, parlata fino alla seconda guerra mondiale da ben 12 milioni di persone, furono stampati proprio in Italia.
(Nella foto la copertina di una rivista in yiddish pubblicata fra le due guerre).