di Ruth Migliara
In occasione del Giorno della Memoria, la Sala Verdi del Conservatorio di Milano ha ospitato un evento che, alla presenza di un cospicuo pubblico in sala, è stato trasmesso in diretta su Radio3.
Una serata in cui la musica è stata cornice a numerosi interventi e testimonianze, che hanno spaziato dalla riflessione morale, all’approfondimento storico, fino a culminare nel racconto in prima persona di vita dolorosamente vissuta delle due sopravvissute all’Olocausto, Goti Bauer e Liliana Segre.
All’intervento iniziale di Sonia Bo, nuovo Direttore del Conservatorio “G. Verdi” di Milano, hanno fatto seguito quelli del Sindaco Letizia Moratti, di Roberto Jarach, Presidente della Comunità Ebraica di Milano, dell’Assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory e di Rav Alfonso Arbib, Rabbino Capo di Milano.
Quest’ultimo ha parlato di come la storia della Shoah porti alla nostra attenzione ancora una volta la terribile gratuità dell’odio umano, che trova come sempre il suo archetipo universale nelle pagine della Torà: il male insensato dell’Olocausto ci riporta alla figura di Amalek, il sovrano che, nella parashà di Beshallach, tenta senza un particolare motivo lo sterminio del popolo ebraico.
È seguito quindi l’inizio della diretta radiofonica su Radio3, condotta dal suo direttore Marino Sinibaldi e da Oreste Bossini.
Un interessante e inusuale programma musicale ha ripercorso l’opera di compositori ebrei che subirono le persecuzioni durante la Seconda Guerra Mondiale: furono in taluni casi deportati e in altri riuscirono a salvarsi fuggendo all’estero in un esilio forzato e doloroso.
Sono compositori poco conosciuti dal grande pubblico, ma le cui musiche, eseguite egregiamente dagli allievi del Conservatorio, ci stupiscono per la loro immediata bellezza e varietà.
Sono Leone Senigaglia, morto di infarto mentre veniva deportato nel 1943. Alberto Gentili che, dopo essere stato il titolare della prima cattedra di storia della musica istituita in un’università italiana, riuscì a sfuggire ai nazi-fascisti nascondendosi in Val d’Aosta.
Renzo Massarani che, una volta trovato rifugio in Brasile, in una sorta di luttuoso silenzio, vorrà che le sue musiche non venissero più eseguite e si limiterà all’attività di critico.
Seguono le musiche di Mario Castelnuovo- Tedesco, che, una volta trasferitosi negli Stati Uniti, si affermò ad Hollywood come compositore “fantasma” di colonne sonore (poche infatti gli furono accreditate).
A chiudere la parte musicale sono stati invece gli strumentisti della Filarmonica della Scala. Hanno eseguito un Duo di Erwin Schulhoff, compositore nato a Praga che, fallita la fuga verso l’Unione Sovietica, venne internato nel 1941 nella fortezza di Wulzburg in Baviera, dove morì di polmonite dopo un anno.
Ai momenti musicali, si sono alternate le intense testimonianze di Goti Bauer e Liliana Segre, che hanno restituito un ricordo vivo e toccante di quegli eventi che troppo spesso sentiamo come remoti ed estranei.
Ci hanno raccontato l’alienazione di bambine escluse e cacciate dalla scuola pubblica da un giorno all’altro e dell’indifferenza di molti, di contro al calore umano di pochi.
Si è ricordata la crudeltà delle donne soldato nei campi, che furono carnefici spietate a dispetto della sensibilità che siamo soliti attribuire al sesso femminile.
E infine hanno descritto il senso di impotenza di chi, già in un campo, vi vedeva arrivare nuovi convogli di persone smarrite e disorientate.
Momento toccante è stato altresì quello in cui Liliana Picciotto della Fondazione CDEC, ha raccontato la storia delle fotografie che, proiettate su un grande schermo, ci parlano di persone vere che con i loro sogni e le loro speranze, sono scomparse nei tragici eventi della Shoah.
Una serata dunque che si è posta a sigillo di una giornata di memoria che il pubblico e i convenuti si augurano possa protrarsi ben oltre il tempo limitato di un giorno.
Slideshow di Mario Golizia