Festival Danza Estate: a Bergamo, la coreografa israeliana May Zarhy

Eventi

di Nathan Greppi
Nonostante il periodo difficile, non mancano gli artisti israeliani che riescono ad esibirsi in Italia; giovedì 20 giugno, il Festival Danza Estate di Bergamo vedrà la partecipazione della coreografa May Zarhy, che porterà in anteprima nazionale i suoi duetti Ausencia e Presencia, rispettivamente alle ore 19:30 e alle ore 21:00. Entrambe le rappresentazioni si terranno presso il DASTE Spazio Eventi di Bergamo, e dureranno rispettivamente 25 e 55 minuti.

Israeliana classe 1984, ha compiuto i suoi studi a Rotterdam e a Montpellier, e oggi vive tra Tel Aviv e Berlino. Dal 2009 al 2014 ha fatto parte del collettivo di danza Mamaza, da lei co-fondato in Germania, per poi lavorare come freelance mescolando coreografia, performance e arti sonore. Dal 2021 al 2023 è stata direttrice del programma post-laurea del centro di coreografia Kelim di Bat Yam, oltre ad aver tenuto corsi e workshop come insegnante presso la Visual Theatre School di Gerusalemme e l’Accademia di Musica & Danza di Gerusalemme.

Ausencia

Keren Lurie Pardes in ‘Ausencia’ (foto di Matan Meirson) 

 

Concepita durante la pandemia da Covid-19, la prima rappresentazione intende stimolare una riflessione sull’assenza del corpo e sulla mancanza di contatto fisico durante i lockdown. Il danzatore in scena interpreta una coreografia originariamente concepita per due, ma destinata a essere eseguita da un unico corpo, influenzato e guidato dalla memoria della presenza dell’altro. Tra desiderio e frustrazione, il performer agisce sospinto da una presenza che il pubblico non può vedere, lasciando emergere gesti a cui non è facile attribuire la fonte dell’azione. L’assenza del secondo danzatore crea uno spazio negativo e una tensione che contribuiscono alla composizione coreografica.

Presencia

Nel secondo caso, temi centrali sono il movimento e la memoria. La ripetizione dei movimenti su cui si basa la danza è intrisa di ricordi personali ed esperienze quotidiane dei danzatori, i quali inconsciamente trasportano il proprio vissuto nei gesti sulla scena. La performance è accompagnata da una colonna sonora composta da registrazioni dei suoni prodotti dai movimenti dei danzatori durante le prove, enfatizzando ulteriormente la memoria del processo. Presencia (in alto Dominc Santia e Brit Rodemund nella foto di Sjoerd Derine) si basa sull’ascolto profondo ed esplora il modo in cui i sentimenti personali possono essere condivisi intimamente con il pubblico.