di Ilaria Myr
Quest’anno, per il XX Giorno della Memoria, al Conservatorio di Milano andrà in scena il bellissimo spettacolo teatrale
Il Ballo di Irène. L’incredibile storia di Irène Némirowsky, con Alessia Olivetti, scritto e diretto da Andrea Murchio in collaborazione con Bruno Maida.
L’evento, organizzato in collaborazione con Associazione Figli della Shoah, Fondazione CDEC, Comunità ebraica di Milano, Conservatorio G. Verdi di Milano, Memoriale della Shoah di Milano, sarà introdotto da Ferruccio De Bortoli, presidente onorario Fondazione Memoriale della Shoah di Milano, e sarà accompagnato da musiche a cura degli studenti del Conservatorio G. Verdi di Milano. L’evento è reso possibile anche dal generoso contributo di Banca Intesa e dell’azienda farmaceutica Teva Italia.
“Abbiamo scelto questo spettacolo perché è molto bello e anche perché era possibile inserire delle musiche eseguite dal vivo dagli studenti del Conservatorio – spiega a Mosaico Lydia Cevidalli, docente del Conservatorio e curatrice dell’evento -. Si tratta dei brani scelti dal regista Andrea Murchio, che richiamano i tempi dell’epoca in cui è ambientata la storia, e che erano stati composti da Django Reinhard, musicista di origine sinti”.
“Presentare la piece Il ballo di Irène al Conservatorio Verdi di Milano in occasione della serata istituzionale organizzata per il Giorno della Memoria, è un progetto a cui, come Associazione Figli della Shoah tenevamo molto – spiega Daniela Dana Tedeschi, vicepresidente dell’Associazione Figli della Shoah -. Si è finalmente realizzato grazie alla preziosa collaborazione dei musicisti del Conservatorio e il coordinamento di Lydia Cevidalli. Ho trovato estremamente commovente ripercorrere la vita della scrittrice francese, che con il suo racconto ci fa rivivere il terribile clima antisemita di un’Europa dei primi novecento fino al drammatico epilogo della deportazione ad Auschwitz. La perfetta interpretazione di Alessia Olivetti e la supervisione storica del testo teatrale di Bruno Maida non ci lasciano nessun dubbio sul successo della serata”.
Lo spettacolo
Lo spettacolo racconta in prima persona le vicende private di Irène Nemirowsky, in particolare il rapporto con la madre, con il padre, e poi con gli editori, incrociando la sua vita privata con i tremendi fatti che accaddero in Europa fra l’inizio del XX secolo e il 1942, anno della scomparsa della scrittrice.
La musica accompagna la storia personale della scrittrice, interpretata con passione e professionalità da Alessia Olivetti, che è allo stesso tempo una delle tante storie tragiche della Shoah. A fare da sfondo, gli eventi storici dell’epoca evocati, dalla Rivoluzione Russa agli eventi in Francia, che portano Irène da una situazione di benessere a una di difficoltà, fino alla deportazione ad Auschwitz e alla morte.
L’attrice: “Con lo spettacolo al Conservatorio continua il viaggio di Irène”
“Il Ballo di Irene è uno spettacolo che mi ha segnato molto, che amo particolarmente e a cui sono legata in modo speciale – spiega l’attrice Alessia Olivetti, che interpreta Irène Nemirowsky –. Per me è un onore poter interpretare in scena la vita di Irène Némirovsky, scrittrice e donna meravigliosa. Affronto con grande passione, rispetto ed emozione ogni replica dello spettacolo, che nel mio cuore è dedicato a Denise Epstein, la figlia di Irène, che ho avuto la fortuna e il privilegio di incontrare e conoscere a Pordenone diversi anni fa e con la quale in seguito ho avuto uno scambio epistolare che è stato molto emozionante. Poter rappresentare Il Ballo di Irene il 27 gennaio è significativo e importante; bisogna sapere, conoscere e ricordare per non dimenticare. Attraverso la mia arte di attrice, attraverso le mie emozioni sul palco, posso provare a trasmettere alle nuove generazioni, ma non solo, la memoria di ciò che è successo; posso raccontare che questa donna, che era madre, moglie, artista, è stata “strappata” alle sue figlie, alla sua famiglia, alla sua arte senza motivo. Lei viveva, sognava, amava. Bisogna ricordarlo. L’appuntamento del 27 gennaio sarà ancora più speciale, sul palco ad accompagnarmi e a condividere con me queste emozioni ci saranno degli strepitosi musicisti del Conservatorio G. Verdi. Oltre a loro ringrazio con tutto il cuore l’Associazione Figli della Shoah, nella persona di Daniela Dana Tedeschi, il Conservatorio G. Verdi di Milano, la professoressa Lydia Cevidalli, la Comunità Ebraica di Milano e tutti gli enti coinvolti nell’organizzazione di questa serata, per aver donato a me e a Irène questa meravigliosa occasione.. a te Irène dico:”il tuo VIAGGIO continua.”
Il regista: “Con questo spettacolo diventiamo un po’ dei ‘testimoni'”
Portare in scena “Il ballo di Iréne” proprio nella Giornata della Memoria e farlo in collaborazione con l’Associazione Figli della Shoah e col Conservatorio G. Verdi di Milano, da una parte ci riempie di orgoglio e felicità, dall’altro ci carica di una responsabilità non da poco: in qualche modo ci rende dei “testimoni” – spiega il regista Andrea Murchio -. Proprio in un momento storico in cui si assiste al rifiorire – purtroppo – di certe ideologie e di pericolosi estremismi politici, è quantomai importante rinnovare l’impegno nel ricordare quanto è avvenuto soltanto pochi decenni fa. Conoscere la Storia, approfondirne le dinamiche, significa creare gli anticorpi contro l’imbarbarimento culturale che è alla base di questi temibili fenomeni. Per quanto riguarda lo spettacolo, esso si è arricchito di numerosi momenti musicali eseguiti dal vivo dagli allievi del Conservatorio, guidati – con mano sicura- dalla Professoressa Lydia Cevidalli. Brani classici di Chopin si alterneranno a musiche che imperversavano nella Parigi dei Roaring Twenties (il charleston in primis), e a quelle di Django Reinhartdt, grande protagonista della scena musicale della capitale transalpina durante il periodo dell’occupazione nazista.
Info:
Ore 20. Conservatorio G. Verdi di Milano (via Conservatorio 12)
Il Ballo di Irène. L’incredibile storia di Irène Némirowsky, con Alessia Olivetti
Scritto e diretto da Andrea Murchio in collaborazione con Bruno Maida.
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