In alto: Giorgio Sacerdoti (secondo da sinistra) con i rappresentanti della Soprintendenza nei nuovi spazi del CDEC al Memoriale della Shoah di Milano
di Paolo Castellano
In primavera si concluderanno i lavori di trasferimento della Fondazione CDEC, con i suoi uffici, archivi e la biblioteca, negli spazi del Memoriale della Shoah di Milano. La collaborazione tra le due istituzioni ne farà un vero “polo culturale” che darà a ricercatori e pubblico una struttura eccellente
Fare e studiare la memoria della Shoah aprendosi alla cittadinanza milanese. Questo è l’augurio di Giorgio Sacerdoti, presidente della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC), che questa primavera celebrerà l’apertura della nuova sede dell’ente culturale. L’istituto storico indipendente si organizzerà in uno spazio di 250 metri quadrati a fianco del Memoriale della Shoah di Milano, traslocando dalla storica sede di via Eupili. Nuovi uffici e una nuova biblioteca per il CDEC che andrà ad arricchire e a consolidare le attività del Memoriale.
«Grazie al completamento dei lavori, il CDEC avrà una nuova sede e una nuova biblioteca. Gli uffici sono stati sistemati in un area concessa dalla Rete Ferroviaria Italiana con un contratto in comodato d’uso», ha dichiarato a Bet Magazine Sacerdoti. «Si entrerà dall’ingresso del Memoriale. La struttura dei locali è stata progettata integralmente ex novo grazie all’intervento degli architetti Annalisa de Curtis e Guido Morpurgo, che hanno progettato tutto il complesso del Memoriale. L’ambiente si snoda attorno a una struttura di metallo e vetro che si trova sotto le campate della ferrovia. Inoltre sono presenti due finestroni su via Ferrante Aporti che rendono i locali molto moderni e adatti a un impiego piacevole ed efficiente. In quest’area potranno lavorare 10/12 dipendenti e collaboratori del CDEC». Il presidente Sacerdoti ha poi descritto nel dettaglio la configurazione della biblioteca che si trova all’interno del Memoriale. «È una grande struttura di metallo, vetro e legno che occupa una parte della porzione di strada di via Ferrante Aporti. La biblioteca è su tre piani, simile a un box di vetro, isolata dal resto del Memoriale. Verrà poi creato un ingresso apposito per accedervi. Inoltre, è prevista l’apertura di un bookshop».
Poi nella biblioteca albergheranno i circa 35mila volumi della Fondazione CDEC e anche l’archivio dei documenti. Ci sarà una sala di consultazione e di lettura, i libri saranno a vista. Inoltre, altri locali verranno dedicati alla catalogazione e agli interventi sull’archivio. Sarà presente il personale del CDEC: bibliotecari e archivisti. Verranno messi a disposizione una serie di computer per accedere ai servizi digitali. Ci si potrà collegare anche ad altri archivi sulla Shoah o comunque fare ricerche in Rete. Uno spazio aperto al pubblico La biblioteca sarà aperta agli studiosi ma anche ai lettori. I libri potranno essere presi in prestito da chiunque.
«Tutto ciò potenzia molto l’offerta complessiva di Milano: poiché, mentre il Memoriale è luogo che ricorda la memoria del passato, la biblioteca stimolerà la ricerca attuale e viva, e l’aggiornamento più recente e giovane. Quindi, chi visita il Memoriale può anche fermarsi a consultare dei libri, delle riviste…», ha sottolineato Sacerdoti.
«La nuova sede offrirà un servizio completo di informazione e documentazione, potenziando il Memoriale e migliorando l’offerta del CDEC alla cittadinanza. Questo sarà un luogo di studio aperto anche a tutti gli studenti».
Il progetto del Memoriale della Shoah di Milano ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui la Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana da parte della Triennale (2015), il Vincolo monumentale del Ministero della Cultura (2017), l’iscrizione come “Opera di eccellenza” nel registro delle “Architetture del Secondo Novecento” (M.I.C. 2019), il Premio dell’Istituto Nazionale di Architettura (2020).
L’opera della Morpurgo de Curtis Architetti Associati è inoltre già ora oggetto di 40 pubblicazioni nazionali e internazionali, la maggior parte delle quali di carattere scientifico, ed è stata presentata nelle sedi di rilevanti istituzioni e università in diversi Paesi, oltre che in Italia.