di Ilaria Ester Ramazzotti
Note che riecheggiano libertà e speranza, dolore e dignità, sorte da un talento mai sopito, cantate e scritte fra la vita e la morte. Una serie di musiche in gran parte inedite, create da donne deportate durante la seconda guerra mondiale, saranno suonate al concerto “Libero è il mio canto”, in calendario il 16 gennaio a Roma.
Organizzato da Viviana Kasam e Marilena Citelli Francese, a cura di Francesco Lotoro e della Fondazione ILMC, l’evento aprirà il ventaglio di iniziative organizzate per il Giorno della Memoria 2019 e si terrà all’Auditorium Parco della Musica, sala Sinopoli (ore venti e trenta), col patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e promosso dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in collaborazione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e Rai Cultura.
“Il concerto è dedicato alla musica scritta da donne prigioniere: deportate nei lager nazisti e nei gulag russi, internate nei campi giapponesi in Indonesia durante la seconda guerra mondiale. Donne ceche, russe, italiane, polacche, tedesche; musiciste colte o dilettanti, poetesse, infermiere, suore, tzigane. Figlie, madri, sorelle – introducono Viviana Kasam e Marilena Citelli Francese, ideatrici e organizzatrici dello spettacolo –. È una pagina commovente e inedita della storia della musica, della storia della cultura e della storia delle donne, che stiamo recuperando dall’oblio per rendere omaggio a queste donne eroiche che, prigioniere e internate in condizioni drammatiche, hanno trovato la forza di creare bellezza e di far sentire il loro canto, anelito di libertà, inno di speranza”.
Le musiciste, ignorate dalla storiografia ufficiale, sono state scoperte dal maestro Francesco Lotoro, che da trent’anni cerca e raccoglie in tutto il mondo le musiche composte da deportati e prigionieri nel periodo del secondo conflitto mondiale. “La musica scritta in lager e gulag è positiva perché esalta la vita, annichilisce persino le ideologie totalitarie e rende uno dei più grandi omaggi all’ingegno umano – dichiara il maestro Lotoro -. Le donne musiciste, persino di fronte all’ineluttabile, crearono poesia e musica su patria perduta, figli e mariti lontani, resistenza al nemico, senza mai rinunciare a gusto, fantasia e senso dell’umorismo; nella loro musica il dolore si fa colore. Ci vorranno anni perché sia loro restituito un giusto riconoscimento artistico. A questo è indirizzato il lavoro della Fondazione ILMC di Barletta”.
Durante la serata si alterneranno sogni d’amore, incitazioni alla resistenza, denunce di crudeltà disumane, ninne nanne per bambini, brani dedicati alla natura e all’arrivo della primavera, parodie di celebri canzonette, tra cui “Mamma, son tanto felice“, internazionalmente nota, che veniva cantata in polacco nel Stammlager di Auschwitz.
“Il concerto mette in luce il coraggio, la capacità di resistenza e resilienza delle donne, ma anche la loro straordinaria vena artistica in un campo, quello della composizione musicale, in cui le donne sono praticamente assenti, a differenza che in letteratura, pittura, scultura dove,anche se poco numerose, furono comunque attive e a volte riconosciute nel corso dei secoli – proseguono Kasam e Francese -. In un mondo in cui stanno rinascendo razzismi, maschilismi e paura del diverso è importante dare voce ai valori di umanità, accoglienza, amore ed empatia che contraddistinguono l’universo femminile”.
“Il repertorio di “Libero è il mio canto” copre il periodo fra il 1933 (apertura del KZ Dachau) e il 1953 (morte di Stalin) raccogliendo, interpretando, trascrivendo, digitalizzando musiche provenienti da ghetti, campi nazisti, gulag russi, campi italiani e giapponesi, Zigeunerblock per i Rom. Un impressionante documento della sofferenza di esseri umani di diversa provenienza, religione, cultura, accomunati dal desiderio di creare ed esprimere bellezza anche nell’orrore e nella tragedia – comunicano gli organizzatori dell’evento -. La produzione musicale femminile costituisce una grande lacuna nella storia artistica dell’umanità. Se pochissime donne riuscirono a sfidare le convenzioni e a imporsi come pittrici, scrittrici, scultrici, le compositrici sono praticamente inesistenti nella storia della musica. “Libero è il mio canto” vuole restituire una dignità alla realtà sommersa delle musiciste, e dare voce al loro talento”.
Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha dichiarato a proposito dell’evento che: “La Musica è da sempre, nella millenaria storia ebraica, un linguaggio di espressione e comunicazione, attraverso il quale si sono recitate preghiere collettive e personali, innalzati inni e lamentazioni, lodi per i miracoli, suppliche per le vicende strazianti e dolorose. Abbinando voce e strumenti, specialmente quando sono le donne, le madri ad esprimersi, ci si immerge in un canto universale pur esprimendosi, ciascuna, nella propria lingua identitaria”.
INFORMAZIONI SUL CONCERTO “LIBERO È IL MIO CANTO
Mercoledì 16 gennaio 2019, ore 20.30
Auditorium Parco della Musica – Sala Sinopoli
Ingresso gratuito
IL CAST
Voce solista: Cristina Zavalloni
Guest star: Aviva Bar-On
Voce narrante: Paola Pitagora
Lagerkapelle
Violino: Fabrizio Signorile
Clarinetto: Andrea Campanella
Chitarra: Leo Gallucci
Fisarmonica: Vince Abbracciante
Cimbalom: Marian Serban
Violoncello: Giuseppe Carabellese
Pianoforte: Francesco Lotoro
Coro Voci Bianche dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretto dal Maestro Ciro Visco
Ilse Weber Choir diretto dal Maestro Francesco Lotoro, preparatrice Anna Maria Stella Pansini
Regia: Angelo Bucarelli
Testi: Viviana Kasam
Relazioni Istituzionali: Marilena Citelli Francese
Direzione artistica, concertazione e arrangiamenti: Francesco Lotoro
Direzione tecnica: Michelangelo Busco