di Stefano Jesurum
Investire nell’istruzione e nella ricerca, un tema di cui si parla quasi ogni giorno. Se ne dibatte molto, da anni, e però si conclude poco o nulla. A domandare una reale svolta – si sa – sono le parti sociali, mentre i giovani lanciano la loro disperata e rabbiosa richiesta di aiuto. La politica, nella sostanza, latita. Ed ecco che – al di là delle tabelle Ocse che mettono l’Italia agli ultimi posti nelle spese per la scuola e dei raffronti tra investimenti e risultati nei Paesi industrializzati con cui siamo o vogliamo essere «in concorrenza» – un libro per la verità abbastanza «strano» e straordinario ci dimostra quanto la formazione e la cultura acquisita stiano addirittura alla base della sopravvivenza e dello sviluppo dei popoli.
Così, scientificamente, gli economisti Maristella Botticini e Zvi Eckstein intraprendono un lunghissimo viaggio a ritroso nel tempo (anche il loro lavoro di ricerca è stato lungo, dodici anni), arrivano nella Galilea dell’anno 200, entrano nella sinagoga della città di Sefforis e osservano un fanciullo di nove anni, figlio di un contadino, che studia la Torah …
I pochi eletti – Il ruolo dell’istruzione nella storia degli ebrei, 70-1492 (Università Bocconi editore) non è semplicemente un testo interessante di storia e teoria economica (gli autori insegnano alla Bocconi e alla Tel Aviv University). Può infatti essere letto come indicazione di un percorso universale costellato di scelte dell’occupazione e decisioni, appunto, di investimenti nell’acculturazione. Per giungere poi a capire (e magari ispirarvisi) come l’impatto di una norma religiosa che diviene sociale possa influenzare le scelte e i destini dei singoli individui e delle comunità dando a individui e comunità medesimi un vantaggio competitivo nelle società urbanizzate. Tutto ciò, appunto, seguendo le orme del popolo ebraico dalla Giudea e dalla Galilea del I e II secolo alla Mesopotamia del V e VI, su su fino ai nuovi centri urbani del Medio Oriente e del Mediterraneo nei secoli IX e X, per concludersi nella Spagna del 1492. Una traversata di quasi 1500 anni che forse ha qualcosa da insegnarci.