di Redazione
Si è svolto lunedì 21 Gennaio a Milano, presso l’Auditorium CMC in Largo Corsia dei Servi, un sentito omaggio ad Aharon Appelfeld, il grande scrittore israeliano scomparso a Petah Tikva il 4 gennaio 2018.
A un anno dalla morte, due scrittori che lo hanno conosciuto personalmente ne hanno o rievocato la vita, la figura e l’opera in un incontro. Sono intervenuti Luca Doninelli e Alain Elkann e ha coordinato l’incontro, Camillo Fornasieri, Direttore del CMC.
Come non ricordare questo autore prolifico e intenso nato nel 1932 in Bucovina del Nord, allora in Romania, sopravvissuto all’Olocausto in cui perse la madre e i nonni? La sua storia drammatica, segnata da vicissitudini incredibili, è stata il Leitmotiv o ha fatto da sottofondo a buona parte della sua vasta produzione letteraria: bambino di 9 anni riuscì a fuggire da un campo di sterminio nazista in Transnistria (territorio allora sotto il controllo della Romania); fu così abile da nascondere la sua identità ebraica, sopravvisse nei boschi, fu adottato da dei criminali che lui definì «la sua seconda scuola» fino a quando, dopo mille peripezie, ce la fece a emigrare finalmente in Palestina nel 1946, a quel tempo sotto mandato britannico. Da quel momento iniziò una nuova vita in quella che poi sarebbe diventata Israele, «la sua prima terra promessa». Aveva 14 anni.
Alain Elkann, dopo aver definito Appelfeld un «vero artista» e un «carissimo amico che gli manca e gli mancherà moltissimo», ha rievocato il libro Tutto ciò che ho amato (Giuntina), dove la memoria e l’esperienza di ciò che è vissuto emerge nella lettura degli occhi veri e privi di cinismo del bambino, che vede tutto e tutto comprende in un modo più vero, profetico e profondo.
Luca Doninelli ha parlato dello scrittore citando, tra l’altro, il libro Badenheim 1939 (Guanda). Il romanzo – un romanzo metafora molto attuale – narra di quando nella primavera del 1939 la cittadina di Badenheim, in Austria, si affollò di villeggianti. Ma quell’anno non era una vacanza come tutte le altre. Le autorità imposero agli ebrei di registrarsi presso un misterioso Dipartimento sanitario dotato di poteri allargati… Molti protestarono, si infastidirono, ma nessuno riconobbe appieno la minaccia. Nessuno neanche davanti ai treni diretti verso la Polonia sembra comprendere a fondo la misura dell’abisso che sta per spalancarsi.
Link per ascoltare il dibattito integrale presso l’Auditorium CMC
Per l’occasione riproponiamo una video intervista ad Aharon Appelfeld realizzata in Israele da Marina Gersony, che fa parte di un documentario prodotto da (h) Film di Daniela Cattaneo Diaz.