di Ilaria Myr
Sono in mostra fino al 15 ottobre al Museo Ebraico di Roma i tre ritratti che il pittore newyorkese Larry Rivers dedicò a Primo Levi a partire dalla seconda metà degli anni Ottanta. Di proprietà della famiglia Agnelli, le tele furono acquistate dall’Avvocato in persona – ex compagno di scuola di Levi al liceo Massimo D’Azeglio di Torino – ed esposte nella sede del quotidiano La Stampa, su cui Levi aveva scritto dal 1959.
Le opere ritraggono le diverse identità di Levi, chimico, partigiano e testimone della Shoah. Segno caratteristico è l’uso della tecnica della cancellazione, con cui vengono proposti diversi livelli sovrapposti di immagini, e del carboncino, che l’artista considerava il materiale più adatto per raccontare la Shoah, in virtù della sua somiglianza con la cenere. «Mio nonno – ha spiegato alla conferenza stampa di presentazione Ginevra Elkann, nipote dell’Avvocato e presidente della Pinacoteca Agnelli di Torino – decise di collocare i quadri in una grande sala, poi comunemente chiamata ‘Sala Primo Levi’. Non era aperta al pubblico, ma era usata per le riunioni più importanti e per accogliere i visitatori illustri per un primo saluto o un brindisi di benvenuto».