Il presidente dellUnione delle Comunità ebraiche italiane Renzo Gattegna ha aperto a Trieste la Giornata europea della Cultura ebraica. La città infatti è stata scelta questanno come capofila della manifestazione che è stata quindi anche occasione per ricordare gli ebrei triestini che hanno dato lustro alla cultura e alla presenza italiana nel mondo: dal sindaco di New York Fiorello La Guardia, agli scrittori Italo Svevo, Umberto Saba, Giorgio Voghera, dal pittore Gino Parin a uno dei padri della psicanalisi italiana, Edoardo Weiss.
Quasi 4 mila persone hanno preso parte ai numerosi appuntamenti che si sono susseguiti nel corso della giornata.
La Giornata europea della cultura si è sviluppata negli anni ed è diventata levento atteso e di grande successo che è, per la combinazione di due fattori, secondo Gattegna: Il grande e generalizzato interesse per gli ebrei e l’ebraismo e la spinta interiore che è sorta negli ebrei a dialogare, a confrontarsi, ad aprire la propria cultura e le proprie tradizioni. Gli ebrei stanno vivendo una fase di inversione della tradizionale tendenza alla riservatezza. La comunicazione viene vista come una sfida importante, che comporta alcuni rischi, ma che appare come l’arma più efficace per vincere la secolare lotta contro le diffidenze ed i pregiudizi di cui si è sempre nutrito lantiebraismo.
Presente alla cerimonia in sinagoga anche il presidente della Regione, Riccardo Illy, che ha parlato dei forti legami tra la città e la regione e la sua comunità ebraica, decimata durante la seconda guerra mondiale ma oggi forte e dinamica, e ha ringraziato l’Unione delle comunità ebraiche italiane per aver scelto il capoluogo quale capofila della Giornata della Cultura.
Hanno presenziato fra gli altri anche il presidente della Comunità ebraica di Trieste Andrea Mariani, il sindaco Roberto Di Piazza, la presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat, il sottosegretario al Commercio estero Milos Budin, il rabbino capo Itzhak David Margalit e il consigliere dell’Ucei delegato alla Giornata europea della cultura ebraica, Yoram Ortona, che nel suo intervento ha affermato che
Trieste “rappresenta storicamente una punta avanzata di un ebraismo aperto verso l’esterno e al contempo radicato fortemente alle proprie radici e tradizioni: un ebraismo italiano ed europeo assieme”. Secondo Yoram Ortona, Trieste, “città cerniera tra est ed ovest, città mitteleuropea, rappresenta sicuramente un ponte tra le culture del nordest e del bacino del Mediterraneo. In un momento storico nel quale ancora vi sono conflitti, guerre, e quella agognata pace mondiale tarda a sopraggiungere, Trieste rappresenta, a ragione, l’esempio vivente di come si possa, nonostante tutto, sperare in un futuro di convivenza e di fratellanza tra le genti, le culture e i popoli”.
La presenza degli ebrei a Trieste è testimoniata già a partire dal XIII secolo, e la tradizione ebraica è fortemente radicata e ha prodotto importanti testimonianze culturali e artistiche. La presenza ebraica a Trieste fu incoraggiata dalla vivacità degli scambi commerciali e dal clima di tolleranza che favorì una più libera espressione della cultura e delle tradizioni ebraiche.
Alle porte di Trieste si trova però anche l’unico campo di sterminio italiano, la Risiera di San Sabba, un edificio adibito in origine alla pilatura del riso, trasformato nel 1943 in un campo di prigionia e di sterminio.
Tra gli eventi che hanno caratterizzato il programma della Giornata della Cultura a Trieste, una mostra dedicata a Fiorello La Guardia, storico sindaco di New York, figlio di un ufficiale americano e di unebrea triestina, e un concerto di Marco Ferrandini dedicato a Herbert Pagani e alle sue canzoni. Il Caffè San Marco, storica sala frequentata da intellettuali triestini, ha ospitato invece la lettura delle opere di Giorgio Voghera, saggista e narratore ebreo.