di Roberto Zadik
Spesso nella quotidianità, la salute, viene ignorata, data per scontata e ci sono molti estremi, fra chi va sempre dal medico anche quando è sano e invece chi tralascia malattie anche molto gravi salvo poi accorgersene quando poco o nulla resta da fare. Si tende a sottovalutare, specialmente, le cosiddette “malattie rare” ed ereditarie che colpiscono anche e soprattutto il mondo ebraico, specialmente gli ebrei askenaziti mietendo alcune volte vittime poiché scoperte dopo anni di incubazione silente nell’organismo. Questi e altri temi sono stati trattati, martedì 15 novembre, durante l’interessante conferenza “Geneticamente-Conoscere e prevenire alcune malattie genetiche” tenutasi all’Hotel Marriott.
Quali sono queste malattie? Come conoscerle, prevenirle e magari curarle? Durante la serata, organizzata da OGL, Organizzazione giovanile Lubavitch in collaborazione con l’AME, Associazione Medica Ebraica col patrocinio della Comunità ebraica di Milano e dell’Adei Wizo si è parlato di varie patologie derivate spesso da “esogamia, ovvero matrimoni fra cugini, tipici di ambienti chiusi dove ci si sposava fra parenti”.
Fra le infermità, approfondite nell’incontro, ci sono la fibrosi cistica o la sindrome di Tay Sachs, dovuta alla carenza di alcuni enzimi con gravi conseguenze per il cervello, che ora fortunatamente sembrano essere molto diminuite se non scomparse.
Purtroppo ancora molto frequenti, invece sono i tumori al seno e dell’ovaio, che secondo gli studi statunitensi colpiscono dal 35 all’80 percento degli ebrei askenaziti americani e lo stesso vale per la milza ingrossata. Relatori dell’incontro, introdotto da Rav Levi Hazan e Rosanna Supino, dell’Ame, sono stati Baroukh Maurice Assael, ex direttore del Centro Fibrosi Cistica Verona e Consulente scientifico Centro Adulti Fibrosi Cistica Milano, Alberta Ferrari, senologa e chirurga senologica del Breast Cancer Center, Fondazione IRCCS, e la professoressa Domenica Cappellini, Direttore del Dipartimento di Medicina interna presso il Pad. Granelli della Fondazione Ca Granda Policlinico, Università di Milano.
Tema centrale dell’evento la salute che come ha sottolineato Rav Levi Hazan, citando il grande Rambam“ per l’ebreo stare bene è un dovere e non solo una cosa bella. Avere un corpo sano è il fondamento del lavoro divino di ogni ebreo non meno importante dell’osservanza religiosa”. “Per questo motivo” ha poi ricordato la Supino, che per diversi anni ha lavorato all’Istituto dei Tumori, “abbiamo organizzato con Rav Levi questa serata, perché ci sono varie malattie rare e molto subdole che presentano sintomi uguali a tante altre malattie e che per questo sono molto pericolose e difficili da diagnosticare in tempo”.
Passando agli specialisti, subito ha parlato il Dottor Assael, che è stato un ex pediatra e che attualmente si occupa di Fibrosi Cistica, conosciuta anche come Mucoviscidosi. “Si tratta di una patologia molto seria, genetica e recessiva che colpisce la società occidentale e il mondo ebraico askenazita ma presenta anche fra i sefarditi e ne sono vittima specialmente i bambini nati nei Paesi industrializzati” ha specificato Assael “anche se attualmente questa malattia è in netta diminuzione”. “Bisogna però” ha fatto notare l’esperto “tenerla sotto controllo con dei test preventivi perché la fibrosi può portare a gravi conseguenze. Dall’aborto, alla separazione, alla scelta di un altro partner”. Nel suo intervento il professore ha menzionato anche altre malattia scomparse quasi completamente come la talassemia, o anemia mediterranea, che colpiva molto anche l’Italia, soprattutto Sardegna e Lazio e la pericolosa sindrome di Tay Sachs che in America ha seminato il panico nel mondo ebraico newyorchese. Ora questo male sembra essere scomparso, grazia anche come ha ricordato Assael “agli sforzi del professor Michael Kabak negli anni ’80 e del Rabbino israeliano Epstein che dopo la morte di quattro dei suoi figli per questa malattia, si è molto attivato nella prevenzione delle fibrosi fondando il Dor Yesharim, Comitato di prevenzione delle malattie genetiche ebraiche”.
Malattie che invece sono molto attuali e di difficile cura sono il tumore al seno e ovarico e la milza ingrossata. In tema della prima patologia la dottoressa Ferrari ha fatto sapere che il tumore al seno, che può anche non essere genetico, in diversi casi esso si trasmette da genitori a figlio e nel mondo ebraico askenazita è particolarmente diffuso con percentuali molto alte. In Italia solo in Lombardia e in Emilia Romagna ci sono delle strutture idonee dove si compiono ricerche su questa patologia che in Lombardia affligge circa 25mila persone”.
Fornendo vari esempi di storie e immagini di donne colpite da questo male, la dottoressa ha evidenziato la centralità della prevenzione del tumore e del monitoraggio di questa malattia, rischiosa come il tumore al pancreas e alla prostata. “Questo male – ha detto la Ferrari – può essere curato con un opportuno percorso diagnostico terapeutico e se necessario con l’asportazione dei seni, la mastectomia”. Ultimi due interventi della serata sono stati quello della professoressa Cappellini che ha approfondito sintomi e cause dell’ingrossamento della milza “un organo fondamentale che però molti non considerano e che può avere varie cause che discendono spesso e volentieri da alterazioni genetiche che possono investire l’organismo. “Nel mondo askenazita – ha fatto sapere la studiosa – l’incidenza dei casi è da uno a mille e questa patologia rimane silente per anni ed può discendere da ingrossamento del fegato e stranamente anche da valori del colesterolo molto bassi e da calcoli renali”.
Tutti i relatori hanno concordato sull’importanza di prendersi cura di se stessi, controllando con test e esami preventivi e conoscere sintomi e conseguenza di queste malattie rare ma estremamente rischiose e latenti per anni nel nostro corpo. A concludere la serata è stata Rav Levi Hazan che ringraziando relatori e partecipanti ha sottolineato la centralità della cura del corpo per far prosperare l’anima. “Citando varie fonti, dal Talmud, alla Torah al fondatore del chassidismo, il Baal Shem Tov, il Rav ha sottolineato quanto sia importante prendersi cura del proprio organismo perché esso “è il recipiente dell’anima ed è un dono divino che va mantenuto al meglio perché un giorno, dovremmo restituirlo a Dio quando moriremo”. “Se stiamo bene e in forze” ha detto “tutto il resto viene in automatico e citando Rambam dobbiamo saper usare costruttivamente il nostro Libero Arbitrio e combattere per quanto ci è possibile sofferenze e malattie”.