Noi vs Loro: il cervello razzista. Un convegno organizzato da BrainCircleLugano

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di Redazione

“Non esistono le razze, esistono i razzisti” diceva Rita Levi Montalcini

Ma nonostante la scienza ci dica che esiste un’unica razza, quella umana, la discriminazione razziale continua a trovare nuova linfa: perché? Perché siamo razzisti? Come il linguaggio condiziona e determina i nostri comportamenti discriminatori? Quali sono i meccanismi che alimentano la discriminazione nei social? Un’intelligenza artificiale può essere razzista? Lo studio del cervello, per quello che riguarda l’evoluzione, il linguaggio, l’empatia, il ruolo dell’ I.A. e dei social può rivelare come e perché il razzismo si radichi all’interno di gruppi e società umane, aiutandoci così a combatterlo. Solo la conoscenza dei meccanismi profondi che stanno alla base del funzionamento del cervello e della mente può portare a elaborare strategie di contrasto o quantomeno a prendere coscienza, come singoli, di problemi che, purtroppo, disgregano ancora oggi la nostra società. E che, come ha scritto la studiosa americana Ijeoma Oluo nel suo recente libro E così, parliamo di razzismo? pubblicato dalle edizioni Tlon, diventano preoccupanti quando da espressione individuale di odio il razzismo diventa espressione di un sistema di potere.

Analizzerà questo tema complesso un convengo dal format originale, “Noi vs loro: il cervello razzista” organizzato da BrainCircleLugano, fondato da Viviana Kasam, che ne è la presidente, in collaborazione con l’Università della Svizzera Italiana e che avrà luogo il 20 marzo prossimo, nell’ambito della Settimana contro il razzismo, con il sostegno del Programma di integrazione cantonale (PIC) e della Città di Lugano.

“Lo studio del cervello, in particolare, per quello che riguarda l’evoluzione, il linguaggio, l’empatia, il ruolo dell’intelligenza artificiale e dei social, può rivelare come e perché il razzismo si radichi all’interno di gruppi e società umane, aiutandoci così a combatterlo. Solo la conoscenza dei meccanismi profondi che stanno alla base del funzionamento del cervello e della mente può portare a elaborare strategie di contrasto o quantomeno a prendere coscienza di problemi che, purtroppo, disgregano ancora oggi la nostra società” spiegano Viviana Kasam e Fabio Meliciani, ideatori e organizzatori del simposio.

 

Si partirà dalla storia dell’idea di razza, raccontata dal genetista Guido Barbujani, che dimostrerà come esista una sola razza, quella umana, per parlare di antisemitismo e propaganda nazista e fascista, con Gadi Luzzato Voghera, direttore del CDEC.  Il neurolinguista Andrea Moro, delfino di Noam Chomsky spiegherà il ruolo del linguaggio nella formazione dell’immaginario razzista, con una testimonianza di Federico Falloppa, dell’Università di Reading (UK), che che da anni si occupa di rappresentazione dell’alterità nella lingua, di razzismo linguistico e hate speech e parlerà di rappresentazione dell’alterità nella lingua e di inclusione linguistica, portando la sua esperienza in realtà come Amnesty International.

Una terza lectio magistralis vedrà il grande neuroscienziato Giacomo Rizzolatti parlare dei neuroni specchio e del loro ruolo nei nostri sentimenti verso l’altro e nella nostra capacità di immedesimarci nei suoi problemi. Immaginari distorti, narrazioni di flussi migratori, storie di discriminazioni nel contesto del Mediterraneo e della Svizzera italiana saranno al centro delle testimonianze di Federica Frediani, collaboratrice scientifica e docente presso l’Università della Svizzera italiana, capo progetto del Middle East Mediterranean (MEM) Summer Summit e Laura Bertini Soldà, antropologa, responsabile del Centro documentazione e ricerche della SUPSI di Lugano.

Di razzismo strisciante nei confronti delle donne parlerà Antonella Santuccione Chadra, neuroscienziata, presidente di Woman’s Brain Project, esperta della discriminazione di genere,  mentre l’antropologo Luca Jourdan dell’Università di Bologna aiuterà a capire, attraverso il racconto della sua esperienza nella regione africana dei grandi laghi e partendo da alcune parole chiave, come sia distorta la nostra immagine del continente africano e come sia fondamentale un lessico storicamente e culturalmente informato.

 

Concluderà il convegno la Tavola Rotonda su Razzismo e nuove tecnologie con Stefano Pasta, pedagogista dell’Università Cattolica, Debora Nozza, computer scientist dell’Università Bicocca di Milano ed Eleonora Benecchi, giornalista, esperta di cultura digitale e del rapporto tra giovani e media dell’Università della Svizzera italiana.

 

I loro interventi saranno inframezzati dalle letture dell’attrice Antonella Astolfi, da video e da momenti di dibattito, sondaggi e interazioni con il pubblico, grazie a strumenti di condivisione che permettono di interagire in tempo reale, anonimo, mostrando in diretta le risposte e le opinioni dei partecipanti, che potranno  interagire attraverso il proprio smartphone, senza la necessità di scaricare applicazioni o di lasciare alcun tipo di dato personale.

 

 

“La comunicazione gioca un ruolo sostanziale nel costruire l’Altro, il diverso, il deviante, il mostruoso” sostiene il prof Luca Visconti, decano della Facoltà di comunicazione, cultura e società dell’USI, che ha promosso l’iniziativa e modererà la tavola rotonda conclusiva con tutti gli scienziati. “La fabbrica del nemico, potremmo chiamarla, ha per ‘macchinari’ le rappresentazioni, le immagini, i significati iscritti nella materialità e nelle pratiche quotidiane, i prodotti che consumiamo. Per la Facoltà di comunicazione, cultura e società dell’USI è un dovere supportare riflessioni qualificate su come dal razzismo si possa anche ‘guarire’, ripensando – tra le altre cose – forme, contenuti, canali e momenti della comunicazione.”

 

Il convegno, che nasce in collaborazione con la Fondazione Sir John Eccles, l’Associazione Svizzera Israele, la Fondazione Goren Monti Ferrari e la Fondazione Gariwo, avrà luogo il 20 marzo dalle ore 13 nell’Aula Magna dell’Usi.

Il programma e le iscrizioni sono disponibili sul sito: www.braincirclelugano.ch