“The Glass House Project” al Teatro Manzoni

Eventi

di Roberto Zadik

glass houseLa musica come strumento di emozione, partecipazione, raccoglimento e ricordo è sempre stata fondamentale e ancora di più questo vale quando si tratta della Memoria delle atrocità della Shoah e dei lager nazisti e degli uomini giusti che lottarono per combattere questi orrori. Melodia e tragedia saranno strettamente legate fra loro anche il prossimo 24 gennaio, poco prima del tradizionale appuntamento con “Il Giorno della Memoria”,  quando l’orchestra del trombettista ebreo newyorchese Frank London si esibirà con il suo “The Glass House Project”  al Teatro Manzoni, dalle 11.00, in un emozionante concerto inserito nel calendario  degli appuntamenti della prestigiosa rassegna musicale di “Aperitivo in concerto” iniziata lo scorso 8 novembre col super concerto degli israeliani “Yemen Blues”. (Clicca qui per l’intervista esclusiva di Mosaico a Frank London).

Torna la musica del mondo ebraico e il klezmer, dopo il bellissimo live dei “Klezmerson” con lo scorso 15 novembre che ha registrato il tutto esaurito. Ma stavolta si cambia registro con London che, leader dell’acclamato gruppo dei “Klezmatics”che ha portato nel mondo il folklore yiddish,  stavolta eseguirà la sua nuova opera “Glass House”, che significa “casa di vetro”. L’iniziativa si riferisce a un preciso avvenimento storico legato alle sofferenze degli ebrei ungheresi a Budapest nei cupi anni fra il 1943 e il 1945 in uno dei Paesi che ha avuto l’antisemitismo peggiore come l’Ungheria, patria di personaggi illustri del mondo ebraico magiaro come Theodor Herzl, padre del sionismo e Imre Kertesz autore dello splendido libro “Kaddish per un bambino mai nato”.
Una parentesi storica molto dolorosa e poco conosciuta, la Shoah degli ebrei ungheresi, che viene qui raccontata attraverso le musiche di London  che ricordano il dolore degli ebrei in quel Paese ma dando anche un messaggio di speranza e di fiducia nel prossimo, molto importante specialmente in questi tempi difficili. I musicisti, infatti, rendono omaggio al diplomatico svizzero Carl Lutz che salvò 62mila ebrei dalle deportazioni e dai campi di sterminio nazisti.

Musicista raffinato e poliedrico, London, è anche lui nel vasto elenco di musicisti e artisti scoperti dal vulcanico musicista e produttore correligionario e concittadino John Zorn, amico e collaboratore nella sua carriera di talenti come Tom Waits, Leonard Cohen e il compianto Lou Reed. Qui il trombettista supera sé stesso esplora musicalmente e emotivamente in una vicenda molto emozionante e finora sconosciuta che racchiude gli orrori della Shoah e il Bene di un uomo giusto come Carl Lutz, console svizzero a Budapest dal 1943 al 1945.  In soli due anni egli attraverso il suo ruolo diplomatico e la sua abilità, riuscì ad aggirare ogni ostacolo politico e burocratico, come Schindler, protagonista del bellissimo “La lista di Schindler” di Spielberg, per salvare vite di intere famiglie, donne e bambini. Fu capace di negoziare col governo ungherese e con l’esercito nazista, di allestire case e rifugi per i tanti ebrei in fuga dalle deportazioni  e di salvare, con documenti falsi e visti per Israele, tante persone dalla morte e alla sofferenza dei lager. Una storia rimasta nell’ombra per settant’anni e riportata alla luce da questi strumentisti, capitanati da London e per la prima volta in Italia.
Ma chi sono questi strumentisti e cosa suoneranno? Canzoni del folklore magiaro si fonderanno con lo spirito yiddish e ebraico mitteleuropeo del Klezmer, in un’esibizione che riunirà influenze di grandi compositori ungheresi come Dvorak a numerosi riferimenti musicali, religiosi e evocativi. Uno spettacolo completo e complesso che, alternerà brani religiosi importanti come “El Male Rahamim” preghiera funebre tradizionale a brani chassidici, fino a brillanti pezzi jazz in lingua magiara  verrà eseguito da strumentisti di talento provenienti da vari Paesi, seguendo lo spirito cosmopolita e al tempo stesso molto ebraico che caratterizza questa band. Nell’organico di questa orchestra ci sono artisti di primo piano, come gli ungheresi Bela Agoston, compositore e multi strumentista, dal sax alle percussioni o il violinista Edina Smirtesz Mokus per arrivare ad artisti internazionali come  il bassista argentino Pablo Aslan, amico e collaboratore del “padre del tango” Astor Piazzolla e gli americani London e Aram Bajakian, di origine armene.  Un appuntamento da non perdere che emozionerà il pubblico riportandolo a quei tempi tormentati quando Lutz , come tanti Giusti nella storia, rischiò la sua vita per il bene del prossimo e del popolo ebraico applicando la famosa frase talmudica “chi salva una vita salva il mondo intero”.
Per informazioni e prenotazioni: www.aperitivoinconcerto.com (costo del biglietto intero € 12 + prevendita con riduzioni fino a 8 + €1 prevendita

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