GECE 2024. I saluti istituzionali, pensando al dramma per le famiglie dopo il 7 ottobre

di Redazione
«Mai come quest’anno è importante partecipare alla Giornata europea della cultura ebraica. La famiglia è ancora più importante dopo quello che è successo il 7 ottobre, quando delle famiglie sono state sterminate e divise, con membri ancora oggi prigionieri. Grazie quindi a tutti per esserci». Così Walker Meghnagi, presidente della Comunità ebraica di Milano (in alto nella foto), ha salutato i presenti nella sinagoga centrale di via Guastalla, durante il pomeriggio della Giornata Europea della Cultura Ebraica dedicato alla famiglia, dopo la mattinata tenutasi al Teatro Franco Parenti e le visite guidate della sinagoga condotte dalla bravissima Esther Nissim. Una giornata in cui nonostante la partecipazione fosse meno numerosa rispetto agli altri anni (forse anche a causa di una minore copertura mediatica dell’evento da parte della stampa nazionale e locale), si è comunque respirata un’atmosfera partecipata e sentita.

Milo Hasbani, vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, dopo avere portato i saluti della presidentessa Noemi Di Segni, ha ribadito l’importanza del parlare di famiglia dopo il 7 ottobre e del fatto che i media non raccontano storie positive su Israele, rappresentandolo solo come “invasore”. «Regna il silenzio dei giornalisti e della autorità su quanto di buono viene da Israele. Quindi mi sento di lanciare un appello: bisogna che si raccontino esattamente come stanno le cose».

Elena Buscemi, presidente del Consiglio del Comune di Milano, portando i saluti del sindaco Giuseppe Sala, ha dichiarato: «Dedicare la giornata alla famiglia è un anche per tributare chi ha maggiormente sofferto, cioè le famiglie, che sono le più colpite dalla strage del 7 ottobre».

Sono poi intervenuti gli esponenti delle altre religioni monoteiste. Mustafa Roma del Coreis ha ricordato l’importanza della famiglia anche nell’islam, in particolare quella di Abramo, che unisce ebraismo e islam nella fede all’unico D-o. «Quando ricordiamo il profeta Muhammad ricordiamo Lui e la sua famiglia, che è qualcosa di indispensabile per la tradizione – ha spiegato -. Oggi esprimo vicinanza a tutte le famiglie colpite da tutte le guerre e a quelle degli ostaggi del 7 ottobre». Roma ha poi espresso la speranza che il progetto Muslim Jewish  Leadership Council (MJLC) continui nelle iniziative che organizza per i giovani, per favorire il dialogo fra religioni.

Infine, Don Adam Kieltyk della Diocesi di Milano ha sottolineato gli aspetti che accomunano ebrei e cristiani, pur nelle differenze, e ha espresso grande dolore per il massacro del 7 ottobre in Israele.