GECE 2024. Nell’abbraccio della famiglia ebraica, dove si litiga e si ama

di Ester Moscati

XXV Giornata europea della cultura ebraica. La manifestazione, coordinata dall’associazione europea AEPJ e con il logo del Consiglio d’Europa, organizzata in Italia dall’UCEI, compie 25 anni, vi partecipano 27 paesi europei e conta ormai migliaia di visitatori. In Europa, porte aperte il 1 settembre, mentre in Italia si terrà domenica 15 settembre

Quand’ero piccolo i miei genitori hanno cambiato casa una decina di volte. Ma io sono sempre riuscito a trovarli». Woody Allen è tra i registi ebrei che hanno dedicato alla propria famiglia battute fulminanti; ma qual è la rappresentazione della famiglia ebraica nel cinema? Stereotipi o verità? Ci sarà l’attore e regista Luca Barbareschi a parlarne, con Roberto Zadik e Niram Ferretti, nel primo incontro della Giornata Europea della Cultura ebraica 2024, dedicata appunto al tema “La famiglia”.
L’apertura della Giornata, domenica 15 settembre, quest’anno si terrà al Teatro Franco Parenti (ore 10.00) con la “padrona di casa” Andrèe Ruth Shammah e l’assessore alla Cultura della Comunità Sara Modena. Mentre nel pomeriggio gli incontri si terranno alla Sinagoga di Via Guastalla, con visite guidate da Esther Nissim (ore 13.00 – 15.00), saluti istituzionali (ore 15.00) e conferenze/confronti.

XXV anno della GECE
La Giornata europea della cultura ebraica è da 25 anni l’occasione per aprire le porte alla cittadinanza, ai non ebrei. Questo non solo dal punto di vista fisico, cioè le porte dei nostri luoghi ebraici, sinagoghe e centri culturali, ma anche appunto “aprire le porte” su che cosa sia l’ebraismo, spiegare chi sono gli ebrei, come vivono, di quali valori sono testimoni; la tradizione religiosa, culturale e materiale. Quest’anno, aprire una finestra sul nostro mondo sarà particolarmente difficile, in un clima di odio che sta avvelenando le nostre giornate, di antisemitismo percepito. Come si è pensato di gestire questa situazione?
«Rav Alfonso Arbib affronterà subito la questione nel suo intervento pomeridiano al Tempio – spiega Sara Modena – dal titolo Facciamo ancora parte della famiglia delle Nazioni? Quando abbiamo scelto questo argomento ci siamo chiesti come sarebbe stata la situazione a settembre. Naturalmente non possiamo saperlo, ma il clima non si sta certo raffreddando, anzi. La questione sarà comunque attualissima. Voglio dire però che gli eventi che abbiamo organizzato ci dimostrano che le persone ci stanno vicino comunque». «C’è stato da parte nostra un po’ di timore nel chiamare i possibili relatori – dice Manuela Sorani, consigliera CEM che affianca Sara Modena nei progetti culturali – ma alla fine non abbiamo avuto defezioni o problemi». Segno che l’appuntamento annuale di incontro e confronto con il mondo ebraico è sentito come un valore per la cittadinanza».

Tutti i volti della famiglia ebraica

Il tema della GeCe 2024, scelto dall’associazione europea AEPJ, è la famiglia; come sarà declinato a Milano questo tema? Che cosa vogliamo comunicare agli altri e a noi stessi? «I diversi interventi – spiega Modena – racconteranno la famiglia ebraica nel cinema, nell’arte che raffigura episodi della Torà, nel Midrash, nella storia». In particolare un panel sarà dedicato alla famiglia ebraica per antonomasia, i Rothschild, che incarnano il mito negativo della “finanza globale” ma che invece hanno molto da dire su visione strategica economica e anche filantropia e legami familiari. «Ci sarà anche un momento di ‘colore’ su un tradizionale modo di formare una famiglia ebraica – racconta Manuela Sorani -. Lo Shidduch, cioè l’incontro favorito da un sensale di matrimoni. Una tradizione che oggi si è attualizzata grazie a Internet, ai siti e alle app di incontri, in cui però la figura di una professionista, che sappia valutare le caratteristiche e la compatibilità tra i promessi sposi, è determinante per la buona riuscita della vita di coppia». Ne parleranno Rivki Hazan, Michal Sharabani e Shana Tibi, che è l’esperta più cool sul tema del matchmaking e dalla sua base newyorkese crea coppie in tutto il mondo.

I luoghi della Giornata

Il Teatro Franco Parenti ospiterà gli incontri della mattinata: Rivoluzione e istituzione, la famiglia ebraica e il cinema, con Luca Barbareschi, Roberto Zadik e Niram Ferretti; La famiglia ebraica tra Arte e Torà con Riccardo Sorani e Alfonso Sassun, moderati da Davide Romano, mentre David Piazza e Ugo Volli parleranno del Romanzo familiare dell’identità, fra Torà e Midrash.
Alle 15.00 inizieranno gli incontri in Sinagoga, con i saluti di Rav Alfonso Arbib, Rabbino capo di Milano, di Walker Meghnagi, presidente CEM e Milo Hasbani, vice-presidente UCEI.
Qui si terranno gli interventi di Rav Arbib Facciamo ancora parte della famiglia delle Nazioni?, di Rav Roberto Colombo su Quando i Rabbini litigavano con le mogli, il panel condotto da Niram Ferretti e Yehoshua Bubola Lévy de Rothschild su Una grande famiglia ebraica: i Rothschild tra storia e mito, partendo dal libro di Niall Ferguson The world’s banker, alla presenza dell’autore (panel introdotto e moderato da Michael Soncin).
A seguire, il panel sullo Shidduch.
A conclusione degli incontri, ci sarà un rinfresco con degustazione di specialità ebraiche, offerto dalla CEM.

La Giornata europea della cultura ebraica avrà un seguito lunedì 16 settembre, nel terzo luogo scelto per gli incontri: la sede della Fondazione CDEC presso il Memoriale, in Piazza Safra (Stazione Centrale). Qui (ore 18.00) Daniela Scala e Gadi Luzzatto Voghera presenteranno Scene di famiglia: la vita e i luoghi attraverso i filmati privati, conservati nell’archivio del Centro di documentazione ebraica contemporanea.
«Voglio ringraziare la commissione cultura che, insieme a Paola Boccia e Manuela Sorani, è determinante nella progettazione e nella realizzazione della Giornata – conclude Sara Modena. – Grazie quindi a Ugo Volli, David Piazza, Davide Romano e Niram Ferretti, disponibili e preziosi».