di Anna Balestrieri
Domenica 9 febbraio, oltre cento partecipanti si sono collegati su Zoom per assistere all’incontro con Marco Paganoni, storico e giornalista, redattore del sito Israele.net da venticinque anni ed ex presidente dell’Associazione Italia-Israele. L’evento, introdotto da Ugo Volli e organizzato da Kesher, ha affrontato il tema del Sionismo e della sua delegittimazione, evidenziando come l’antisionismo non sia soltanto una critica politica, ma una vera e propria minaccia esistenziale per Israele e per gli ebrei nel mondo.
Paganoni, nato in Israele da genitori non ebrei e docente di storia di Israele all’Università di Trieste, ha aperto l’incontro sottolineando il clima attuale: “Oggi, anche di fronte allo spettacolo straziante degli ostaggi denutriti, che dovrebbe ispirare solo solidarietà, continuiamo a sentire commenti antisemiti.” Ha richiamato l’attenzione sulla narrazione mediatica: il Manifesto ha titolato “Gaza, liberati 183 palestinesi e 3 israeliani”, mentre il TG2 ha parlato di “scambio di detenuti”, equiparando vittime e carnefici. Strategie retoriche costituiscono un chiaro tentativo di delegittimare sia il Sionismo sia Israele.
L’incontro
L’analisi di Paganoni ha toccato anche il modo in cui l’identità ebraica è stata storicamente distorta: per i marxisti l’ebreo era il capitalista, per i capitalisti il rivoluzionario, per i cristiani il deicida, per i musulmani l’assassino dei profeti. “L’ebreo è sempre stato l’incarnazione del peggio, e l’antisemita gli nega la pluralità, la storia, la complessità. È una spoliazione della sua identità, una vera e propria ‘teologia della sostituzione’ che ha radici nella Chiesa: il ‘vero Israele’ saremmo noi.”
Paganoni ha spiegato come l’antisionismo moderno segua lo stesso schema, negando agli ebrei il loro legame storico con la terra d’Israele e sostituendolo con una narrazione esclusivamente palestinese. Questa forma di negazionismo non riscrive soltanto la storia, ma rappresenta anche una minaccia concreta: “L’obiettivo dell’antisionismo è cancellare lo Stato ebraico; senza sovranità e un esercito, gli ebrei non potrebbero sopravvivere in Medio Oriente.”
L’identità ebraica
Un ulteriore punto centrale del discorso tra Paganoni ed il pubblico ha riguardato l’evoluzione dell’identità ebraica. Prima della Shoah, era legittima anche la posizione assimilazionista, ma dopo la tragedia il Sionismo è divenuto il pilastro della ricostruzione ebraica. Oggi, l’antisionismo impone una condizione ancora più dolorosa: “Puoi essere ebreo solo se ti dichiari antisionista o critico verso Israele. Altrimenti posso inseguirti per strada e aggredirti se indossi una kippah,” ha osservato amareggiato il relatore. Il pericolo, ha spiegato, proviene indifferentemente da neonazisti, jihadisti ed estremisti di sinistra.
Paganoni ha inoltre evidenziato il profondo trauma vissuto da chi aveva creduto nella soluzione due popoli, due Stati: “Chi si era immolato per questa opzione è stato proprio chi è stato trucidato il 7 ottobre”, sottolineando come l’illusione di una convivenza pacifica, messa in luce fin dalla Prima Intifada, abbia trovato il suo tragico apice in quella strage.
Il relatore ha anche ricordato che Israele deve rimanere un paese “ebraico e democratico”, capace di risolvere la questione ebraica permettendo agli ebrei di decidere il proprio futuro in senso democratico: questo è lo snodo imprescindibile del Sionismo.
Le fake news
A completare il quadro, Paganoni ha osservato come le modalità di calcolo delle vittime siano emblematiche delle distorsioni in atto: mentre Israele impiega giorni per quantificare i morti del 7 ottobre, a Gaza i decessi per una singola esplosione vengono contati in un attimo. Le menzogne, in questo senso, risultano difficilmente contestabili, radicate in un atteggiamento antisionista che esiste da ben prima degli eventi recenti.
Con la sua analisi acuta e il suo impegno costante nel difendere la verità storica, Marco Paganoni si conferma come un intellettuale fondamentale per il dibattito corrente, un faro che illumina le complesse dinamiche di un tema sempre più al centro delle controversie globali.
(Nella foto: manifestazione antisionista a Manhattan)