di David Fiorentini
Deatra Cohen, studentessa di scienze erboristiche, stava studiando per il suo prossimo esame, quando il suo insegnante le ha assegnato quello che sembrava un compito semplice: fare un reportage delle cure erboristiche tipiche della sua cultura.
Tuttavia, il progetto si rivelò tutt’altro che semplice. Bibliotecaria in pensione, Cohen era abile a navigare nei database e setacciare gli archivi. Ciononostante, non riuscì a trovare quasi nessuna traccia di tradizioni erboristiche su cui i suoi antenati, gli ebrei ashkenaziti, avrebbero fatto affidamento.
Dunque, frustrata dal suo iniziale fallimento, ha intrapreso un percorso di ricerca e approfondimento, durato oltre tre anni, culminato nel 2021 con la pubblicazione di “Ashkenazi Herbalism: Rediscovering the Herbal Traditions of Eastern European Jews” (editore North Atlantic Book).
Parte guida botanica e parte storia popolare, il libro redatto insieme al marito, Adam Siegel, riscopre l’eredità dimenticata dei guaritori ebrei che hanno prosperato nell’Europa orientale, ideando cure naturali e interagendo con leader religiosi, sciamani e ostetriche che fornivano assistenza medica alle comunità ebraiche.
Raccogliere quella informazioni però fu una grande battaglia. Gran parte della conoscenza popolare ashkenazita fu distrutta nell’Olocausto, dunque la coppia dovette accontentarsi solamente di fotografie tratte da database della Shoah, memorie legate ai rimedi dei loro genitori e scoperte della spedizione An-Ski, uno studio etnografico che documentava la vita nella Zona di Residenza dal 1912 al 1914. La grande svolta è arrivata quando si sono imbattuti in un dizionario di erbe dell’era sovietica apparentemente irrilevante. Il testo non menzionava gli ebrei, ma quando Cohen e Siegel esplorarono la demografia delle città ucraine citate, scoprirono che la maggior parte aveva una percentuale di abitanti ashkenaziti molto elevata. Questo dimenticato studio governativo aveva inavvertitamente conservato la tradizione ebraica che i due scienziati stavano cercando.
Alla domanda su quale scoperta la avesse sorpresa maggiormente, l’autrice ha risposto la vasta gamma di piante esotiche a cui la gente aveva accesso. Nel libro, sono incluse infatti la noce moscata, la cannella, lo zenzero e tantissime altre piante che nessuno si aspetterebbe di vedere tra Polonia e Ucraina.