di Ester Moscati
La Giuntina pubblica un nuovo libro di Chaim Grade, cantore yiddish della spiritualità quotidiana, antagonista di Isaac Bashevis Singer
Esiste un corrispettivo ebraico di Shakespeare o Dante? «Tra gli scrittori yiddish, Chaim Grade». Parola di Harold Bloom, il celebre critico letterario americano che non amava particolarmente i fratelli Singer e preferiva invece il cantore dell’ebraismo lituano, di cui Giuntina pubblica ora Fedeltà e tradimento, dopo averlo fatto conoscere al pubblico italiano con La moglie del rabbino.
Vilna contro Varsavia, il Talmud e il rigore halakhico contro la mistica e il pensiero magico, la razionalità dello studio contro l’ardore dei chassidim: tra lo yiddish di Grade e quello di Isaac Bashevis Singer la differenza è nel sentimento umano, nella fede. E se in Israel Joshua Singer l’uomo è tumultuosamente calato nella storia e si muove insieme alla sua trascinante irruenza, per Chaim Grade – e i suoi personaggi – nella storia c’è solo Dio, e l’uomo è Lì dentro che deve stare, filtrando attraverso l’Onnipotente la sua esistenza terrena.
In Fedeltà e tradimento sono raccolti due racconti, tradotti meravigliosamente da Anna Linda Callow dallo yiddish: Di shvue (Il giuramento) tratto dalla raccolta Di klois un di gas: dertseylungen (1974), e La mia contesa con Hersh Rasseyner (Mayn krig mit Hersh Rasseyner) del 1951.
Il primo, temporalmente collocato tra le due guerre mondiali, ruota attorno a una promessa che, sul letto di morte, Shlomo Zalman Rapoport vuole imporre ai suoi figli Gavriel e Asne, di cui la devota e tenera moglie Bat Sheva si farà garante e l’amico Avraham Abba Zelikman, in qualche modo, strumento. Quattro personaggi attorno ai quali si costruisce la narrazione di un mondo: lo studio talmudico, l’osservanza religiosa ma anche la ribellione, l’identità personale, la voglia di scegliere il proprio destino. La donna è devota e innamorata, ma tutt’altro che debole. Reb Avraham Abba Zelikman è integro e luminoso come un profeta. «Partite contenta e abbiate fede nell’Onnipotente, – dice a Bat Sheva -Egli sa ciò che fa. Se rimarrete da vostro figlio, sarà una decisione della Provvidenza. E se invece dovrete tornare indietro, anche questo proverrà dalla stessa fonte».
Non ci sono dibbuk a intralciare il cammino dell’uomo, né yetzer harà, l’istinto del male: c’è una via di verità e saggezza e c’è la scelta, libera, umana, consapevole, di seguirla oppure no. E c’è anche, nelle pagine di Chaim Grade, lo scorrere del tempo, le stagioni e la natura, i profumi dei frutti, lo scintillio del ghiaccio e la forza del vento.
Nel secondo racconto, è il vento della Shoah, invece, che ha già investito la Lituania. Grade ha perso la moglie e la madre, che aveva lasciato a Vilna mentre lui si era rifugiato in Unione Sovietica. Da studente della yeshivà Novaradok dei musernikes, i seguaci del Mussar, aveva poi scelto, a 22 anni, una vita “secolare” per assecondare la sua vena poetica, mettendosi in contrapposizione con i suoi vecchi compagni di studio. Negli anni ‘30, Chaim Grade aveva fondato, con artisti e scrittori, il gruppo sperimentale “giovane Vilna”. Il racconto La mia contesa con Hersh Rasseyner è la storia romanzata di una reale “crisi identitaria”, o almeno di un dubbio esistenziale che Grade, avendo ricevuto sia una educazione laica sia religiosa, non poteva ignorare. Hersh Rasseyner è l’alter ego di Gershon Liebman, un amico della sua giovinezza, rimasto sempre fedele alla via religiosa. È dal dialogo tra i due, Chaim e Hersh, che si incontrano per caso a Parigi dopo la guerra, che nasce una poderosa riflessione su ebraismo e modernità. Ma soprattutto, tra le diverse anime dell’ebraismo stesso: «Quando mi sento indebolito nel rigore, studio lo Shulchan Arukh. Quando mi sento spezzato nella guerra della vita, studio la morale. E quando la morale mi conduce alla tristezza e mi strappa alla comunità di Israel, studio i testi chassidici», dice Hersh all’amico ritrovato.
Chaim Grade (Vilna, 4 aprile 1910, New York 26 aprile 1982) con la seconda moglie Inna, a New York.
Fedeltà e tradimento, Giuntina (pp. 208, euro 18,00)