di Pietro Baragiola
“In un mondo dove l’ebraismo è al centro di una sorta di crisi della comunicazione è necessario fare chiarezza. La non chiarezza genera ignoranza che porta poi all’ostilità. Per questo motivo non dobbiamo farci sviare da dicotomie troppo rigide. Secondo la legge ebraica il mondo si divide in ebrei e non ebrei ma è importante accettare la pluralità delle diverse comunità se intendiamo studiare l’ebraismo come fenomeno globale.” Così Sergio Della Pergola, docente di demografia e statistica all’Università di Gerusalemme, ha parlato presentando, martedì 24 settembre, il suo nuovo libro Essere ebrei, oggi. Continuità e trasformazioni di un’identità, durante un evento organizzato dall’Associazione Italia-Israele di Milano.
Cosa significa essere ebrei nel mondo moderno? Attraverso quali contenuti si manifesta l’identità ebraica individuale e collettiva? Sono queste alcune delle domande che Della Pergola affronta nel suo saggio, edito da Il Mulino.
Il testo ripercorre in sole 224 pagine i grandi interrogativi dell’identità ebraica, il dramma dell’antisemitismo e le possibili sfide future che aspettano non solo Israele ma le comunità di tutto il mondo.
L’incontro di martedì si è tenuto nel Grattacielo Pirelli di Milano e ha visto la partecipazione di numerosi ospiti illustri tra cui: Ferruccio De Bortoli (Presidente della Fondazione del Corriere della Sera), Davide Assael (Presidente Lech Lechà), Alberto Cavaglion (Professore di Storia dell’Ebraismo presso l’Università di Firenze), Pierfrancesco Fumagalli (Presidente dell’Associazione Italia Israele di Milano), Roberto Cenati (Ex Presidente ANPI Provinciale Lombardia) e Piero Bussolati (Consigliere regionale del PD).
“In un tempo di crisi e solitudine senza pari, nel pieno del trauma del 7 ottobre e della guerra in corso, c’è bisogno di dati attendibili e dialoghi costruttivi, tutti elementi che ritroviamo nel libro di Sergio Della Pergola” ha affermato Carlotta Morgana, giornalista rappresentante dell’Associazione Italia Israele.
Qui la registrazione integrale dell’evento
Gli argomenti del libro
“Questo è un libro pensato nel marzo 2013 e raccoglie una summa di 60 anni di lavoro” ha raccontato Della Pergola durante l’incontro.
L’autore ha spiegato che, prima dell’emancipazione in Europa, una persona era definita ebrea per religione, etnia, lingua, luogo di residenza e occupazione, mentre oggi l’argomento è molto più ampio.
Attraverso studi sociali empirici, grafici e analisi demografiche, Essere ebrei, oggi. Continuità e trasformazioni di un’identità affronta la questione dell’identità ebraica moderna attraverso tre domande chiave: “cosa?”, “perché?” e “come?”.
Per spiegare il “cosa” o “cosa gli ebrei pensano sia l’ebraismo”, Della Pergola ha scoperto che l’immagine emergente in tutto il mondo, soprattutto in Israele dopo il 1948, è quella di un’identità ebraica in cui la religione gioca un ruolo importante ma l’etnia risulta ancor più fondamentale.
Individuando il “perché” che spinge la vicinanza o meno all’ebraismo, l’autore ha spiegato che la memoria della Shoah e la lotta all’antisemitismo costituiscono i motivi principali di questa identificazione.
“È assurdo pensare che uno dei principali impulsi a riconoscere la propria identità ebraica sia proprio la Shoah che, come sappiamo, non è in sé un prodotto ebraico” ha affermato Assael durante il suo intervento.
I dati raccolti da Della Pergola hanno anche dimostrato che la solidarietà ebraica, molto presente in Israele e in Europa, non è altrettanto diffusa in America dove i millennial ebrei sono costantemente coinvolti nei moti di protesta antisraeliana.
Per quanto riguarda il “come” o “come si manifesta l’identità ebraica individuale e collettiva”, i grafici riportati nel libro mostrano che, nonostante solo una minoranza segua davvero alla lettera i dettami della legge ebraica, quasi tutti gli ebrei praticano almeno in minima parte le tradizioni e il rispetto per la religione.
Per portare a galla questi risultati Della Pergola ha esteso la sua ricerca in Israele, Stati Uniti ed Europa. “Tra Israele e gli Stati Uniti vive l’85% della comunità ebraica mondiale” ha dichiarato l’autore, provocando lo stupore del pubblico in sala. “Questi due Paesi sono i principali centri propulsori di tendenze ebraiche nel mondo e sono in costante concorrenza tra loro, mentre la comunità europea tende ad assecondare sempre uno dei due.”
Nel suo saggio, Della Pergola approfondisce questo confronto internazionale per scoprire ‘se la comunità ebraica prevale sulle differenze regionali o se è invece l’inverso’.
L’indagine europea ha portato l’autore a concentrare un capitolo sull’Italia dove la comunità ebraica è tra le più antiche del mondo occidentale, essendosi stabilita ancor prima dell’Impero Romano. Qui, seguendo le ricerche condotte dall’Istituto Cattaneo di Bologna, Della Pergola ha analizzato i dati raccolti sull’aumento dell’odio antisraeliano da parte degli studenti europei.
“Anziché scatenare un senso di pietas il 7 ottobre ha risvegliato un potente odio occidentale antiebraico che pensavamo fosse stato sconfitto, invece era solo latente” ha spiegato Della Pergola. “È importante ricordare che questi incidenti antisemiti sono iniziati prima del contrattacco israeliano a Gaza.”
L’autore ha deciso di dedicare un intero capitolo alla storia dell’odio antisemita sottolineando il fatto che colpisce tutte le comunità ebraiche, senza alcuna eccezione.
Il concetto di “Antiebreismo”
Secondo l’autore il termine ‘antisemitismo’ non sarebbe mai dovuto entrare nel linguaggio comune, essendo una parola oscena nata per offendere. “È come dire ‘antimaialismo’” ha affermato Della Pergola. “Sarebbe meglio invece usare il termine antiebraismo o ‘antiebreismo’ per essere più precisi.”
“Pratico, politico e populista. Il libro di Della Pergola ci porta a riflettere su numerose forme di odio antiebraico, anche quelle autorizzate dal clima politico italiano” ha dichiarato De Bortoli durante il suo intervento.
La scoperta di queste forme di ‘antiebreismo’ è dovuta ad un’indagine approfondita che si è estesa dalla secolare persecuzione ebraica d’Egitto fino ai giorni nostri.
“Questo odio si è evoluto nel corso del tempo, continuando a rinnovarsi ma mancando sempre di rispetto ad uno dei seguenti tre diritti ebraici: diritto alla dignità e parità, diritto alla memoria (in particolare della Shoah), diritto alla sovranità politica di uno stato indipendente” ha dichiarato Della Pergola.
Secondo l’autore questi tre fondamenti sono legati indissolubilmente l’uno all’altro e la negazione o messa in dubbio di uno di essi porta alla nascita dell’antisemitismo odierno.
“L’invasione del 7 ottobre ha rappresentato non solo una violazione della sovranità politica degli israeliani nei confronti dello Stato d’Israele ma ha costituito anche il più grande Pogrom antiebraico dopo la Shoah” ha affermato l’autore.
L’incontro si è concluso con una riflessione personale di Della Pergola sul come sconfiggere una volta per tutte questo odio incalzante: “sono convinto che le comunità ebraiche di tutto il mondo debbano superare le loro divergenze e trovare il nucleo fondamentale che le unisce in modo da rispondere insieme a questo clima d’odio e alle sfide del futuro.”