Da Pertini a Craxi a oggi, fra storia, diritto e attualità

Libri

di Roberto Zadik

Diritto ed ebraismo. Italia, Europa e Israele. Sessant’anni  di battaglie civili è il nuovi saggio di Giorgio Sacerdoti, avvocato, giurista, impegnato nelle istituzioni ebraiche italiane, uno dei “padri” dell’Intesa

Un testo appassionante ed estremamente documentato, come scrive Rav Riccardo Di Segni nella sua introduzione al volume, preceduta da un’altra importante prefazione, quella dell’ex presidente del Consiglio dei Ministri Giuliano Amato. Non si tratta “solo di una raccolta di scritti su Diritto ed ebraismo, ma è una sorta di storia dell’ebraismo italiano nell’ultimo secolo, analizzato nella prospettiva dei suoi problemi organizzativi, istituzionali e dei rapporti con la società”.

Giorgio Sacerdoti condensa tutta la sua esperienza di docente universitario, di ex presidente della Comunità ebraica di Milano, di consigliere UCEI e di personaggio autorevole nell’ambito dell’ebraismo italiano, per analizzare dal punto di vista giuridico e storico-sociologico la condizione complessa degli ebrei in Italia nel suo saggio Diritto ed ebraismo. Italia, Europa e Israele (Il Mulino, pp. 563, 38 euro) e l’evoluzione del rapporto fra legge ebraica e ordinamento giuridico nazionale, fra Comunità ebraiche e società circostante. Un’opera imponente che racchiude la solida esperienza accademica, giuridica e istituzionale di Sacerdoti, attuale presidente della Fondazione Centro di Documentazione ebraica contemporanea, che in queste pagine si concentra su un ventaglio di argomenti estremamente ampio, partendo dal Risorgimento italiano e dalla fine dei ghetti, quando “gli ebrei ottennero i diritti civili e politici dopo secoli in cui la legge ebraica era separata dall’ordinamento giuridico statale”. Proprio sul filo conduttore della presenza ebraica in Italia e il rapporto, che spesso è stato assai tormentato, fra leggi nazionali e minoranza ebraica, queste preziose pagine intendono informare sull’evoluzione e l’attualità dell’ebraismo italiano, affrontando le vicissitudini storiche degli ebrei italiani.

Dall’incubo delle Leggi Razziali del 1938 e le persecuzioni nazifasciste, come la strage all’Hotel Meina, all’evoluzione normativa della “rinascita” del Dopoguerra “con la reintegrazione degli ebrei perseguitati nei loro diritti”; l’Assemblea Costituente, in cui c’erano diversi membri di religione ebraica, primo fra tutti il suo presidente Umberto Terracini “comunista, esule, un esempio tipico di quelli ebrei laici che si erano allontanati già con le generazioni precedenti, con l’emancipazione politica iniziata nel 1848 in Piemonte, dalla fedeltà religiosa per darsi alla partecipazione alla vita civile e politica del Paese”. Addentrandosi nelle problematiche riguardanti la libertà religiosa nella Costituzione, Sacerdoti attraversa vari temi fondamentali per la realtà comunitaria nazionale, dai fondi per le vittime della Shoah, ai rapporti con la Chiesa e il famoso “silenzio di Papa Pio XII”, agli accordi fra Santa Sede e Stato d’Israele, fino al Referendum sul Divorzio del 1974 e alla nuova scuola pubblica aperta a tutte le religioni.

Se la prima parte del testo è quindi soprattutto storica, la seconda invece è di stretta impronta giuridica. Una sezione fondamentale per capire la realtà contemporanea è quella riguardante le Intese fra Comunità ebraiche e Stato, dalla protezione dei beni culturali ebraici, in primis le sinagoghe, all’iter di regolamentazioni comunitarie, dalle prime leggi del 1930 all’Intesa del 1987 firmata da Tullia Zevi, presidente Ucei per 15 anni, e Bettino Craxi, allora Primo Ministro, nella quale Sacerdoti ebbe un ruolo centrale come “uno degli esperti più qualificati che ha rappresentato le istanze ebraiche in una lunga storia di rapporti”.
Ultima parte del libro, due capitoli più “internazionali”: sul contrasto a razzismo, antisemitismo e negazionismo, fra ordinamento italiano e diritto europeo, e su Israele come Stato nazionale del popolo ebraico e Gerusalemme Capitale contesa e contestata.

A Bet Magazine Giorgio Sacerdoti ha detto: «Mi sono reso conto che nel corso dei decenni avevo scritto molti articoli su argomenti di ebraismo, società italiana e inerenti allo status dell’ebraismo in Italia, e poteva valere la pena di raccoglierli. Le difficoltà sono state in primis la mole di materiale nonostante, fortunatamente, avessi conservato le copie dei testi e degli estratti cartacei. È stato un lavoro di raccolta, facilitato dal lockdown e grazie all’aiuto della dottoressa Nacamulli sono riuscito a trascrivere tutto il materiale. Il secondo punto critico è stato l’aggiornamento dei testi, delle prefazioni e degli articoli da quando sono stati scritti al contesto attuale. Ultimo problema è stato la suddivisione per argomenti. Inserire qualcosa sulla storia degli ebrei in Italia nelle prime pagine e poi sviluppare le parti sul Concordato e la libertà religiosa concludendo con la parte finale su Israele. Il libro è nato dal fatto che in questi anni ho pubblicato articoli e interventi su varie riviste e giornali che erano difficilmente reperibili e in questo modo, in un solo volume, sono maggiormente accessibili per i lettori».
Secondo lei qual è la situazione attuale delle Comunità ebraiche italiane e cosa dovrebbe essere modificato nel diritto italiano e a livello comunitario?
Bisogna distinguere fra rapporti fra Stato e Comunità, che tutto sommato sono piuttosto soddisfacenti sia a livello giuridico sia politico in senso lato. Grazie all’Intesa, riportata nel testo, del 1987 c’è stata una notevole crescita del riconoscimento e del prestigio delle Comunità ebraiche nonostante siamo una piccola minoranza. Invece riguardo alle questioni interne nei rapporti fra iscritti e Comunità e fra queste ultime e l’Ucei, personalmente rappresento posizioni aperte e inclusive e ritengo che le Comunità non abbiano solamente carattere religioso ma debbano essere aperte anche agli ebrei lontani che magari non sono considerati tali secondo l’ortodossia.
E riguardo all’antisemitismo in Italia?
Sono contrario a eccessivi allarmismi che spesso circolano negli ambienti ebraici. Secondo me nella società circostante, più che antisemitismo, ci sono ignoranza e pregiudizio. Sono presenti però frange antisemite soprattutto sul web, dove si notano anche fenomeni di odio verso gruppi etnici così come verso singoli soggetti. Negli ultimi anni, c’è stata una risposta istituzionale. Ci sono realtà efficienti come l’Osservatorio dell’antisemitismo e l’impegno di Milena Santerini, coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo.

Diritto ed ebraismo. Italia Europa Israele. Sessant’anni di interventi e battaglie civili sarà presentato lunedì 24 gennaio, ore 18, all’Auditorio Nissim del Memoriale della Shoah, da Daniela Dawan e Piergaetano Marchetti, a cura del Nuovo Convegno.