di Nathan Greppi
Per migliaia di anni, lo Yemen ha ospitato una delle comunità ebraiche più antiche al mondo, oggi quasi completamente scomparsa o emigrata all’estero. Quella tra ebrei e musulmani fu una convivenza che vide alti e bassi, a seconda delle epoche e delle località, dove a momenti di reciproca tolleranza si alternarono altri di persecuzione, su cui ha sempre pesato la condizione di dhimmi.
Una storia in parte rievocata nel romanzo a fumetti Il racconto della roccia, dell’autrice esordiente BeneDì (nome d’arte di Benedetta D’Incau). Ambientata in Yemen ai primi del ‘900, la storia segue le vicende di Benjamin e Hakim, un bambino ebreo e uno musulmano, in un piccolo villaggio dove le due comunità da tempo convivono senza grossi problemi. Un equilibrio che si viene a spezzare nel momento in cui nel villaggio compare una figura demoniaca, che lancia una maledizione sui suoi abitanti e semina il panico.
In tale situazione, in cui la paura e la rabbia crescono, attraverso antiche leggende e tradizioni magiche i due amici cercano di risolvere il problema prima che il malcontento porti i musulmani ad attaccare gli ebrei, accusati di essere i responsabili di tutto.
L’autrice sembra raccontare una storia assai recente traslandola nel tempo e nello spazio: infatti, la maledizione prevede che gli uomini non possano uscire di casa per lavorare, dovendo affidare le principali mansioni e responsabilità alle donne (cosa che per la mentalità araba di allora era qualcosa di inconcepibile), il che li porta inizialmente a sminuire il problema, poi a cercare un capro espiatorio sul quale sfogarsi. Una situazione che sembra richiamare la pandemia da coronavirus e i lockdown, che impedivano alla gente di andare al lavoro creando problemi economici e alimentando il risentimento.
Non mancano poi i riferimenti al rapporto conflittuale con la modernità e allo scenario politico internazionale: molti sono i riferimenti all’Impero Ottomano, che all’epoca includeva una parte dello Yemen, apparentemente grandioso ma in realtà già in via di disfacimento a favore dell’Impero Britannico. E poi, la Vienna del 1938, dove i due amici si rivedono dopo anni all’inizio dell’opera per parlare del passato. Un mondo sul quale si sarebbe abbattuto di lì a poco un altro demone, quello del nazismo e della guerra.
BeneDì, Il racconto della roccia, Coconino Press, pp. 224, 22,00 euro.