di Jonathan Misrachi
Siamo nella Palestina degli anni ’30, due giovani gemelli, Heinz e Gughy, hanno deciso di rivoluzionare le proprie vite andando a vivere nel kibbutz Na’an; soli, senza più famiglia, ma assieme. Come molti altri giovani ebrei tedeschi facevano, decisero di lasciare l’atmosfera fredda e cupa della Germania nazista a favore di una vita mai sperimentata prima e nettamente opposta alle proprie immaginazioni infantili.
Heinz e Gughy sono i protagonisti del libro di Miriam Rebhun, Due della Brigata, Heinz e Gughy dalla Germania nazista alla nascita di Israele (Belforte editore, collana I racconti, pp. 213, euro 20,00).
“Heinz è muscoloso, abbronzato. Il naturale colorito bruno, così inconsueto a Berlino, sotto il sole del Medio Oriente è diventato un color cuoio uniforme. Appena dopo l’arrivo in kibbutz, quando gli capitava di guardarsi allo specchio, restava sempre stupito nel vedere riflesso uno sguardo, un aspetto, e un abbigliamento in cui non si riconosceva al primo colpo. L’immagine che aveva di sé era ancora quella della foto ricordo che i genitori avevano voluto far stampare pochi giorni prima della partenza”.
I due gemelli hanno un rapporto fortemente intimo; anche dopo aver terminato l’esperienza in kibbutz, pianificano la loro vita autonomamente ma si incontrano tutte le settimane nello stesso caffè di Haifa dove, nonostante la distanza e i diversi ostacoli, discutono del loro futuro. Pensano a come aiutare i loro genitori, intrappolati a Berlino, e quando le più fosche previsioni si verificano i due gemelli decidono di separare (seppur temporaneamente) i propri destini.
L’Europa è in fiamme e la Palestina è una bomba ad orologeria, si diffondono voci terribili sulla sorte della loro famiglia; Heinz e Gughy vogliono “avvicinarsi al massacro”, per assistere e soccorrere le comunità ebraiche europee e più in generale i popoli in pericolo. “Per la prima volta, gli Zwillinge, i twins, come li chiamavano gli inglesi, si dividono davvero. A bordo di navi stracariche di uomini, armi e attrezzature, due giovani uomini, perfettamente uguali nell’aspetto, ma diversi per carattere ed esperienze accumulate, solcano in due differenti direzioni quella polveriera liquida che è diventato il Mar Mediterraneo”.
La destinazione di Heinz è Taranto, col fine di arruolarsi nella Brigata Palestinese (poi Ebraica) e quella di Gughy è la Grecia. A questo punto del libro l’autrice si focalizza sulla vita di Heinz, che arriva nella semi-distrutta Napoli, un migliaio di chilometri lontana da quella Trieste che diversi anni prima fu tappa del viaggio da Berlino per raggiungere Haifa.
È il novembre del 1943 e in Italia lo scenario è decisamente caotico e diverso da come lo aveva lasciato prima di “salire” in terra promessa. Mussolini è stato destituito e arrestato, il nuovo governo Badoglio ha sciolto il partito fascista e l’8 Settembre è stato firmato l’armistizio.
È nato il Regno del Sud con capitale a Brindisi e appena dopo pochi giorni Mussolini, liberato dalle SS, ha fondato al Nord la Repubblica sociale italiana assumendone il comando. La guerra continua con diversi schieramenti, nel frattempo gli alleati hanno conquistato la Sicilia e a Napoli la popolazione è insorta per quattro giorni respingendo i tedeschi verso nord. Questo è il contesto presentato agli occhi dei “palestinesi” che con le loro attrezzature sbarcano nel sud Italia e cominciano la loro personale risalita, con lo scopo di liberare l’Italia dall’occupazione nazifascista.
Heinz rimane affascinato dall’Italia che, seppur ferita, non sembra aver perso la propria bellezza. Decide di imparare l’italiano e il suo ambientamento sarà facilitato dall’incontro con Luciana, una ragazza ebrea napoletana, vista per la prima volta durante una funzione nella sinagoga di Napoli. Luciana diventerà presto un solido punto di riferimento per il giovane soldato straniero nonché una fidanzata fedele con cui programmare il proprio futuro in Israele. I due giovani innamorati si sposano nella sinagoga di Napoli, celebrati dal rabbino militare. Solo qualche settimana dopo le nozze Heinz è costretto a tornare in Israele, senza ottenere il permesso per l’immigrazione della moglie Luciana, in dolce attesa di una figlia. Comincia così uno scambio di lettere d’amore, speranze e timori fra Heinz e Luciana, che si concluderà col conseguimento del tanto atteso e sperato certificato di immigrazione.
Heinz e Luciana sono così riuniti in Israele, insieme anche al gemello Gughy e alla sua sposa Chaya. Entrambi i gemelli ora sono in Israele, Heinz e Luciana sono diventati genitori di Miriam, l’autrice del libro.
Miriam Rebhun racconta la storia della sua famiglia sulla base di racconti, riportando lettere, scavando tra documenti militari e diari inediti, dando voce a persone che non ha mai incontrato e narrando parallelamente la fine della guerra, la nascita dello Stato d’Israele, le vicende di due giovani che hanno vissuto e lottato fra Germania, Italia, Palestina e infine Israele.