di Nathan Greppi
Durante la Seconda Guerra Mondiale, furono molti i bambini e i ragazzi ebrei che di fatto persero la loro infanzia prima del tempo, dovendo crescere in fretta per imparare a sopravvivere senza i genitori e sfuggire ai nazisti che davano loro la caccia. Così è stato per lo scrittore francese Joseph Joffo (1931 – 2018), che durante l’occupazione tedesca dovette fuggire assieme al fratello Maurice da una città all’altra per non essere deportati. Al termine della guerra, della famiglia solo il padre non riuscì a salvarsi, essendo finito ad Auschwitz.
Nel 1973, Joffo ha raccontato la sua storia nel romanzo autobiografico Un sacchetto di biglie, divenuto un best seller tradotto in diverse lingue. A distanza di decenni, esce in Italia un’edizione tascabile dell’adattamento a fumetti del romanzo, realizzato dallo sceneggiatore Kris e dal disegnatore Vincent Bailly.
La storia parte da Parigi, dove i Joffo vivevano con i genitori barbieri. La situazione per gli ebrei si fa sempre più tesa, dapprima con l’obbligo di portare la stella gialla che porterà i ragazzi ad essere vittime di bullismo, e poi con la decisione di scappare prima che le cose peggiorino. Viaggiando per anni tra varie località, come Nizza e Mentone, a piedi come in treno, Joseph e Maurice devono fare i conti con un mondo spietato e pericoloso, trovando la felicità laddove vengono accolti e momenti di tensione quando devono nascondere la loro identità.
Uscita originariamente in francese nel 2012, la graphic novel copre un arco di tempo che va all’incirca dal 1941 al 1944, ed è suddivisa in due parti: la prima racconta la fuga dei due ragazzi da Parigi fino al sud della Francia, nella zona occupata dagli italiani dove la situazione per gli ebrei era meno precaria. Nella seconda, dopo un periodo relativamente sereno, sono costretti a fuggire di nuovo nel momento in cui, dovendo gli italiani ritirarsi in seguito all’8 settembre, al loro posto arrivano i tedeschi.
Per il disegno, Bailly sembra prediligere i colori chiari e luminosi, che si intonano soprattutto con i paesaggi estivi della Francia meridionale. Nella narrazione, ai dialoghi si alternano spesso immagini che senza dire niente spiegano tutto: come quando, tornati a casa, vicino alla famiglia riunita che si abbraccia si vede una foto del padre, non più tra loro ma sempre vivo nei loro cuori.
Vincent Bailly e Kris, Un sacchetto di biglie, traduzione di Giovanni Zucca, Rizzoli Lizard, pp. 144, 14,00 euro.