di Ugo Volli
[Scintille: letture e riletture]
(La stella e la mezzaluna sarà presentato il 13 settembre a Milano, nell’Aula magna Benatoff della Scuola ebraica. Con l’autore Vittorio Robiati Bendaud, Rav Alfonso Arbib, Rav Roberto Della Rocca, Emanuele Fiano, Davide Romano. Modera Fiona Diwan)
Anche se è sempre più chiaro che l’antisemitismo europeo di origine cristiana non è purtroppo morto con la sua espressione estrema della Shoah e, anzi, è ben presente ancora nelle mentalità collettive e nelle politiche degli Stati europei, il conflitto più acuto che il popolo ebraico ha dovuto affrontare negli ultimi settant’anni lo ha opposto al mondo arabo e musulmano. È stato e in buona parte è ancora uno scontro durissimo, che ha preso avvio dall’emancipazione degli ebrei nei Paesi arabi colonizzati dagli europei e si è aggravato con il massiccio ritorno in Terra di Israele e con la fondazione dello Stato ebraico. I pogrom di Hebron, di Zvat, ma anche di Baghdad e dello Yemen di un secolo fa, il terrorismo che ha assunto tante forme in Israele a partire dagli anni Trenta del secolo scorso, l’emigrazione forzata di millenarie comunità da tutti i Paesi arabi, le guerre contro Israele – sono tutte tappe di questo scontro, che purtroppo di recente si è anche esteso in Europa con il terrorismo. Ma da dove viene questa esplosione di odio? Qual è la sua origine? Perché gli arabi, che sono stati oppressi negli ultimi secoli da turchi, francesi, inglesi, anche italiani, odiano oggi non tanto i loro colonizzatori, ma soprattutto gli ebrei? Perché due tradizioni, che per certi aspetti fondamentali come il monoteismo puro sono più vicine fra loro che non col cristianesimo, sono arrivate a questo punto?
È una questione che raramente viene anche solo posta. Si preferisce rimuovere la cacciata di centinaia di migliaia di ebrei da terre dove risiedevano da due o tremila anni e credere che le guerre e il terrorismo intorno a Israele siano una questione politica, uno scontro di confini come ce n’è tanti al mondo, che si risolvono con un compromesso territoriale. Ci si illude che l’antisemitismo sia solo una questione europea, magari solo un deplorevole frutto dei fascismi, perfino ignorandone la continuità con l’antigiudaismo cristiano. Si accetta volentieri il mito di una convivenza sempre pacifica e generosa fra ebrei e arabi nell’Islam medievale. A parte le illusioni politiche, questa rimozione è frutto di una conoscenza molto carente della storia e della religione islamica da parte degli occidentali e anche degli ebrei in Europa e negli Stati Uniti.
Per questa ragione è preziosissimo il nuovo libro di Vittorio Robiati Bendaud, La stella e la mezzaluna pubblicato da Guerini. Non è un testo politico, ma una storia dei rapporti fra islam ed ebraismo a partire dai tempi di Maometto, che è il frutto di un’indagine approfondita sul piano teologico, storico e legale. Come tutte le ricostruzioni accurate di fenomeni complessi, quel che ne viene fuori non è un’immagine monolitica. Ci sono effettivamente stati dei lunghi periodi in cui gli ebrei erano trattati meglio nel mondo islamico (per esempio in Turchia fra il XV e il XVII secolo) che dell’Europa cristiana. Ma la posizione degli ebrei era sempre legalmente e socialmente inferiore, umiliante e discriminata, perché così prescriveva il Corano; spesso gli ebrei furono oggetto di stragi, conversioni forzate, violente persecuzioni. Alcune delle testimonianze raccolte nel libro sul modo di vita degli ebrei nei Paesi arabi sono sconvolgenti.
L’odio antiebraico di buona parte dei musulmani oggi, di cui siamo purtroppo testimoni, nasce dal rovesciamento di questa condizione di servitù che è stata determinata dalla modernità (cioè concretamente nei Paesi arabi dalla presenza coloniale europea) che ha emancipato gli ebrei. Per questa ragione anche la fondazione di Israele è vista nel mondo islamico come un frutto del colonialismo e non come l’autodeterminazione di un popolo. Anche perché gli ebrei non sono considerati popolo, ma lo strato infimo della popolazione, condannato alla miseria e al servaggio dalla loro eredità religiosa, che avrebbe falsificato la rivelazione antica e rifiutato la sua definitiva conclusione, il Corano.
Il libro si ferma prima della contemporaneità e non offre conclusioni politiche. Ma certamente chi vuol riflettere sulla possibilità di trovare i modi di una convivenza meno conflittuale, se non proprio della pace, ne trae l’impressione che non si tratta semplicemente di individuare una linea di confine accettabile fra Israele e i vicini arabi, ma di rovesciare pregiudizi profondamente radicati e velenosi.
(La stella e la mezzaluna sarà presentato il 13 settembre a Milano, nell’Aula magna Benatoff della Scuola ebraica. Con l’autore Vittorio Robiati Bendaud, Rav Alfonso Arbib, Rav Roberto Della Rocca, Emanuele Fiano, Davide Romano. Modera Fiona Diwan)