di Ester Moscati
Una riscoperta storiografica e un film in arrivo
È ad una intellettuale sensibile, una donna forte ed empatica, che si deve la riscoperta del Caso Mortara, la triste e dolorosa vicenda del bambino ebreo rapito dal papa Pio IX alla vigilia del crollo dello Stato Pontificio. Gemma Volli pubblicò nel 1960 su La Rassegna mensile di Israel uno studio basato su documenti e testimonianze dell’epoca, dalle quali si evincono le ragioni politiche – molto più che teologiche – di una violenza indimenticata, anche se tutt’altro che unica. La Giuntina manda ora in libreria Il Caso Mortara, con una puntuale introduzione di Ugo Volli – nipote dell’Autrice.
È un’ottima occasione per riflettere ancora sulla vicenda che, anche di recente, ha suscitato polemiche e rispolverato in ambienti clericali sentimenti che si speravano sepolti dal Concilio Vaticano II. Autorevoli esponenti del mondo cattolico, come Vittorio Messori, hanno scritto pagine disgustose nelle quali si afferma che “tutto è bene quel che finisce bene” se un bambino, letteralmente strappato dalle braccia dei genitori, alla fine ha scelto di diventare sacerdote. Simili posizioni, non isolate, confermano la necessità di non dimenticare la pratica degli “oblati”, bambini ebrei rapiti o comunque sottratti alle famiglie e rinchiusi nella Casa dei Catecumeni in Roma, allevati nel disprezzo per la propria origine e fede e mantenuti dalle tasse che le Comunità ebraiche, quasi con una sadica beffa, erano costrette a versare.
Tutto questo finì solo dopo il 1870 (la Casa fu chiusa nel 1886), con la perdita del Potere Temporale da parte della Chiesa di Roma. Ma il rapimento a Bologna del piccolo Edgardo Mortara, figlio di Momolo e Marianna, risale al 1858, e la vicenda suscitò un’eco internazionale perché divenne terreno di scontro politico tra il Papato e il nascente Regno d’Italia; perché Cavour e Mazzini ne fecero uno scandalo mondiale, che purtroppo non riuscì a restituire il piccolo – che al momento del rapimento non aveva ancora sette anni, essendo nato il 27 agosto 1851 – alla sua famiglia. Ma forse seminò nell’animo di molti italiani quell’urgenza di separare Stato e Chiesa, di togliere un così cieco potere dalle mani della religione.
La vicenda è nota: la sera del 23 giugno 1858 la polizia dello Stato Pontificio, su mandato dell’Inquisitore, fece irruzione nella casa di Momolo Mortara e pretese di vedere tutti i suoi figli. Edgardo Mortara fu dichiarato “cristiano” perché battezzato di nascosto da una domestica. Questa condizione rendeva impossibile per lui essere allevato in una famiglia ebraica, e – dopo suppliche e lacrime – fu concessa una dilazione di 24 ore per la sua cattura. Trascorse le quali, il bambino fu strappato dalle braccia del padre “che cadde dalle scale come morto” e portato a Roma, con sotterfugi, menzogne e inganni che avevano la pretesa di mantenere in seno alla famiglia una tenue speranza di riabbracciare Edgardo e quindi ne mitigasse l’ostilità.
Il libro di Gemma Volli ha il pregio di ricostruire, documenti alla mano, tutte le fasi della vicenda e anche gli abusi procedurali che caratterizzarono il rapimento (la Chiesa stessa aveva stabilito che non si potesse procedere all’allontanamento dalla famiglia di un bimbo minore di 7 anni). Vi si dimostra la falsità della testimonianza della domestica, il battesimo mai davvero avvenuto, la violazione del segreto confessionale per scopi politici, la strumentalizzazione delle persone a vario titolo coinvolte. Vi si dimostra l’intervento diretto nella vicenda di Papa Pio IX (il quale, non dimentichiamolo, è stato beatificato dalla Chiesa il 3 settembre 2000, da Giovanni Paolo II).
Insomma un giallo tenebroso, che – se non avesse portato tanto dolore in una famiglia ebraica – sarebbe avvincente come un romanzo.
Questo aspetto – peraltro – non è sfuggito a Steven Spielberg che ha deciso di dedicare un film, le cui riprese inizieranno nel gennaio 2017, alla vicenda e allo scandalo che ne seguì, di cui si parlò perfino negli Stati Uniti. L’attore Mark Rylance, premio Oscar per Il ponte delle spie, farà parte del cast di The Kidnapping of Edgardo Mortara (Il rapimento di Edgardo Mortara) nel ruolo di Papa Pio IX. Il film è tratto dal romanzo inchiesta Prigioniero del Papa re, scritto da David Kertzer nel 1997 (in Italia è edito da Bur), un libro che in realtà non aggiunge né smentisce nulla rispetto al rigore storiografico di Gemma Volli.