di Ester Moscati
La splendida e travagliata terra marchigiana è il paesaggio su cui si muovono i personaggi (storici) raccontati da Bendaud. Rabbini, stampatori, commercianti in perenne cammino
C’è Manoello, poeta e amico di Dante. C’è Estellina Conat, la prima stampatrice ebrea della Storia, e Ghershon Soncino. Ci sono gli esuli ispano-portoghesi, spesso convertiti a forza al cristianesimo, che s’imbarcavano dal porto dorico per la Sublime Porta e per la “Terra di Promissione”. C’è Amato Lusitano, fulgido studioso di botanica, anatomia e medicina, e c’è Mosheh Basola, uno dei più autorevoli rabbini italiani della seconda metà del XVI secolo e grande viaggiatore. E c’è perfino Rav Giuseppe Laras, che in Ancona è stato, in gioventù, rabbino capo.
Questa incantata regione nel cuore d’Italia – le Marche – la cui ricca e millenaria presenza ebraica è testimoniata da decine di cognomi di città (Ancona, Pesaro, Pergola, Cingoli, Urbino, Fano, Cagli, Mondolfo, Senigallia, Barchi, Montefiore… e tutti i loro derivati) fa da sfondo storico, politico e paesaggistico alle avventure dei personaggi tratteggiati da Vittorio Robiati Bendaud che ha voluto, in questa appassionante raccolta di racconti, romanzare le vicende di rabbini girovaghi, commercianti e banchieri di corte, stampatori itineranti e semplici “ebrei del ghetto”, con le loro vicende quotidiane, emblematiche di un passato tutto da narrare, di una diaspora mediterranea in precario equilibrio tra tolleranza e persecuzioni, ma sempre creativa e indomita.
Sono avventure di viaggio, tra fughe, esili e peregrinazioni, per mare e per terra, quelle dei protagonisti di questi racconti storici. Racconti brevi, scritti con una prosa erudita che profuma d’antico, quasi si trattasse di vecchie pagine manoscritte fortunosamente ritrovate nella cassapanca di una sinagoga abbandonata.
Eppure, gli ebrei che si muovono, lungo i difficili sentieri dell’Appennino o per le città costiere, sono in queste pagine restituiti alla vita, sanguigni, volitivi, possenti, pieni di speranza e capaci di reagire alle avversità, ai colpi degli uomini di potere come a quelli del destino.